WRC Montecarlo 2013: Michelin, sfida contro neve e ghiaccio
Uno dei "Principati" più duri degli ultimi 15 anni
Persino Sèbastien Loeb ha avuto da ridire. Il Rally di Montecarlo di quest’anno è stato particolarmente duro dal punto di vista climatico e ambientale. Non certo per la mancanza di calore da parte del pubblico, accorso numeroso, ma per la neve e la pioggia che hanno battuto incessantemente per tutta la durata della competizione. Era da metà anni ’90 che non si vedeva un clima così ostico nel Principato. In un simile clima, ancora maggiore importanza è stata rivestita dai pneumatici, forniti nella quasi totalità dei casi dalla Michelin, in competizione con la casa cinese DMACK.
Per soddisfare le esigenze di tutti i piloti in gara, come forse già saprete, la casa francese ha dovuto fornire 40 pneumatici per ogni pilota, divisi in varie tipologie a seconda delle esigenze di ogni percorso. Nella foto di apertura potete infatti osservare una selezione di cinque diversi pneumatici, pensati ognuno per un particolare percorso. Non sono ovviamente tutti per il Rally di Montecarlo, dove le avverse condizioni meteo hanno praticamente costretto tutti a ricorrere alle più “cattive” gommature chiodate da neve per mantenere l’aderenza necessaria. Le gomme vengono selezionate dai piloti stessi, come potete vedere dai tabelloni presenti nell’immagine che vi riportiamo di seguito e dove potete anche vedere gli pneumatici da pioggia che sono stati lasciati dalle squadre sul camion della casa di Bibendum. Nel giorno in cui abbiamo scattato la foto si correva sul Col de Turini. Non servivano certo le Wet. La scelta è ricaduta soprattutto sulle Michelin Pilot Alpin 4 chiodate, le uniche che potessero fornire il grip necessario per lo svolgimento della gara.
Come funzionano le gomme durante una gara del genere, non è un mistero per nessuno. Ciò che ci ha incuriosito maggiormente, però, è quanto avviene agli pneumatici usati al termine della gara. Naturalmente il lavoro dei tecnici Michelin non si esaurisce con la premiazione dei vincitori della competizione, ma continua nelle settimane a seguire. Ogni vettura è fornita di un treno di sei gomme: quattro montate e due di scorta. Tutti gli pneumatici vengono riconsegnati direttamente alla casa, che alla luce delle condizioni del tempo, della gara del pilota, del consumo e di numerosi altri fattori, procede allo studio del prodotto, trovando soluzioni e novità che non solo potranno essere applicate alle forniture future per il campionato WRC, ma persino per i modelli Michelin forniti sulle auto di uso quotidiano.
A Montecarlo Michelin ha portato una squadra di 10 tecnici, il cui compito è di preparare, testare e studiare tutte le gomme che passano sotto la loro supervisione, ovvero quasi tutte. Michelin, però, non ha l’esclusiva per la fornitura di gomme per il WRC, ma ciò risponde ad una precisa scelta di marketing. La filosofia della casa francese, infatti, richiede sempre la presenza di un competitor, in questo momento la cinese DMACK, unico stimolo davvero efficace per portare un miglioramento continuo sui prodotti del marchio. Una competizione che dura da ormai due stagioni.
La gara è iniziata su uno scenario sorprendentemente duro. Montecarlo è sempre stato un rally su superficie miste, impegnativo per piloti e fornitori. Quest’anno, però, Giove Pluvio ha deciso di giocare pesante, trasformando la gara in un vero tour de force che ha impressionato persino un nove volte campione del mondo come Loeb. «La scelta più dura – ha dichiarato il campione francese – non è stata quella delle gomme, ma trovare la giusta strategia per gestire bene la quantità limitata che avevamo di ogni specifica tipologia. È stato un compito davvero arduo».
Per regolamento, infatti, ogni squadra è dotata di una quantità limitata di ogni tipo di gomma. Per cui queste vanno dosate su ogni tratto del percorso e su ogni giorno di gara. «Sin dall’inizio abbiamo chiesto ai piloti di stare attenti alle gomme nei tratti con asfalto a visto, così che fossimo sicuri che non avrebbero avuto problemi – ha spiegato Jost Capito, direttore di Volkswagen Motorsport – Sapevamo sin dall’inizio che sarebbe stato un fattore chiave della gara».
«Le condizioni imponevano che si trovasse la strategia ideale – ha continuato Yves Matton, direttore di Citroën Racing – Questo perché non avevamo abbastanza gomme (per ogni tipo) per affrontare ogni stage con un treno nuovo».
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui