Tra rinvii per pioggia e incidenti (10 bandiere gialle e una bandiera rossa durata oltre due ore), la 54esima edizione della Daytona 500 ha tenuto gli appassionati con il fiato sospeso. Sembrava interminabile, ma alla fine anch’essa è giunta alla conclusione, decretando vincitore Matt Kenseth, per la seconda volta in carriera campione in questa competizione. Il pilota della Roush Fenwey Racing ha battuto in volata, in regime di green-white-checkered, Dale Earnhardt Jr. e Greg Biffle.
La maxi-carambola provocata verso la fine dal campione in carica della Nascar Sprint Cup, Tony Stewart, ha chiuso una serie di incidenti che ha caratterizzato la gara, tra tutti ricordiamo in particolare quello, spaventoso, che ha visto coinvolto Juan Pablo Montoya. L’ex driver di Formula 1, infatti, a 40 giri dal termine, dopo un pit-stop che non aveva rivelato problemi alla vettura, a causa della rottura della trasmissione ha perso il controllo dell’auto, finendo contro uno dei mezzi di sicurezza che ha preso fuoco, così come la vettura del colombiano. Fortunatamente per lui, però, ne è uscito illeso, solamente con una caviglia dolorante, così come il conducente dell’altro mezzo, Duane Barmes.
“Ho effettuato il pit stop e quando sono ripartito ho sentito una vibrazione mentre inserivo la seconda marcia. Per questo ho detto ai ragazzi che pensavo che si fosse rotto qualcosa nella trasmissione – ha spiegato Montoya -. Ho messo la terza e ho sentito di nuovo la vibrazione, dunque sono tornato ai box ma non è stato riscontrata nessuna anomalia. Mi hanno datl l’ok e sono ripartito ma poi, inspiegabi,mente, la vettura è partita, ho perso il controllo ed è successo quello che avete visto”.
“Sto bene. Il piede mi fa un po’ male, ma è tutto ok, ripensando lall’incidente è andata davvero bene. Non è divertente ritrovarsi in mezzo alle fiamme”, ha concluso.