L’ormai sempre più vicina 24 Ore di Le Mans, la leggendaria gara endurance in scena nell’altrettanto epico Circuit de la Sarthe il prossimo 16 e 17 giugno con 60 vetture pronte a darsi battaglia (di cui 36 per il WEC), riporta d’attualità una delle tante statistiche e curiosità legate alla prova di durata che ha definito molte pagine della storia del motorsport: ci riferiamo alla categoria dei piloti capaci di vincere a Le Mans e che detengono in bacheca almeno un Mondiale in Formula 1. Quest’anno al via una ci sarà infatti una folta pattuglia di ex legati alla massima serie su ruote scoperte, di cui due di essi iridati nei passati campionati, ma a secco nella 24 Ore più famosa al mondo. Per ora.
In passato, quando le corse avevano un aspetto più eroico, quasi una fortitudo su quattro ruote, non era raro vedere piloti impegnati sia nell’endurance che nei Grand Prix della F1: dodici di essi hanno portato a casa sia la 24 Ore di Le Mans che una prova del Mondiale con le monoposto a ruote scoperte, e solo quattro sono stati capaci di vincere sia il titolo iridato che la gara di durata del circuito di la Sarthe.
Escludiamo il periodo pioneristico dei motori sportivi prima della nascita del Campionato del Mondo di F1 negli anni Cinquanta, in cui le distinzioni tra una categoria e l’altra erano piuttosto labili (e le differenze tra le vetture da Grand Prix e da endurance non erano poi così marcate): dalle seconda metà del Novecento i driver potevano dividere disinvoltamente il loro impegno tra la Formula 1 e il Mondiale Marche, antenato del WEC, perciò le possibilità di fare una doppietta erano meno inconsuete di oggi. Nel 1955 Mike Hawthorn vinse a Le Mans, dove trionfò con una D-Type Jaguar divisa con Ivor Bueb (e in seguito al mostruoso incidente che non ha pari nella storia dell’endurance, da cui uscì illeso ma che costò la vita ad 83 spettatori e al collega Pierre Levegh): tre anni dopo il pilota con il farfallino fu il primo inglese a laurearsi campione in F1, con la Ferrari. In quello stesso anno, il 1958, un altro asso del Cavallino quale fu Phil Hill vinse la prima delle sue tre Le Mans proprio sulla vettura di Maranello, la 250 TR58 condivisa con Olivier Gendebien: Hill fu anche il primo nonché unico statunitense sino ad ora a vincere un Mondiale F1, sempre in Ferrari. Avvenne nel 1961, anno in cui si prese anche la sua seconda 24 Ore francese.
Arriviamo così al 1965, quando Jochen Rindt, entrato nella storia anche per essere stato l’unico pilota ad ottenere il titolo iridato F1 postumo (stagione 1970), guida la Ferrari 250 LM alla vittoria nella prova di durata, assieme a Masten Gregory. Nel 1972 Graham Hill, con Henri Pescarolo a bordo di una Matra Simca MS670, trionfò a Le Mans ma non fu un successo come un altro: il già due volte Campione Mondiale di F1 in quell’anno completò lo slam della Tripla Corona, titolo simbolico che ottengono i piloti che vincono il Gran Premio di Monaco (o eventualmente l’iride in Formula 1), la 500 Miglia di Indianapolis e la 24 Ore di Le Mans. Hill al momento è stato l’unico della storia a riuscire nell’impresa.
L’attuale edizione della Le Mans che verrà disputata a breve vedrà la partecipazione di venti ex piloti della massima serie a ruote scoperte, tra cui due ex campioni mondiali che correranno nella classe regina, la LMP1, ovvero il due volte iridato in F1 (2005 e 2006) Fernando Alonso, per la Toyota Gazoo Racing, e il campione 2009 Jenson Button, che correrà invece per le insegne di SMP Racing. Tra i due che seguono le orme del primo pilota dell’era contemporanea a mettersi alla prova nelle due serie (Nico Hülkenberg, poi seguito da un altro ex come Mark Webber, entrambi per Porsche) è lo spagnolo ad avere mire ancora più ambiziose, ovvero far compagnia a Graham Hill nel ristrettissimo club dei detentori della Triple Crown (ne parlammo in maniera più approfondita qui); zitto zitto però, anche il rivale britannico (che ritrova in scuderia un altro collega di F1, Vitaly Petrov) spera con la sua Dallara motorizzata AER di potersi ritagliare pure lui un posto nella storia, magari come quinto pilota a centrare la doppietta Mondiale F1-24 Ore di Le Mans. D’altronde, non si scende in pista nella regina delle prove endurance se non sei spinto dall’ambizione che rende tali i campioni.