Abbiamo seguito l’avventura di Sébastien Loeb alla Dakar 2019 sin dalla vigilia, vissuta tra le incertezze di una gara che il francese avrebbe affrontato per la prima volta da privato: oggi siamo qui, all’indomani della chiusura dell’edizione numero 41, a trarre il bilancio di una avventura in cui l’alsaziano ha dimostrato ancora una volta le sue doti di fuoriclasse. Nonostante tutto.
Le premesse del ritorno di Loeb alla Dakar 2019
Partiamo dalla fine: Loeb e il suo navigatore Daniel Elena, a bordo della Peugeot 3008 DKR versione 2017 per PH Sport, chiudono la Dakar 2019 al terzo posto della generale e con un totale di quattro tappe vinte. Il tutto, come abbiamo detto, gareggiando senza un team ufficiale alle spalle, con preparazione svolta quasi a rotta di collo, pianificata durante il Rally di Catalunya dello scorso ottobre e con una vettura ancora con la carreggiata stretta, ma pur sempre aggiornata, per una questione regolamentare.
Nel giro di pochi mesi Loeb è riuscito anzitutto a creare le condizioni per partecipare alla sua quarta Dakar di fila, nonostante gli mancasse l’appoggio che Peugeot gli ha garantito nei tre anni precedenti giacché la casa francese aveva stabilito, a fine 2018, di abbassare la serranda sul suo impegno ufficiale nel rally raid sudamericano.
L’avventura di Loeb alla Dakar 2019
Trovato il team – PH Sport, con cui corse molti anni addietro – la vettura, il budget (grazie allo sponsor storico Red Bull, che ha creduto in questa “pazzia”), Loeb è sbarcato in Perù con un inizio in sordina, ovvero il 13esimo posto dopo la prima tappa. Poi ha infilato subito il primo colpaccio da vecchia volpe del deserto, ovvero la vittoria in tappa 2, regalando poi un altro colpo di scena ma in questo caso in negativo in quella successiva. La frazione numero 3 vede l’equipaggio arrivare ad Arequipa con un ritardo di oltre 40 minuti, perdendo in un sol colpo la leadership nella generale conquistata appena il giorno prima e crollando fuori dalla top ten. Tutta colpa delle presunte inesattezze del roadbook che hanno messo in croce anche altri equipaggi e mandato su tutte le furie Elena. A nulla sono valsi i tentativi di ricorso: ormai il successo alla Dakar 2019 sembrava un miraggio destinato a svanire, meglio perciò concentrarsi sulle vittorie di tappa.
L’ostinato Loeb si mette così di buzzo buono assieme ad Elena e vince la quinta tappa, la seconda parte della Marathon, impostando la risalita nella generale (rientra nella top 5) e ripetendosi in quella successiva e nella frazione numero 8. In mezzo però lo scivolone della settima tappa, con altri 30 minuti lasciati per strada. Ancora un’ultima difficoltà nella nona, tradito dopo oltre 200 km (in cui aveva un buon vantaggio) dalla sua vettura, fermata da un problema alla trasmissione.
Infine, torniamo al punto di partenza, la tappa finale che ha consegnato definitivamente a Loeb il podio con il terzo posto nella generale, a 1 ora 54 minuti e 18 secondi da Nasser Al-Attiyah, vincitore della Dakar 2019. Il che ci fa domandare: cosa sarebbe successo se Loeb avesse avuto più tempo per prepararsi, se avesse corso con un programma diverso e un team ufficiale, se non ci fossero stati quei problemi come nelle tappa 3, se… Ma con i se e i ma non si fa la storia, e quest’ultima ci consegna un pilota che continua ad avere lo stesso spirito incendiario quando sale al volante di una vettura rally o da off road, oggi come allora. E che dalla prossima settimana tornerà a regolare i conti nel WRC.
Intanto, vi offriamo il meglio di questa Dakar 2019, in questo video dal canale ufficiale della corsa (da vedere rigorosamente a tutto schermo):