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IndyCar | 500 Miglia di Indianapolis, Gara: meraviglioso secondo successo di Sato

Pochi si scorderanno questa 500 Miglia di Indianapolis corsa per la prima volta in agosto: Takuma Sato conquista il secondo sigillo tra le più importanti gare motoristiche dell’anno con grinta e decisione, beffando Scott Dixon grazie a una bandiera rossa finale.

Il resoconto della 500 Miglia di Indianapolis: Sato di nuovo re

Difficilmente qualcuno avrebbe pensato che potesse essere di nuovo la volta buona per lui, ma Sato ha corso da vero esperto. Per un pilota arrivato alle 43 primavere, con un lungo passato in Formula 1 ma ormai ben ambientato nella IndyCar, significa una conferma che nel 2017 non era stata una vittoria per puro caso: con grande autocontrollo della situazione, il giapponese scattato dalla terza posizione ha sempre mantenuto le posizioni di vertice e, tra le tante situazioni di caution, ha poi piazzato il colpo vincente su Dixon al 172° giro. Il neozelandese di Ganassi ha poi tentato in tutti i modi di ritornare in testa ma non c’è stato nulla da fare, soprattutto quando poi è intervenuta la red flag per il botto pauroso di Spencer Pigot con una manciata di giri al termine; la direzione gara ha deciso di mettere la parola fine alla corsa, incoronando Sato vincitore della 104esima edizione. Tanta rabbia per Dixon appena sceso dalla macchina, ma almeno c’è la magra consolazione di aver consolidato la testa della classifica.

Rossi tenta la rimonta ma finisce a muro

Con Sato festeggia non solo Rahal Letterman Lanigan Racing (che vede Graham Rahal in terza posizione) e il Giappone, ma anche Honda: otto motori nelle prime dieci posizioni, a significare la grande performance mostrata dai propulsori orientali. C’è da sottolineare anche l’ottimo 4° posto di Santino Ferrucci, sempre forte sugli ovali, mentre Josef Newgarden è 5° per il Team Penske, mentre il poleman Marco Andretti non è mai stato della partita, chiudendo addirittura 13°. A muro Alexander Rossi, in lotta per la vetta ma poi penalizzato per un contatto in pit-lane proprio con Sato: l’americano ha tentato il recupero ma, forzando troppo, ha picchiato contro il muro.

Alonso e l’incredibile delusione

Il più grande deluso è un altro pilota: Fernando Alonso ha chiuso solamente 21°, addirittura con un giro di ritardo. Tutt’altra storia rispetto al suo debutto nel 2017, ma già dalle qualifiche si era capito che non ci sarebbero state speranze per l’agognata Triple Crown che, sicuramente, non vedremo il prossimo anno per il suo ritorno in Formula 1 con Renault. Curioso che, nel 2006, l’asturiano andava a conquistarsi il secondo titolo nel Circus mentre Sato ha concluso con zero punti su una mai competitiva Super Aguri; passano 14 anni ed è il giapponese a sfregiarsi di un secondo successo più che meritato.

Tanti incidenti, grande classico di Indy

Parlando degli incidenti visti oggi, il primo ad abbandonare è stato James Davidson con i freni letteralmente a fuoco dopo poche tornare. Marcus Ericsson ha invece baciato il muro al 25° giro, seguito poi all’83° dal rookie Dalton Kellett. Nella successiva ripartenza, Conor Daly è finito in testacoda e, con il gruppo che ha rallentato, Oliver Askew ha frenato perdendo il controllo della monoposto, colpendo prima lo statunitense e poi le barriere interne. Infine anche Alex Palou ha alzato bandiera bianca nonostante un’ottima qualifica, finito pure lui a muro.

NTT IndyCar Series 2020 – 104th Indianapolis 500, gara: classifica

Copyright foto: Chris Jones / IndyCar

Luca Basso:
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