X

Dakar | Peterhansel e il debutto con Audi: “Punto a finire tra i primi cinque, ma correrò per vincere”

Non è ma troppo tardi per provare esperienze inedite, anche se ti chiami Stéphane Peterhansel e ti appresti ad affrontare la tua 34esima edizione della Dakar dopo averla vinto quattordici volte, l’ultima quest’anno.

“Orgoglioso di far parte di Audi”

Monsieur Dakar debutterà infatti con Audi, che ha messo su un vero e proprio squadrone all’insegna dell’esperienza e del palmarès di pregio, e sarà un esordio a tutto tondo visto che correrà sulla RS Q e-tron, primo veicolo al via del leggendario rally raid dotato di powertrain elettrico e range extender. Peterhansel di recente ha presentato il prototipo al Festival dello Sport di Trento, dove il mezzo è stato mostrato per la prima volta al pubblico italiano, e ha rilasciato una serie di commenti riguarda la sua nuova avventura alla Dakar con Audi.

«Sono un grande fan dei rally raid, ma seguo anche altre discipline in ambito motorsportivo», ha spiegato il francese, che ritroverà alle note il connazionale Edouard Boulanger, con il quale ha condiviso il successo alla Dakar 2021. «Ho ammirato l’impegno Audi nei rally sin dai tempi delle vetture di Gruppo B. Sono orgoglioso di fare parte di questo team. Nel tempo, Audi si è distinta per una peculiarità: qualunque fosse la competizione e qualsiasi il terreno affrontato, l’obiettivo è sempre stato vincere. Ed è così ancora oggi».

“La trazione elettrica è destinata a conquistare un pubblico sempre più vasto”

Peterhansel ha poi ammesso che mai avrebbe potuto credere di correre un giorno la Dakar con prototipo dotato di powertrain elettrico, «e soprattutto non avrei mai pensato che questa tecnologia potesse regalare un piacere di guida simile, sinora sconosciuto – ha aggiunto -. Dopo aver guidato l’Audi RS Q e-tron non ho alcun dubbio: la trazione elettrica conquisterà un pubblico sempre più vasto, anche nell’utilizzo quotidiano, che non rimpiangerà affatto i sistemi tradizionali». Analizzando il prototipo dal punto di vista tecnico, il campionissimo della Dakar ha convenuto con la disamina che di recente ha fatto il compagno di squadra Carlos Sainz, che in particolare ha apprezzato l’assenza del cambio: «L’Audi RS Q e-tron può contare su di una prontezza d’erogazione eccezionale, superiore a qualsiasi auto con motore termico. In aggiunta, non essendo presente alcun cambio e non dovendo innestare i rapporti, posso concentrarmi totalmente sulla guida. L’unico aspetto che richiede un minimo di assuefazione è il sound; il quattro cilindri TFSI che funge da range extender non reagisce in modo lineare alle pressioni dell’acceleratore».

L’obiettivo in questa fase sarà non tanto «concentrarsi sul limare il decimo di secondo a chilometro, bensì puntare alla massima affidabilità», anche se Sainz di recente ha ammesso su AutoSport: «Le nostre aspirazioni ora sono di provare a vincere la Dakar il primo anno con questa vettura. Siamo un po’ matti? Forse sì, ma siamo ambiziosi e questo deve essere l’obiettivo. Forse tra tre mesi le cose saranno diverse e dovremo fare marcia indietro, ma so che l’obiettivo di finire la gara e basta non sarà per me sufficiente dopo tutti questi anni».

“In Audi tutti sanno cosa fare, la squadra è ben bilanciata”

Sia come sia, il clima nella squadra è ottimo, secondo in questo caso Peterhansel: «L’aspetto straordinario è questo: tutti sanno cosa fare. Devo ammettere che nessuno coglie Audi impreparata quando si tratta di sviluppare una vettura da competizione. Noi piloti contribuiamo con decenni di esperienza e il team di Sven Quandt [Q Motorsport, che supporta il progetto di Audi alla Dakar, ndr] coglie successi nei rally raid da oltre 25 anni. Con lui, peraltro, ho già vinto la Dakar tre volte. Con Carlos Sainz ho instaurato un ottimo rapporto, basato sulla fiducia. Condividiamo tante opinioni. Mattias Ekström è un rookie nel mondo marathon, ma vanta una carriera eccezionale in circuito ed è stato campione del mondo di rallycross. E, soprattutto, conosce Audi Sport alla perfezione. È un mix eccezionale, di cui beneficiamo tutti».

“Alla Dakar 2022 la velocità pura non sarà determinante”

Morale alto quindi, nonostante la politica intrapresa sia di non partecipare ad alcun rally raid preparatorio ma di concentrarsi esclusivamente sui test, per far sì che ogni dettaglio sia pronto e predisposto per gennaio. «A ciò si aggiunga che la Dakar 2022 prevede un percorso in ampia parte differente rispetto alla scorsa edizione. Nel 2021 il terreno era prevalentemente roccioso. Il prossimo gennaio ci attendono invece le dune nel Quarto Vuoto del Rubʿ al-Khālī, il più grande deserto di sabbia del mondo. Mi ricorda i tempi della Dakar in Africa. La velocità pura non sarà determinante. Sarà piuttosto cruciale evitare “trappole” tra le dune. Il primo obiettivo è arrivare al traguardo; sarei felice di chiudere nei primi cinque. Ma guiderò, come mio solito, per vincere», ha concluso Peterhansel.

Luca Santoro:
Articoli Correlati