World RallyCross – Villeneuve: “Questa serie mi ricorda le vecchie corse”
Il canadese colpito dai duelli in pista e dall'ambiente familiare
Fra poco più di una settimana in quel di Montalegre (Portogallo) prenderà il via il nuovissimo Campionato Mondiale RallyCross presentato mercoledì al Fanciacorta, venue a settembre della terz’ultima prova del calendario.
Attesissimo come d’altronde l’iridato WRC 2003 Petter Solberg il canadese Jacques Villeneuve che debutterà su una Peugeot 208 Supercar preparata dal team Albatec e con cui abbiamo parlato prima di lasciarlo ai lavori in pista.
Hai gareggiato un po’ ovunque, in F1, Nascar, IndyCar, Trophée Andros. Come mai hai deciso di puntare ora su una categoria così diversa dalle altre e che mescola terra ad asfalto?
Innanzitutto perché mi è stata offerta l’opportunità e a me interessava tornare alle gare, poi per il carattere di internazionalità che ha acquisito la serie, ora non più ristretta all’ambito europeo e infine per le grandi battaglie che garantisce.
Quindi ti ha convinto anche il maggior peso rivestito dal pilota?
No, non è quello perché alla fine senza una buona macchina chi guida è limitato, più che altro è l’impegno richiesto per riuscire a distinguersi. Ti devi dare da fare. Allo stesso modo è bello l’ambiente, molto umano. Mi ricorda le vecchie corse, quelle che amo e quelle che poi vorrebbero i tifosi…
Quali pensi siano i suoi punti forti?
Prima era una disciplina di nicchia che si sviluppava perlopiù in posti isolati, oggi invece si sta avvicinando alle città ed è inserita in un contesto di diverse gare in modo da garantire al pubblico uno show continuo, inoltre le manche durano appena sei minuti per cui riescono a catturare l’attenzione delle persone che ormai più di un tot non resistono distratte dalle tecnologie. Venti, quarant’anni fa un prodotto del genere non sarebbe mai stato vendibile poiché si era sempre alla ricerca della durata, della fatica…adesso invece rappresenta a pieno quello la gente desidera.
Hai provato la macchina già un paio di volte in Francia e in Inghilterra, che sensazioni ti ha trasmesso? Come ti è sembrato Lydden Hill, tracciato sede del secondo round?
Devo dire che mi ha sorpreso perché è davvero veloce e non me l’aspettavo. Dà sicuramente soddisfazione. In un motorsport momentaneamente alla ricerca di auto sempre meno potenti il RallyCross sta andando in direzione inversa. Riguardo il circuito britannico mi sono divertito da matti, è rapidissimo, però purtroppo essendo ad Indianapolis per quel weekend non potrò essere della partita.
Hai lavorato quasi sempre per grandi team. Com’è passare ad una struttura e una realtà più piccola?
Durante il periodo passato in Nascar sono stato in squadre composte da poche persone, quindi per me non è una novità , comunque mi piace parecchio. Non ci saranno i grossi budget, ma tutti si rimboccano davvero le maniche. In generale preferisco questo genere di milieu perché ti permette di parlare con gli ingegneri, di confrontarti e immaginare con lui le possibili soluzioni, non come in F1 dove hai come venti tecnici dietro che ti dicono cosa devi fare.
Infine cosa ti aspetti dai tuoi avversari?
Non li conosco ancora. Per ora devo solo meritarmi il loro rispetto.
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