Nonostante sia appena iniziata l’era ibrida nel WRC con le nuove Rally1 dotate di questa tecnologia e che hanno soppiantato le precedenti World Rally Car Plus, in FIA si sta già ragionando sul futuro e sulla successiva generazione di vetture.
“L’80% delle attuali Rally1 sarà tale anche nel prossimo ciclo tecnologico”
L’attuale ciclo di omologazione e regolamenti (anche se su quest’ultimo aspetto c’è già stata qualche piccola modifica, ma solo a livello sportivo) è iniziato nel 2022 e terminerà nel 2024, quando poi dall’anno successivo potrebbe esserci un ulteriore salto tecnologico per le attuali auto ibride alimentate da biocombustibili. Andrew Wheatley, nominato da poco nuovo direttore del settore Rally in FIA succedendo così a colui che ha traghettato il WRC verso la nuova era, ovvero Yves Matton, ha anticipato qualcosa ad Autosport, facendo intendere però che all’orizzonte non si intravedono rivoluzioni, quanto piuttosto delle evoluzioni.
«La prossima generazione di vetture Rally1 non avrà lo stesso numero di modifiche che abbiamo introdotto per l’attuale generazione. Direi che l’80% di quello che abbiamo attualmente con le Rally1 continuerà per il prossimo ciclo, se non due. Penso che quello che adotteremo sarà un cambiamento a livello generale e poi ad un certo punto ci sarà un grande passo avanti con la tecnologia, che si tratti di un range extender, di idrogeno, una batteria completamente elettrica… ancora onestamente non lo so», ha puntualizzato Wheatley.
“Grandi cambiamenti forse dal 2029-2030”
Il dirigente FIA non pensa sia possibile un cambiamento drastico per il 2025: «Penso che l’obiettivo che tutti hanno nel settore automobilistico vada più verso il 2029 o il 2030 per poter decidere quale sistema energetico usare nel futuro. Ritengo perciò che avremo un’evoluzione prima di una rivoluzione. Dobbiamo lavorare a stretto contatto con tutte le parti interessate e quel processo è già iniziato per capire come sarà il prossimo passo», confrontandosi quindi con i costruttori attuali, senza escludere il fatto che per il prossimo ciclo potrebbero aggiungersene altri.
La FIA vuole incoraggiare la partecipazione dei costruttori (anche nuovi) nel WRC
È la speranza che coltiva Wheatley, confidando anche sul fatto che i regolamenti tecnici rimarranno tali per ancora un po’ di tempo: in questo modo non dovrebbe esserci un costruttore che si possa avvantaggiare di più rispetto ad un altro: «In fin dei conti, i regolamenti per motori e trasmissioni sono talmente rigidi che è molto difficile, anche se non impossibile, per un costruttore fare un passo avanti rispetto ad altri rivali in termini di sviluppo. […] Se il telaio, i freni, le sospensioni e l’aerodinamica non cambiano di ciclo in ciclo, vuoi davvero essere coinvolto nel processo per ottenere il massimo da esso. Penso che ciò incoraggi i produttori a mettersi in gioco perché il motorsport non si svolge in sei o nove mesi. Non decidi oggi che vincerai gli eventi del Mondiale il prossimo gennaio». Inoltre, come disse a suo tempo il predecessore Matton, l’enfasi che la FIA vuole dare alle Rally1 non è tanto a livello prestazionale, quanto utilizzare le nuove tecnologie della mobilità come strumento a disposizione per i costruttori, per fare in modo che possano implementare nuove soluzioni con i modelli di serie ed avere inoltre una vetrina importante come il WRC per le loro auto.
“Siamo un laboratorio”
Insomma, la Federazione è estremamente ricettiva nei confronti dei marchi automobilistici. Una empatia che Wheatley spiega così, sempre su Autosport: «Penso che in questo momento i costruttori abbiano molte sfide sul tavolo. Ci sono problemi a livello di catena di approvvigionamento per tutti loro, e stiamo uscendo da due anni di pandemia. Tutte cose che, assieme alle questioni delle nuove fonti energetiche, rendono difficile sedersi e parlare con loro ed avere una chiara comprensione di come sarà il futuro. Ecco perché dobbiamo essere visti come un laboratorio e mantenere aperte le opportunità. Non ci sarà un grande cambiamento», conclude.