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Il pragmatismo di Nikolay Gryazin: “Correre con una WRC? È ancora presto, ed è difficile trovare sponsor russi”

Nikolay Gryazin dopo la vittoria dell’ERC Junior Under28 – allora si chiamava così – nel 2018 sembrava destinato ad una carriera in crescendo. Ed in effetti così è stato, almeno in termini di occasioni, visto che nel 2020 entrò a far parte della appena nata squadra ufficiale di Hyundai Motorsport per il WRC2. In quell’anno, a parte il titolo nazionale rally in Lettonia, il russo non conquistò grandissimi risultati se escludiamo il secondo posto di categoria al Rally del Messico ed il terzo al Monte Carlo. Tuttavia, il team principal Andrea Adamo sul finire della stagione conferì una bocciatura di fatto per i suoi equipaggi impegnati nel WRC2, sostenendo ai nostri microfoni la propria delusione nei loro confronti. Alla fine Ole Christian Veiby fu riconfermato, mentre Grayzin fu cassato per far spazio nel 2021 ad Oliver Solberg (e successivamente è arrivato anche Jari Huttunen, vincitore del WRC3, promosso per la serie successiva).

Gryazin: “Devo acquisire più esperienza prima di correre con una WRC”

Insomma, il 23enne russo si è trovato con il cerino in mano a fine 2020, ripartendo con la propria carriera grazie all’italiana Movisport, che lo schiera nel WRC2 di quest’anno sulla Volkswagen Polo GTi R5 preparata dalla lettone Sports Racing Technologies. Dopo il riscaldamento al Monte Carlo, con un quinto posto nella classe RC2, Gryazin ha ottenuto un ottimo terzo posto nel WRC2 al successivo Arctic Rally Finland, dove ha anche avuto l’occasione di poter testare la Ford Fiesta WRC di M-Sport nei giorni antecedenti alla gara. Esperienza ovviamente giudicata molto positivamente dal pilota, che ha reputato la World Rally Car più facile da guidare rispetto alla R5.

“Non voglio salire su una WRC e finire ultimo”

Ma il russo resta con i piedi saldamente ancorati per terra, come ha spiegato su DirtFish mettendo su un bel carico di sano realismo. Pur ambendo a gareggiare con una vettura della massima categoria, come tutti i rallisti del resto, ha anche ammesso il fatto che è «difficile arrivarci senza l’aiuto di un team ufficiale». E ha puntualizzato: «È ancora abbastanza presto per me. Devo disputare più rally ed acquisire più esperienza. Devo capire esattamente come stanno le cose prima di fare un passo avanti; quando arrivi al WRC devi essere imbattibile su una vettura R5. Non voglio salire su una World Rally Car ed essere l’ultimo nella classifica finale. Se è così, a volte è meglio competere nella WRC2: è qui che la R5 è più competitiva. Non ho una seconda opzione nel WRC, quindi devo far funzionare questa prima possibilità».

“Non mi dispiacerebbe tornare in Hyundai”

Tra l’altro il regno del WRC2 al momento è quasi più interessante del gradino superiore del WRC, con molti ex piloti ufficiali – da Mikkelsen a Lappi – approdati nella serie di supporto visto il restringimento a collo di bottiglia del livello più alto, essendoci meno team ufficiali e costruttori, e tanti giovani interessanti: il tutto unito ai progressi che sta facendo la classe R5, oggi chiamata Rally2. Grayzin comunque continua a mantenere «un buon rapporto» con Hyundai, ha proseguito, e non nasconde che gli piacerebbe ritornarci. Ma intanto ha acquistato la Polo R5 «e corriamo con squadre diverse, a volte SRT, a volte Printsport, a volte qualcun altro. Il piano è trovare la squadra migliore». Certo, non aiuta il fatto che Volkswagen ha praticamente dismesso i suoi piani nei rally anche con la Polo R5, notizia che è arrivata – rivela il giovane russo – una volta che è stata comprata la vettura. «Siamo rimasti piuttosto sorpresi dalla notizia. Per quest’anno, riteniamo che il programma andrà bene, i pezzi di ricambio dovrebbero essere disponibili», ha commentato.

La difficoltà nel trovare sponsor russi

Il prossimo impegno di Gryazin sarà il Rallye Le Touquet su asfalto che si disputerà il primo weekend di aprile. «Preferisco fare questi rally più piccoli, penso che sia meglio dei test perché guidi su una strada con condizioni mutevoli come un rally». Il problema del giovane pilota è anche il fatto che sarà difficile trovare sponsor che gli consentano di guidare in eventi internazionali, giacché in questa tipologia di manifestazioni la WADA ha imposto alla Russia di non competere con i suoi atleti di ogni sport con la bandiera nazionale per i prossimi due anni, ma con una neutrale come avverrà per la spedizione alle Olimpiadi di Tokyo di questa estate dopo il noto caso del presunto doping di Stato. «In Russia – spiega ancora Gryazin -, il WRC è ancora qualcosa di nuovo. Non è la Formula 1 e trovare soldi per il WRC per un’auto R5 è difficile. E le aziende russe sono patriottiche e vogliono sostenere la Russia: è difficile quando devo guidare con questa bandiera neutra». 

Crediti Immagine di Copertina: Hyundai Motorsport

Luca Santoro:
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