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La FIA apre la Hall of Fame del Rally: presente anche la Lancia Stratos Gr.4 Alitalia

La FIA apre le proprie porte ad una nuova sezione della propria Hall of Fame, inaugurata due anni or sono con 33 piloti che hanno segnato la storia della F1. Non di sole monoposto vive l’uomo ed ecco quindi che quest’anno la galleria delle leggende del motorsport si arricchisce con il rally.

I piloti presenti e i nomi della FIA Rally Hall of Fame

Nella cerimonia che lo scorso weekend si è svolta a Parigi, dove ha proprio sede il quartier generale della FIA in Place de la Concorde, 17 campioni del WRC hanno fatto il loro ingresso nella Hall of Fame del Rally Mondiale: tra di loro erano presenti all’evento parigino una selezione dei nomi che hanno dominato la disciplina al massimo livello competitivo, come Walter Röhrl (campione WRC nel 1980 e 1982), Ari Vatanen (1981), il nostro Miki Biasion (1988, 1989), Carlos Sainz (1990, 1992), Didier Auriol (1994), Tommi Mäkinen (1996, 1997, 1998, 1999), Marcus Grönholm (2000, 2002), Petter Solberg (2003) e non poteva mancare Sébastien Loeb e la sua sfilza di titoli iridati (2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011 e 2012).

La cerimonia ha anche ricordato ed introdotto nell’olimpo del WRC piloti che ci hanno lasciato, come il primo vincitore nella categoria drivers introdotta nel 1979, Björn Waldegård (era presente il figlio Mathias, anche lui sulle orme del padre ma con una carriera non comparabile), o l’indimenticato Colin McRae, iridato nel 1995 nonché idolo di generazioni di appassionati, rappresentato dal padre già anch’esso rallista nonché campione nazionale Jimmy. Jo Burns invece era presente per il fratello, Richard, campione nel 2001.

La Hall of Fame, aperta al pubblico su prenotazione nelle sedi di Parigi e Ginevra, ha celebrato anche vincitori che si sono distinti come Juha Kankkunen, tre volte iridato con tre diversi costruttori o Tommi Mäkinen, che oltre ad essere stato campione WRC è stato anche l’artefice, in veste di team manager, del primo trionfo di Toyota tra i costruttori (avvenuto l’anno scorso).

Non potevano mancare ovviamente i mezzi che hanno portato questi campioni al trionfo, come l’Alpine Renault A110 che vinse il campionato nel 1973, la Peugeot 205 T16 che dominò il WRC negli anni Ottanta con quattro titoli iridati, e poi la Citroen Xsara WRC portata al trionfo da Loeb e la Volkswagen Polo WRC che ha dominato la competizione con Sébastien Ogier. Inoltre, nella Hall of Fame fa sfoggio di sé una vettura che ha fatto sognare i nostalgici di casa nostra, oltre ad aver ovviamente segnato la storia della disciplina, ça va sans dire.

La Lancia Stratos Gr.4 Alitalia nella FIA Hall of Fame del Rally

Parliamo della Lancia Stratos Gr.4 Alitalia del 1974, che trionfò al Rally di Portogallo del 1976 e sul podio (secondo posto) del Monte Carlo del 1977. Esposta su autorizzazione di FCA Heritage, il dipartimento del Gruppo specializzato nella conservazione, tutela e promozione delle vetture storiche che fanno parte del patrimonio dei marchi associati (Fiat, Alfa Romeo, Lancia ed Abarth) e che ne custodiva l’esemplare, la Stratos fu concepita con lo scopo principale di trionfare nelle competizioni rally, secondo l’intenzione dell’allora direttore sportivo di Lancia Cesario Fiorio.

Contraddistinta dalla caratteristica livrea con i colori Alitalia e dalle linee filanti ed affusolate (un design concepito da Marcello Gandini per la carrozzeria Bertone), la Lancia Stratos Gr.4 conquistò tre Mondiali Costruttori WRC negli anni Settanta (per la precisione, 1974, 1975 e 1976), la Coppa del Mondo FIA con Sandro Munari nel 1977 ed altri trionfi anche nel Campionato Europeo.

L’auto fu prodotta in 26 esemplari da gara e presentava un motore Ferrari a sei cilindri da 2,4 litri, posizionato dietro l’abitacolo di guida per ottimizzare il peso della vettura, e sprigionava una potenza massima di 300 cv ed una testata che da 12 valvole è poi passata a 24. Una frazione di storia del motorsport, ora ammirabile dal pubblico che potrà avere la fortuna di visitare la Hall of Fame della FIA.

 

 

 

 

 

Luca Santoro:
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