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WRC | Adamo (Hyundai): “Le Rally2 non devono diventare per forza ibride”

Mentre la casa madre in Sud Corea deve ancora sciogliere la riserva se partecipare o meno con il proprio team motorsportivo nel WRC dal prossimo anno, in cui si aprirà l’era ibrida per le World Rally Car, per Hyundai Motorsport si apre anche il fronte della Rally2, le vecchie R5 che andranno anch’esse incontro ad una piccola rivoluzione tecnologica, accogliendo allo stesso modo delle Rally1 l’ibrido direttamente dal 2023, secondo i desiderata della FIA.

“Dobbiamo capire se abbiamo bisogno di auto più complicate da vendere e da gestire”

Chiariamo, nulla di incendiario, solo qualche dubbio avanzato dal team principal Andrea Adamo, impegnato con il suo team con le ultime finalizzazioni della nuova i20 N Rally2, prossima all’omologazione che si dice possa avvenire entro luglio. Già piuttosto realista al riguardo dell’introduzione dell’ibrido nelle vetture maggiori, le Rally1 ex WRC, quando magari arriveranno nel frattempo nuove tecnologie di alimentazione, l’ingegnere piemontese ha affondato il colpo su DirtFish anche in merito all’implementazione dell’elettrico nei motori delle Rally2. Il punto di partenza, come sempre, sono i costi che si scaricheranno sui clienti privati e i team preparatori delle vetture, che non sono quelli ufficiali legati ai costruttori quando parliamo in particolare delle vecchie R5: «Non credo sia scolpito nella pietra il fatto che le auto Rally2 debbano essere ibride, onestamente, perché dobbiamo ricordare che quelle sono auto dei clienti. E penso che dobbiamo stare attenti a non essere troppo aggressivi [sic]. Tutto deve essere analizzato a fondo e verificare se davvero abbiamo bisogno di auto più complicate da vendere, da gestire, e così via. Quei tipi di auto devono essere gestite dai team, che devono essere in grado di poterle noleggiarle settimanalmente, perché i costi sono alti e devono rimborsare queste vetture».

“Abbiamo bisogno dell’ibrido? Non lo so, ma dobbiamo addattarci”

Adamo si chiede quindi: «Abbiamo bisogno dell’ibrido? Non lo so. Quando? Non lo so, dobbiamo difendere anche gli investimenti dei costruttori. Non mi convince entrare nell’ibrido solo per il gusto di avere questa tecnologia». E ancora: «Dobbiamo adattarci, di sicuro. L’approccio corretto per me sarebbe quello di adattarmi a ciò che possiamo trovare sulla base delle auto stradali […]. Infatti, ad esempio, stiamo utilizzando un motore da due litri che a causa della normativa Euro 7 e delle restrizioni che entreranno in vigore nel 2025, forse non sarà più sul mercato». Le tecnologie vanno avanti a rotta di collo anche nell’automotive, e da qui scaturisce qualche dubbio in Adamo: «Quando la gente mi dice che dobbiamo passare all’ibrido, bisogna guardare al quadro più ampio, quali sono le vetture stradali che avremo nei prossimi tre o quattro anni. Lo sappiamo? Vedo che abbiamo più Suv, cose così, dobbiamo vedere i motori per le auto da strada che possiamo iniziare a usare o dobbiamo usare, e poi cosa significa ibrido esattamente: ibrido, e-turbo, non lo sappiamo».

Insomma, per il team principal di Hyundai Motorsport non bisogna passare all’ibrido solo per piantare una bandierina, ma serve pragmatismo e capire da un lato i costi dell’implementazione di questa tecnologia (non solo per i team più grandi come quelli ufficiali), e dall’altro capire quale sarà lo stato dell’arte delle propulsioni alternative quando avverrà il momento di cambiare rispetto ai motori termici.

Crediti Immagine di Copertina: Hyundai Motorsport

Luca Santoro:
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