Sport e politica dovrebbero essere due rette parallele, ma in realtà ci sono momenti storici in cui non si può fare finta di niente, soprattutto davanti ad aggressioni insensate che minacciano le democrazie. Sì, parliamo della guerra in Ucraina, e parliamo anche dei risvolti che sta avendo anche nel motorsport e in particolare nel mondo dei rally e del WRC.
Il motorsport reagisce alla guerra in Ucraina
All’indomani dell’invasione russa, la FIA aveva emanato una lista di principi guida affinché piloti e team di quella nazionalità ed anche bielorussa potessero partecipare alle competizioni, ovvero in modalità neutrale senza bandiere né inni, e sposando i valori antibellici della Federazione e di solidarietà all’Ucraina. Più avanti nella stagione abbiamo visto come eventi quali il Rally Estonia, Paese baltico che sente il fiato sul collo di Putin, avessero direttamente vietato la partecipazione in gara ad equipaggi e squadre russe grazie al sostegno del Governo estone tramite il Ministero dell’Interno (perché da soli organizzatori e federazione nazionale non possono bandire l’iscrizione di un concorrente se non è la FIA a stabilire delle regole in materia).
Bandite le bandiere russe e bielorusse al Rally Finlandia
In occasione del Rally di Finlandia, ottavo appuntamento del WRC 2022, si farà un ulteriore passo avanti. Gli organizzatori AKK Sports infatti hanno deciso di vietare la presenza di bandiere russe e bielorusse, non solo da parte di team ed equipaggi in gara ma anche tra il pubblico. «L’uso degli emblemi nazionali di Russia e Bielorussia è attualmente vietato negli sport motoristici internazionali», ha spiegato l’amministratore delegato di AKK Sports Riku Bitter. «Vogliamo che questo si applichi anche alle bandiere nazionali sventolate dagli spettatori lungo il percorso».
Nella lista iscritti del Rally di Finlandia compare l’equipaggio formato da Nikolay Gryazin e Konstantin Aleksandrov su Skoda Fabia Rally2 Evo per il WRC2, più Vitalii Antonov su Renault Clio Rally5. Il Paese scandinavo negli ultimi mesi ha deciso di entrare nella NATO assieme alla Svezia come risposta all’offensiva della confinante Russia. Per l’ingresso definitivo bisognerà aspettare il voto unanime di tutti i parlamenti degli Stati membri dell’Alleanza (di recente la nostra Camera dei Deputati ha ratificato l’adesione a larghissima maggioranza, con il voto che si sposta ora al Senato), anche se dalla Turchia permane il veto sino a che non verranno date risposte da parte della Finlandia e della Svezia sull’asilo concesso a rifugiati curdi.