Dakar 1989 – L’edizione della 405 T16 e della monetina
A causa della rivalità interna tra Ickx e Vatanen il boss Peugeot Todt decise di affidarsi alla sorte
Dopo i successi dell’87 e dell’88 per Peugeot la Dakar del 1989 è passata alla storia come l’edizione della monetina.
Come l’anno precedente protagonista è la 405 T16 Grand Raid che già aveva rischiato di vincere se ignoti ed un po’ sprovveduti ladruncoli non l’avessero sequestrata in pieno deserto per alcune ore determinandone la squalifica.
Per evitare altri inconvenienti extra-sportivi in quella parte dell’Africa travagliata da lotte di liberazione e da incursioni da predoni la scuderia decise perciò di iscrivere due auto identiche con il solito Ari Vatanen e l’ex pilota di F1 anni 60-’70 Jacky Ickx, sei volte primo alla 24 Ore di Le Mans e trionfatore del rally raid nel 1983.
Assieme a loro pure due 205 T16 Grand Raid che nei piani di boss Jean Todt dovevano avere il compito di assistenza in gara.
La superiorità delle prima donna transalpina si rivelò indiscussa. Tredici scratch su sedici. Tutto bene, quindi, se non fosse per la rivalità agonistica scoppiata tra i due piloti.
Temendo le conseguenze di una guerra fratricida, arrivati a Timbuktu e prima di iniziare la fase conclusiva, la più pericolosa per la stanchezza accumulata, il capo optò per convocare nella sua tenda i ragazzi annunciando che sarebbe stata una monetina a decidere il nome del favorito.
Ickx scelse testa, Vatanen croce. La sorte premiò alla fine il finnico.
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