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WRC | Citroen cerca il terzo podio sulle alte quote del Rally del Messico 2019

Dopo le nevi e il ghiaccio tra Monte Carlo e Svezia (al netto di temperature un po’ più miti del solito nel Paese scandinavo) la carovana del WRC si sposta sugli sterrati roventi dell’America Latina: al Rally del Messico 2019 torna in competizione Citroen Total WRT, per riprendersi tutto quello che ha lasciato per strada nell’appuntamento precedente.

Due podi nel WRC 2019 per Citroen

Intendiamoci, il team di Pierre Budar si è preso due podi nei primi appuntamenti di questa stagione, con la vittoria di Sébastien Ogier e Julien Ingrassia al Monte Carlo (tra l’altro, la centesima nella storia delle partecipazione del double chevron nel Mondiale Rally) e il secondo posto dell’equipaggio Esapekka Lappi e Janne Ferm al successivo Rally di Svezia. Tuttavia le difficoltà del sei volte campione WRC patite nel Paese scandinavo, con un ritiro che ne ha pregiudicato l’accesso alla zona punti, ha fatto scivolare quest’ultimo giù dalla vetta della classifica piloti, mentre Citroen langue al terzo posto in quella costruttori. Urge un cambio di marcia ancora più deciso, già dall’imminente Rally del Messico del 7-10 marzo prossimi.

Le insidie del Rally del Messico

Quasi ogni tappa del calendario mondiale fa storia a sé, ed anche il Messico non scherza, visto che all’ordine del giorno ci sarà un clima che in questo momento dell’anno è secco (periodo che generalmente va da novembre a maggio in questa fascia tropicale), con temperature al di sopra dei 20 gradi, con picchi oltre i 30 gradi nella città di Léon (nello stato di Guanajuato) che rappresenterà il fulcro del rally. Inoltre si correrà in una zona che presenta pure una notevole altitudine. Condizioni difficili da replicare tutte assieme in una prova europea (sebbene gli equipaggi Citroen hanno svolto una due giorni di prove in condizioni che al limite si avvicinano, nel sud della Spagna), perciò è fondamentale avere una buona esperienza alle spalle nell’approccio alla gara.

Citroen in Messico ha vinto sette edizioni sulle quattordici nelle quali ha partecipato, detenendo una specie di record tra i costruttori, che fa il paio con il secondo miglior primato per quanto riguarda i trionfi tra gli equipaggi, grazie ai quattro successi (tra cui quello dell’anno scorso) detenuti da Ogier-Ingrassia, che quest’anno partiranno terzi nella prima giornata e non avranno l’onore di spazzare le strade sterrate.

Partiranno invece quinti Lappi e Ferm, e quindi Citroen comincerà in Messico con un buon vantaggio competitivo per entrambi i suoi equipaggi, ma sarà anche la prima volta per tutti con la C3 WRC su sterrato. Inoltre il finlandese ha una esperienza non molto approfondita della prova, per usare un eufemismo, visto che conta in carriera una sola partecipazione l’anno scorso, con un undicesimo posto finale mica tanto da buttare.

Le dichiarazioni dal team Citroen

«Siamo consci che le cose possono stravolgersi in questo primo appuntamento stagionale su sterrato, soprattutto per via degli stress notevoli che le vetture potrebbero sopportare per via del caldo e dell’altitudine, ma in Messico abbiamo sempre fatto bene», rassicura il Team Principal Pierre Budar, che fa affidamento sulla buona posizione di partenza di Ogier e Lappi e sul fatto che potrebbero trovare strade con un miglior grip.

Ogier ha spiegato invece che i test pre-evento sono andati bene, con condizioni di caldo all’incirca simili al Messico, anche se «non abbastanza». «Dopo un difficile Rally di Svezia, dove non siamo riusciti ad esprimerci al meglio, non vedo l’ora di partire e realizzare il nostro pieno potenziale». Inoltre «le prove in Messico sono bellissime, ma è necessario fare attenzione durante il giro pomeridiano – mette in guardia Ogier – quando fa più caldo. I secondi passaggi sono sempre difficili per le vetture, soprattutto perché l’altitudine significa non soltanto una potenza ridotta, ma potrebbe anche causare problemi con il raffreddamento».

Lappi ha affermato infine di aver preso maggiore confidenza con la C3 WRC nei test in Spagna, con quale si sente sempre più in simbiosi. È però conscio del fatto che la sua esperienza sia limitata in Messico, perciò spera di finire almeno tra i primi cinque e di mostrare l’efficienza giusta alla guida, «dato che perdiamo circa un centinaio di cavalli a causa dell’alta quota».

Rally del Messico 2019: panoramica generale

Il Rally del Messico 2019 presenterà 313,87 km competitivi per 21 prove speciali, con una altitudine massima di 2.756 metri prevista nella PS di Ortega, nella prima giornata. L’alta quota potrebbe comportare dei problemi alle vetture come hanno spiegato i piloti, visto che ogni 1.000 metri sopra il livello del mare perdono il 10% della loro potenza. Gli ingegneri quindi avranno il loro bel da fare con la mappatura del motore per limitare questo deficit, ed inoltre ci sarà l’altra questione relativa al raffreddamento dell’unità di potenza, dei componenti idraulici e dei freni dovuto appunto all’altitudine e alla riduzione dell’ossigeno nell’aria. I terreni sono meno usuranti per via del fondo a volte sabbioso e per la riduzione di potenza delle vetture, perciò al netto delle alte temperature i team dovranno valutare bene e soppesare la scelta delle gomme, che siano dure oppure medie.
Il percorso di quest’anno è stato alleggerito di circa 30 km ma rimane praticamente il medesimo degli anni scorsi. Restate con noi per scoprire tutti i dettagli del tracciato, il programma con gli orari ed altre curiosità sul Rally del Messico 2019.

Luca Santoro:
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