Minardi lancia l’allarme “Senza una soluzione, le formule minori non hanno più senso”
Test SI, Test NO! E’ questo il grande e importante dilemma che sta tornando all’attenzione della Formula 1. Dopo il loro divieto per cercare di ridurre i costi della F.1, i test privati tornano a far discutere e a dividere il Circus. Da una parte abbiamo team che premono sull’acceleratore per riabilitarli, come la Ferrari, dall’altra team che tirano il freno a mano, tipo la McLaren.
Tra i forti sostenitori del loro ritorno c’e da sempre quel Gian Carlo Minardi che in oltre 20 anni di F1 e 340 GP ha saputo lavorare costantemente con i giovani valorizzandoli e lanciandoli nella massima serie “Da sempre sono un grande sostenitore dei test. In questo modo si possono valorizzare i giovani. Se veramente si vogliono fare dei tagli, questi non dovrebbero certo coinvolgere la voce dei test. Con più giornate di test si da la possibilità al giovane di conoscere tutti i segreti di una monoposto di F1 e di farsi notare”
Minardi però pone l’accento su un argomento molto importante, legato a tutto quel backstage della massima serie che sono le formule propedeutiche “Se non diamo uno sbocco naturale verso la Formula 1 a chi ha dimostrato di andare molto forte, meritando quindi di essere messo alla prova, allora decadono tutte le formule minori. Non ha più senso correre in un campionato tanto costoso come la GP2 se poi chi vince non viene premiato e così pure accade in cascata per tutte le altre categorie. Bisogna mettersi attorno ad un tavolo e trovare delle soluzioni serie”
“Il progetto che sta portando avanti la Ferrari Driver Academy è frutto di un buon lavoro di equipe tra l’ACI CSAI Scuola Federale e, appunto, FDA. Abbiamo un Antonio Fuoco che si sta mettendo in evidenza al debutto in Formula Renault 2.0 e un Raffaele Marciello leader nella F.3 Euro Series con il team Prema. Questi risultati sono di ottimo auspicio e una grande soddisfazione. Vuol dire che gli sforzi di questi anni stanno dando i primi frutti. E’ importante seguire i ragazzi dando loro anche una metodologia di lavoro e di crescita. Senza però uno sbocco verso la massima serie, tutto questo lavoro potrebbe diventare veramente inutile!” conclude il manager faentino
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