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WRC | Ecco perché M-Sport non ha ripreso i test. Intanto si ragiona su un Mondiale rally più sostenibile

Che fine ha fatto M-Sport? Nel senso, il team è ancora solido e presente, tuttavia mentre i suoi rivali nel WRC – Hyundai Motorsport e Toyota Gazoo Racing – hanno già ripreso e concluso in Finlandia i test dopo la cessazione dello stop imposto dalla FIA causa coronavirus, la squadra che schiera le Ford Fiesta WRC non ha ancora rimesso su strada le proprie vetture. 

Richard Millener spiega perché M-Sport non ha svolto ancora i test

Il team principal Richard Millener ha quindi rotto il silenzio, spiegando ai microfoni di WRC.com che la ripresa dei test al momento non è all’ordine del giorno. Ecco spiegato perché con una certa dose di pragmatismo: «Non vediamo il motivo di andare in Finlandia sapendo che in questa stagione non ci gareggeremo». Passi, ma non è soltanto questo il motivo: «Oltre all’aspetto economico, bisogna inoltre sapere che non possiamo rimuovere il personale dal programma di cassa integrazione parziale solo per questo e non dimenticare che le regole di quarantena [in vigore nel Regno Unito] rendono i viaggi abbastanza difficili. Preferiamo quindi aspettare di vedere come sarà il calendario prima di costruirci attorno il nostro programma di test. Non ci sono molte ragioni quindi per fare test. Li avremmo potuti fare nel nostro quartier generale a Greystoke. Fino a quando non avremo qualcosa su cui puntare, risparmieremo le nostre risorse».

WRC, che fare con l’afflusso del pubblico in tempi di coronavirus?

A proposito del bistrattato calendario del WRC 2020, quando prima o poi si riprenderà bisognerà anche fare i conti con le misure di distanziamento sociale che ormai hanno segnato le nostre vite. Ci dobbiamo aspettare dei rally rivisitati per gli spettatori oppure propendere direttamente per le porte chiuse, tagliando la testa al toro? Millener nei mesi scorsi ha escluso quest’ultima possibilità, ma a far più o meno chiarezza ci pensa adesso Simon Larkin del WRC Promoter, che sulle pagine di DirtFish spiega come il Mondiale Rally dovrà essere ripensato in maniera più sostenibile, cogliendo la palla al balzo degli effetti sociali del coronavirus. Larkin riflette sul fatto che gli eventi del campionato richiamano molto pubblico, soprattutto in Paesi come l’Estonia in cui la disciplina è trascinata da personaggi come Ott Tanak e Martin Järveoja. «Se inizieremo in Europa – spiega il promotore –  allora sappiamo che ci sarà un enorme afflusso in qualunque sia il nostro primo o anche il nostro primo paio di eventi. Ci sarà l’entusiasmo di tornare a vedere il WRC dal vivo. Dobbiamo esserne consapevoli».

“Penso sia un buon momento per un reset”

«Dal punto di vista del Campionato Mondiale di Rally – prosegue Larkin –  siamo uno sport piuttosto complicato in quanto gli eventi su svolgono su una vasta area. Alcuni dei nostri eventi attirano tra i 400.000 e i 500.000 spettatori. Questo ci costerà un po’ di pianificazione e alcuni problemi di implementazione. Ma questo è anche un buon momento, a dire il vero, per pensare alla sostenibilità del motorsport nel suo insieme e del WRC globalmente. Come ci adattiamo alle priorità delle persone in futuro, sia nelle forme di trasporto, […] nella nostra impronta ecologica che creiamo. E penso che sia una buona cosa. Penso che sia un buon momento per fare un reset. Penso che stessimo raggiungendo il punto in cui probabilmente sarebbe dovuto avvenire questo tipo di reset e penso che ci è stato dato un buon momento per fare una pausa».

Verso un WRC più sostenibile

Insomma, ripensare anche il WRC a livello globale, format incluso come hanno chiesto in precedenza anche gli stessi piloti. «Possiamo emergere da tutto ciò come un prodotto più forte e più praticabile, proprio perché siamo stati costretti a pensare fuori dagli schemi su ogni piccolo elemento per ciascuno dei nostri campionati […] E penso che questo ci darà una posizione più forte per poter vendere il nostro campionato»,  conclude Larkin.

 

Luca Santoro:
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