È arrivata oggi la conferma ufficiale di Citroen che ritira il proprio team nel WRC con effetto immediato, significando quindi la fine del programma nel Mondiale Rally a partire dalla stagione 2020, in cui concorreranno al momento solo tre grandi costruttori.
Pochi minuti fa ha rotto il silenzio il team principal Pierre Budar, che ai microfoni di Motorsport.com ha offerto ulteriori spunti riguardo questa drastica decisione che, ricordiamo, la casa francese imputa alla volontà del loro pilota di punta, Sébastien Ogier, di rompere il contratto e trasferirsi in Toyota (di cui attendiamo nei prossimi giorni comunicazioni ufficiali in tal senso).
Un problema di marketing alla base del ritiro di Citroen
Non c’è infatti soltanto la volontà del sei volte campione del mondo di cambiare aria alla base dell’abbandono del WRC: Budar spiega infatti che anche il marketing ha avuto il suo peso. Citroen, svela, sta puntando molto sulla transizione verso le zero emissioni nei suoi modelli di serie, e non avere un campionato che possa aiutare vetture come le C3 a fornire il contesto di sviluppo ideale (come è attualmente il Mondiale Rally, in attesa che ci sia maggior chiarezza sull’era ibrida che si aprirà nel 2022) per la casa francese è un problema.
Inoltre, Citroen si sta espandendo in mercati come quello indiano e cinese, non rappresentati nell’immediato futuro dal WRC. Poi, come si è detto negli ultimi tempi, ha pesato il fatto che il Gruppo PSA sia impegnato in una competizione elettrica come la Formula E e dal 2022 nel WEC ibrido con Peugeot: avere un terzo programma sportivo sul fronte delle motorizzazioni alternative non era possibile, svela Budar, che ammette l’ipotesi di un ritorno della casa del Leone nel WRC, ma «si è scelto [in PSA] di optare per il WEC perché questo programma era più in linea con le aspettative di Peugeot. Non voglio commentare questa scelta, non sono nella posizione di poterlo fare», sostiene. Insomma, visti anche i risultati di Citroen nel Mondiale degli ultimi tempi, per PSA il gioco non valeva più la candela.
Cosa sarebbe successo se Citroen fosse rimasta nel WRC
David Evans, che ha intervistato Budar, conclude con due domande molto interessanti: la prima riguarda le alternative dei piloti se Citroen fosse rimasta ancora, con gli attuali appiedati Andreas Mikkelsen o Craig Breen a disposizione, per esempio. Il team principal ribatte: «Quando sei coinvolto nel campionato e lotti per il titolo hai bisogno di uno dei tre grandi [Ogier, Ott Tanak e Thierry Neuville, ndr]. Perciò, fin tanto che provi ad ingaggiare uno dei tre e non ci riesci allora devi fare una decisione. Ed è quello che abbiamo fatto». Parole che riflettono la motivazione ufficiale che ha spunto Citroen fuori dal WRC, ovvero l’addio di Ogier (sarebbe interessante sentire la sua versione dei fatti, che magari fornirà quando verrà presentato come pilota ufficiale Toyota).
Ma il team era abbastanza competitivo per continuare a trattenere il francese e soddisfare le sue aspettative, chiede giustamente l’intervistatore? Qui Budar allarga le braccia: «Sono abbastanza certo che abbiamo fatto molti progressi durante l’anno e avevamo ulteriori sviluppi in corso in vista del Rallye del Monte Carlo [come la nuova aerodinamica della C3 WRC, testata quest’anno, ndr], ma il problema sta qui: sicuramente dal punto di vista di Sébastien sarebbe stato meglio avere queste migliorie prima e su questo siamo d’accordo, ma non è stato possibile. Abbiamo perso tempo all’inizio della stagione, e perciò avevamo bisogno di due anni per il progetto perché il primo è stato un po’ complicato. Sono sufficientemente sicuro che avremmo cominciato la stagione in una posizione migliore di quest’anno».
Anche Yves Matton dice la sua
Nel frattempo, pochi minuti fa anche il predecessore di Budar alla guida del team sino al 2017, Yves Matton, ha detto la sua sull’addio di Citroen. Sul suo profilo twitter, a corredo di una eloquente foto riguardante la vittoria di Sébastien Loeb e Citroen al Rally di Francia – Alsazia del 2012, che consegnò ad entrambi il titolo WRC, l’ex team principal ed oggi dirigente del settore Rally in FIA ha scritto: «La legge dello sport ha delle tristi conseguenze, penso anzitutto agli uomini e alle donne di Citroen Racing con cui ho avuto il piacere di condividere momenti indimenticabili. Spero si tratti solo di un arrivederci».