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WRC | Rally Australia 2018, il nostro racconto dal vivo [FOTO]

DA COFFS HARBOUR – Capita che ti chiamino un bel Mercoledì mattina e ti chiedano di partire da Milano in direzione di Coffs Harbour, per seguire con Hyundai l’ultima tappa della stagione 2018 del World Rally Championship. L’occasione è ghiotta, il jet-lag di più. E così, una settimana esatta dopo aver accettato, mi imbarco. I fusi orari dall’Italia sono dieci e se non si è abituati – come il sottoscritto – serve un attimo di relax per capire il quando. Ma una volta giunti sul campo conta solo assistere.

Il Venerdì del Rally Australia 2018

A giocarsi il titolo Piloti sono in tre, tra cui Thierry Neuville con la Hyundai i20 WRC+. Discorso simile per il Costruttori: un evento così non capitava da un bel po’ e questa stagione si sta rivelando un’emozione dopo l’altra. Al termine della Special Stage 1 a comandare le tre Toyota con Lappi, Tänak (uno dei contendenti alla corona) e Latvala. Neuville e Ogier (attuale leader) seguono a meno di tre secondi, mentre Craig Breen (Citroën C3 WRC+) riesce nell’impresa di colpire un canguro. Le altre due prove si svolgono in maniera contenitiva per Ogier e Neuville, staccati di solo 3 punti in classifica, mentre Tänak è un po’ più aggressivo.

Ma in casa Hyundai Motorsport si registra già il primo spiacevole ritiro: è Andreas Mikkelsen, finito fuori dal percorso. Ed il motivo è davvero particolare: dalle immagini on-board si vede, in un tratto con dissuasori per rallentare le vetture, un trattore in uscita di curva. Mikkelsen deve anzitutto stringere la sua traiettoria ed una curva più tardi manca il punto di frenata ed il successivo di corda. Indubbiamente l’elemento imprevisto ed oltremodo pericoloso lo ha condizionato, come ammetterà lui stesso la sera in conferenza.

Ahinoi, la sfortuna sembra vederci sin troppo bene per due volte di fila e sceglie un’altra vettura del costruttore Sud Coreano: è proprio Neuville. La gomma posteriore destra, in atterraggio da un lungo salto, stallona uscendo dal cerchione: il ritardo si fa pesante. Ed anche nell’ultima Speciale di giornata un piccolo errore in staccata gli fa perdere ulteriori secondi.

Il Sabato del Rally Australia 2018

Il secondo giorno siamo più protagonisti: ci aspettano diverse ore di Prove Speciali sugli sterrati australiani e per muoverci abbiamo un taxi piuttosto efficiente. Ossia l’elicottero. Vedere i percorsi dall’alto e le WRC che sfrecciano a velocità di 150 chilometri orari circa su strade larghe poco meno di quattro metri è incredibile. Vi sono punti in cui le condizioni cambiano, passando dall’asfalto alla ghiaia – o viceversa – ma i piloti continuano imperterriti, controsterzando frenando accelerando in frazioni di secondo. Un paio di passaggi che osserviamo vedono l’attraversarsi di ponticelli senza protezioni, a quelle velocità finire dentro nel fiume è un attimo. Eppure le vetture da rally non se ne preoccupano, anzi sembrano quasi ignorare questi pericoli.

È questo il segreto, o è solo sana pazzia? Quel che è certo è la completezza di un pilota WRC nelle qualità di guida: prontezza di riflessi, piede pesante, mente lucida. Ci appostiamo su una collinetta e veniamo travolti dalla polvere innalzata al loro passaggio e capiamo cosa voglia dire essere spettatori nei rallies: l’ambiente stesso ti coinvolge. Un altro giro di elicottero e verso le dieci di mattina siamo alla SS12 (Raleigh 1), prova lunga appena 2 km all’interno di un circuito da rallycross (metà asfalto, metà sterrato). Il percorso è all’interno di un catino naturale dove tutti gli appassionati si sono radunati, chi con sedie e stuoie, chi con le bandiere e le magliette della propria fazione.

