WRC | Pirelli e le forature al Rally Croazia, la spiegazione di Testoni
Un Rally fuori dal normale per Pirelli
Prima del Rally di Croazia le sensazioni dei team con gli pneumatici Pirelli erano generalmente buone, rispetto allo scorso anno in cui c’era stata qualche difficoltà di assestamento con la fornitura ufficiale da parte della multinazionale lombarda, ritornata a ricoprire questo incarico nel WRC dal 2021 sino alla stagione 2024. Ma dopo il primo evento su asfalto della stagione mondiale le cose potrebbero essere cambiate.
Troppe forature al Rally di Croazia?
La gara infatti ha riservato alle vetture Rally1 ibride una raffica di forature che hanno messo fuori gioco non pochi equipaggi, già dalla prima giornata di competizione. Solo Pierre-Louis Loubet nella sola PS1 si è beccato due forature con la Ford Puma Rally1, subendone altre sino a finire senza più gomme di scorta ed essere costretto al ritiro momentaneo; ma nel corso del fine settimana hanno avuto lo stesso problema Gus Greensmith, Elfyn Evans, Ott Tanak, Thierry Neuville ed anche il vincitore Kalle Rovanpera, più qualche equipaggio del WRC2. E passi la condizione degli asfalti che in Croazia è estremamente varia in termini di grip, passi la pioggia che ha spinto tutti in particolare nella prima giornata ad usare solo i Cinturato, passi la strada umida, passi la nebbia, passi la sfortuna e il destino cinico e baro. Ma qualcosa, evidentemente, non va ancora con i Pirelli nonostante i loro prodotti per il WRC siano frutto degli ultimi sviluppi per rendere le gomme adatte alle più prestanti e pesanti Rally1.
Il ruolo della pioggia e la variabilità del meteo
In questa occasione la fornitura contemplava il debutto delle P Zero hard, ideali per prove speciali lunghe e temperature calde, previste in quantità maggiore (28 unità a 18) rispetto alle soft che invece sono studiate per prove più brevi e più scivolose, un po’ come è stato il fine settimana croato. Non è un caso che nell’ultima giornata di gara proprio gli pneumatici hanno giocato un ruolo importante nel consentire a Ott Tanak di insidiare la leadership di Rovanpera, che aveva montato le hard quando la pioggia ha reso la corsa più agevole all’estone di Hyundai, che correva con le Cinturato, fornite in numero di 8 ad ogni equipaggio.
Terenzio Testoni, responsabile delle Attività Rally per Pirelli, ha spiegato su DirtFish che, come al Rallye di Monte Carlo, al Croazia non bisogna pensare a breve termine per la prova speciale, ma considerare l’intero giro che si va ad affrontare: «Gli equipaggi avrebbero affrontato la fase finale quasi otto ore dopo aver fatto la loro scelta [in termini di pneumatici]. Molte cose possono succedere in otto ore». Ed infatti domenica in particolare abbiamo visto l’estrema variabilità del meteo e gli effetti sulle condizioni dell’asfalto, e come tutto ciò stava per costare la vittoria a Rovanpera.
Perché ci sono state così tante forature per i Pirelli
Ma per le forature? RallyeSport riporta una ulteriore analisi fatta da Testoni, difendendo la posizione di Pirelli: «Questo rally è stato uno dei più duri che io possa ricordare, pari a Monte Carlo in termini di complessità. La gomma da pioggia è diventata effettivamente la gomma preferita dagli equipaggi, combinata con la versione hard e soft seconda delle circostanze. Tuttavia, ciò significava che lo pneumatico da pioggia era spesso soggetto a sollecitazioni per le quali non era destinato. Molti piloti hanno provato ad incrociare le gomme, che hanno funzionato bene, e le tre gomme che abbiamo portato qui hanno giocato un ruolo importante. Abbiamo visto alcune forature durante l’evento, ma la maggior parte di esse sono state causate dalle auto con la fuoriuscita dal cerchione o che hanno danneggiato le ruote contro vari ostacoli. Il Rally di Croazia è stato tutt’altro che un evento normale, quindi congratulazioni a Kalle per aver ottenuto una vittoria così combattuta».
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