WRC | Verso una maggiore flessibilità sull’omologazione delle vetture 2021: l’apertura della FIA
Yves Matton non esclude un approccio flessibile
La situazione generale dovuta al coronavirus impone una certa messa in discussione di abitudini, priorità e piani. Discorso che vale per il campionato WRC e che riguarda in particolare il lavoro di sviluppo ed omologazione delle vetture in gara nel 2021.
La priorità all’era ibrida del WRC 2022
La FIA apre perciò ad un approccio più flessibile viste anche le difficoltà dei team nel lavorare sulle proprie vetture. Sullo sfondo, la marcia verso l’era ibrida che si aprirà nel 2022: di conseguenza l’orientamento dei team è di utilizzare basi e parti attuali per le vetture 2021 in modo tale da razionalizzare i costi (discorso più complesso invece per Toyota Gazoo Racing, che mirava ad introdurre nella prossima stagione un’auto basata sul nuovo modello stradale GR Yaris e che sostituisse l’attuale Yaris WRC).
Yves Matton, direttore del settore Rally per la FIA, assicura di rimanere sempre in contatto con i team a cui chiede riscontri da parte del top management dei loro costruttori, ed ha spiegato ancora una volta sulle pagine di DirtFish: «Ritengo che la situazione di ciascun costruttore possa essere diversa e quando dico che daremo prova di flessibilità , è solo nell’interesse del campionato e per far sì che tutte le parti interessate possano essere coinvolte in futuro».
“Serve un accordo comune, ma senza essere precipitosi”
Ricordiamo che, con le regole attuali, una volta installate le nuove parti omologate, la vettura non può più essere ripristinata alle specifiche precedenti. Matton ha aperto ad una maggiore flessibilità in tal senso, ma comunque ha avvertito: «[Questa flessibilità ] può basarsi solo su un accordo preso in comune tra i costruttori e la FIA. Le cose dovranno essere adattate, ma solo nel quadro di un accordo comune che sia nell’interesse del campionato e delle parti coinvolte, e non realizzato di fretta. La situazione si sta evolvendo ogni settimana e non voglio che prendiamo decisioni non basate sugli ultimi sviluppi. Vogliamo prendere decisioni basate sull’uscita da questa crisi».
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