La Dakar 2019 si è conclusa la scorsa settimana ma non si spegne l’eco dei vincitori e vinti: nella prima categoria, nel senso inteso di chi torna a casa con delle belle soddisfazioni, rientra Monster Energy, brand di energy drink che ha supportato l’estenuante prova di Nani Roma tra le auto, Casey Currie nei side by side e con lui il team Can-Am.
La Dakar 2019 di Nani Roma, tra difficoltà e soddisfazioni
Partiamo da Nani Roma, il migliore tra i piloti ed equipaggi Mini X-Raid. A bordo del Mini John Cooper Works Rally 4×4 lo spagnolo, assieme al co-pilota Alex Haro, ha dovuto cedere solo davanti all’inarrestabile marcia di Nasser Al-Attiyah, chiudendo al secondo posto finale con un ritardo di 46’42”.
Un risultato di pregio se si considera che, come si è scoperto verso le ultime tappe della Dakar 2019, Haro ha corso con due costole fratturate, secondo quanto ha dichiarato Roma. Il già due volte vincitore del rally raid (nel 2004 con le moto e dieci anni dopo con le auto), da pilota navigato qual è ci aveva raccontato in una intervista concessaci alla vigilia delle difficoltà ed imprevedibilità di quest’anno, ed infatti così è stato, se si conta anche il fatto che fosse costretto a portare con sé i pezzi di ricambio sulla sua 4×4, senza il supporto di altre vetture: tuttavia lo spagnolo in nove tappe su dieci si è sempre trovato stabilmente dentro la top 5 generale e il risultato finale rappresenta il suo miglior exploit sin dalla sua precedente vittoria nel 2014, che riscatta l’incidente subito alla Dakar 2018 in cui aveva rimediato anche un trauma cranico.
«Quest’anno è stata davvero dura», ha confermato Nani Roma alla fine della sua Dakar, in occasione della cerimonia del podio a Lima. «Ogni giorno è stato stressante, molto stressante, così come tanta è stata la sabbia e le dune affrontate. Il programma quest’anno contava solo dieci giorni, ma è come se fossero stati venti!» ha rimarcato il concetto. Ed ancora: «Lungo l’intero rally avevamo il mare della costa vicino alle dune, e questo ha creato un bel po’ di turbolenza, e una sabbia che cambiava continuamente […] Lavori per mesi e mesi per preparare la Dakar, e il livello di concentrazione è molto alto. Quando subii l’incidente nella terza tappa dell’anno scorso con il conseguente stop – racconta Nani Roma – fu un duro colpo. Soprattutto se sai che dovrai aspettare un intero anno prima di provarci ancora. Quest’anno ho provato a correre il più concretamente possibile e non commettere alcun errore. Certo, alla fine ne ho commessi alcuni ma fa parte del gioco. Alla fine posso ritenermi molto felice!», conclude.
Il debutto vincente di Casey Currie
Veniamo ora a Casey Currie, vincitore del titolo per il miglior rookie della Dakar 2019. L’americano a bordo del side by side Maverick di Can-Am, assieme allo spagnolo Rafael Tornabell, sbarcava in Perù con l’obiettivo principale di concludere l’avventura, pur non disdegnando ovviamente una chance per la vittoria. Vincitore di categoria dello scorso Desafio Inca, Currie ha concluso quarto tra i SxS: «Una esperienza incredibile» ha dichiarato al culmine della gioia per un risultato di grande pregio. «Quarto nella generale e Rookie della Dakar: sono così fiero del mio team e di tutti gli sforzi che hanno fatto che per arrivare a questo risultato!». Anche per lui sono stati «dieci giorni durissimi sul fondo più difficile del mondo. Il deserto rappresentava una messe di terreni di gara nuovi per me: le dune erano incredibili, belle e pericolose allo stesso tempo. La Dakar è davvero lo zenith delle corse fuoristrada!»
Sempre nei Side by Side si distingue il Monster Energy Can-Am Team anche con i risultati dei più navigati Gerrard Farres e Reinaldo Varela, rispettivamente secondo e terzo di classe.