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WRC | Si mette male per il campionato: cancellato anche il Rally del Galles, è ufficiale

Per parafrasare Ennio Flaiano, la situazione è grave ma non seria nel WRC 2020: questo almeno sino a pochi giorni fa, quando all’improvviso due appuntamenti come il Rally di Finlandia ed il Rally di Nuova Zelanda nel giro di ventiquattrore si sono aggiunti alla lista di round rinviati o cancellati di questa stagione. C’erano ancora i margini comunque per salvare un minimo di gare (quattro che erano ancora confermate, più due recuperabili) in modo tale da chiudere il Mondiale, consegnare i titoli e guardare al 2021 con la speranza che le cose possano migliorare. Ed invece.

La cancellazione del Rally del Galles 2020

Giusto ieri vi avevamo lanciato l’indiscrezione (fatta circolare da DirtFish) sulla cancellazione del Rally del Galles, o Rally GB se preferite. Una questione che pareva legata più al quando che al se, ed infatti oggi è arrivata la comunicazione ufficiale sul fatto che l’appuntamento in terra britannica del WRC quest’anno non si terrà. Nel Paese infatti la situazione legata al coronavirus è ancora molto delicata, tanto è vero che è stato imposto un periodo di quarantena di due settimane per chiunque metta piede sul suolo della Gran Bretagna. Inoltre il primo ministro del Galles, come vi avevamo raccontato ieri, era poco propenso ad aprire i confini al turismo senza controlli rigorosi anche nel periodo autunnale (ricordiamo che il Rally si sarebbe dovuto tenere tra il 29 ottobre ed il primo novembre).

Troppe incertezze per organizzare il Rally GB

Nello scarno comunicato seguito all’annullamento, firmato dal presidente di Motorsport UK (federazione organizzatrice dell’evento), David Richards, si confermano i contatti con le autorità gallesi che hanno poi portato ad una decisione inevitabile. «Questa non è stata una scelta che abbiamo preso alla leggera ma, in stretta consultazione con il nostro principale partner finanziario, il governo gallese, si è trattata purtroppo una decisione che siamo stati tenuti a prendere alla luce dell’attuale pandemia globale del coronavirus. Abbiamo monitorato molto attentamente le linee guida emesse dal governo ed era diventato sempre più chiaro come fosse impossibile elaborare piani con certezza per un evento così importante in autunno. […] Mentre si stanno compiendo progressi significativi nella lotta contro il virus, permangono notevoli incertezze riguardo agli assembramenti di massa, al distanziamento sociale e alle restrizioni di viaggio, oltre alla possibilità di una ripresa della trasmissione virale nel corso dell’anno».

Il WRC 2020 sempre più ridotto ai minimi termini

Ed ora per il campionato WRC 2020 si mette male, molto male, con la situazione che è diventata ormai seria. Restano tre appuntamenti ancora in piedi nella seconda metà della stagione, ovvero il Rally di Turchia del 24-27 settembre, il Rally di Germania del 15-18 ottobre ed il Rally del Giappone, evento di chiusura previsto dal 19 al 22 novembre. In più abbiamo due round rinviati ma non cancellati, ovvero Argentina (che però sembra poco probabile venga recuperato, tra difficoltà logistiche e impennata dei casi del Covid-19 in Sudamerica) e Rally Italia Sardegna (molto più fattibile visto che i campionati nazionali in Italia stanno per riprendere e verosimilmente ripristinabile tra fine settembre ed ottobre: ma tutto dipenderà da eventuali nuove disposizioni del Governo e soprattutto dal sostegno economico della Regione Sardegna).

Dalla FIA e dal WRC Promoter hanno sempre messo in chiaro che ci vorrebbero al minimo sette appuntamenti in tutto per decretare i vincitori e ritenere valido il campionato, ma si potrebbe fare uno sforzo anche con sei round. Sarebbe una specie di record, visto che negli ultimi anni si arrivò ad un massimo di otto gare nel 1995, sino ad ora il numero più basso almeno sino ad oggi. Ricordiamo che tre round sono stati già disputati – Monte Carlo, Svezia e Messico – a fronte di altri tre rimasti e due potenzialmente a disposizione: non sarà facile comunque cercare di salvare questa disastrata stagione iridata.

Luca Santoro:
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