Il silenzio fa da padrone al passaggio delle varie vetture, colte alla fine da un lungo applauso non appena stampato il tempo. Pare di assistere ad un concerto di musica classica, con la differenza che non vi è nessuno in abito da cerimonia ed a presenziare vi sono davvero tanti bambini. Uno spettacolo invidiabile. E così la giornata passa davvero velocemente, così come la classifica, che vede ora in testa le Toyota mentre le Citroën paiono in netta difficoltà. Il Team Hyundai si difende bene in classifica con Hayden Paddon, vicino alla Top 3, e con Neuville che rosicchia qualcosina a Ogier ma rimanendo comunque ad una distanza importante. Le Super Stage “Destination NSW” 17 e 18 chiudono il Sabato, con una prova a circuito di 1,27 chilometri per entrambe. Il pubblico si fa davvero folto e per Hyundai il clima leggermente piovoso permette di rendere al meglio. Neuville conquista infatti l’ultima prova e, seppur a quasi un minuto da Ogier e due da Tänak, ha ancora speranze.

La Domenica del Rally Australia 2018

Come per la giornata precedente anche qui si parte presto in elicottero per seguire le SS rimaste, che vanno dalla 19 alla 24. Al termine della “Coramba 1” Mikkelsen e Neuville fanno segnare il secondo e terzo tempo con lo sterrato leggermente umido, davanti a loro soltanto Latvala che sembra aver trovato un ritmo inavvicinabile per gli altri piloti. Ma la peggiore delle notizie arriva durante la “Coramba 2”, prova da 15,55 chilometri in mezzo ai boschi. Nonostante l’arrivo della pioggia, che era indicata come elemento favorevole alle Hyundai i20 WRC, la sorte ha giocato ancora una volta le sue carte. E così Neuville ne fa le spese con un ritiro ingiusto, causato dalla rottura di una sospensione mentre stava percorrendo un tratto misto-veloce. E non c’è nemmeno il tempo di rendersene conto che anche Tänak finisce fuori nella prova successiva. Per esclusione di contendenti, Ogier bissa il Mondiale conquistato già nel 2017.

Abbiamo così il tempo di goderci la Power Stage (Wedding Bells 2) pomeridiana, l’ultima del Rally Australia e di questo Campionato, con un po’ di amaro in bocca. Avremmo voluto una sfida a tre sino all’ultimo, ma del resto le corse sono così e bisogna accettarle. Anche da semplici spettatori.
Vediamo le vetture saltare lungo le due rampe predisposte – con tanto di targhe con numeri indicanti la lunghezza del volo! – e passare poi dentro al guado, aprendo due lati di acqua e fango come fossero ali. La vittoria dell’appuntamento australiano va ad un ritrovato Latvala, sempre costante e bravo a non commettere errori.

La fine… non è mai la fine

In Casa Hyundai il rimpianto per il doppio titolo sfuggito c’è, è innegabile. Ma dato che il sottoscritto è anche un inguaribile ottimista, ho voluto cercare quanto di buono fatto sin qui dai Sud Coreani. Arrivare in poco tempo a giocarsi non uno ma ben due Mondiali, senza una storia sportiva come quella dei diretti concorrenti, è davvero qualcosa di eccezionale. Il doppio secondo posto fatto segnare da Thierry Neuville e da Hyundai Motorsport non deve arrestare i sogni di gloria della “N sportiva”, bensì alimentarli ulteriormente.

Proprio mentre sono al tavolo con Florian Büngener (Corporate & Brand PR Manager Hyundai Europa), vero appassionato di Motorsport con un passato nel DTM, gli parlo di un termine che ultimamente va molto di moda nell’utilizzo – mentre nella pratica è senza dubbio difficile da applicare: resilienza.
Si tratta di un sostantivo femminile che in psicologia indica la capacità di accettare le difficoltà che si presentano in certi momenti della propria vita e di affrontarle per crescere. L’augurio al Team è quindi questo: capire cosa non è andato e lavorarci sopra, per arrivare nel 2019 ancora più preparati e giocarsi nuovamente l’iridato.

Dal canto nostro rimane l’impagabile esperienza di aver vissuto l’ultimo appuntamento di un incredibile mondiale WRC, vivendone ogni sfaccettatura con il punto di vista non soltanto giornalistico, ma da “semplici” spettatori. Il continuo del nostro viaggio, che ci ha poi visti proseguire verso Sidney, lo potete trovare nella sezione Auto di Motorionline.

Andrea Villa:
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