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CIR | Ecco il reclamo presentato da Orange1 Racing: “La classifica modificata del Tuscan Rewind va annullata”

Nel giorno in cui si aprono le iscrizioni per il Campionato Italiano Rally 2020 persiste ancora l’onda lunga delle controverse legate alla scorsa stagione, culminate poi con i fatti del Tuscan Rewind.

I fatti del Tuscan Rewind 2019

Dopo le sospette forature che hanno colpito alcuni equipaggi in lotta per il titolo tricolore sino all’ultimo, avvenute in particolare nell’ultimo appuntamento del CIR sugli sterrati senesi, si era mossa la Procura Sportiva per ACI affinché venissero svolte le indagini del caso per fare un po’ di luce. L’inchiesta aveva poi portato la scorsa settimana alla decisione ufficiale della Giunta Sportiva di ACI, che aveva riconosciuto un danno subito ad opera di ignoti nei confronti dell’equipaggio Citroen Luca Rossetti ed Eleonora Mori, a cui è stato dato un tempo imposto che li ha fatti salire sul podio del Tuscan Rewind: appuntamento in cui non sono cambiati i vincitori finali del CIR (l’equipaggio composto da Giandomenico Basso e Lorenzo Granai), a differenza di chi invece ha trionfato nei costruttori.

Il ricalcolo dei tempi per Rossetti e Mori e la nuova classifica han fatto sì infatti che il titolo andasse a Citroen, anziché Ford come era risultato inizialmente. Nulla di fatto invece per Orange1 Racing, parte lesa per le sospette forature dolose con l’equipaggio Simone Campedelli-Tania Canton e a cui non è stata però riconosciuta alcuna modifica dei loro tempi, cosa che avrebbe potuto rimetterli in corsa per il titolo. Il motivo adotto dalla Giunta è relativo al fatto che l’equipaggio non aveva condotto la propria Ford Fiesta R5 al parco chiuso al termine del Tuscan, ai sensi dell’articolo 147 del Regolamento Sportivo Nazionale. Una decisione contestata dall’avvocato che segue Orange1 Racing, come ci aveva spiegato lo stesso difensore, Marco Baroncini, in esclusiva ai nostri microfoni.

Questa a sommi capi la sintesi degli ultimi eventi di un caso contorto e con diverse implicazioni; ora ci giunge la conferma per cui i legali del team di Armando Donazzan avrebbero sporto reclamo ufficiale alla Federazione, intenzione già anticipataci dallo stesso Baroncini. Abbiamo avuto modo di visionare in esclusiva il testo di questo “Reclamo ex art.23 R.G.S” stilato dallo studio legale che assiste Orange1 Racing, e che punta in prima istanza alla sospensione dell’omologazione dei vincitori del CIR sia sul fronte equipaggi che quello costruttori: ecco quali sono i punti principali del reclamo sottoposto alla Corte Sportiva d’Appello della Federazione.

La ricostruzione dei fatti del Tuscan Rewind nel reclamo di Orange1 Racing

Il documento in questione elenca anzitutto gli episodi sospetti ai danni di Campedelli e Canton nel corso del Tuscan Rewind: si parla in particolare di «due episodi vandalici» durante la PS6 e PS8. Il primo, si legge, all’altezza del «km 7 della PS6 in una curva sinistra veloce, prima dell’intermedio 2 (il medesimo punto in cui, durante la successiva PS8, anche la vettura condotta da Luca Rossetti da lì a breve avrebbe subito una foratura all’anteriore), [che] causò la foratura della gomma anteriore sinistra». Nonostante ciò, prosegue il reclamo, l’equipaggio era riuscito a terminare la prova pur accumulando un certo ritardo tale da fargli perdere «la leadership della classifica assoluta mantenuta sino a quel momento». L’altro atto vandalico, avvenuto nella PS8, determinò l’uscita di strada della vettura «per il repentino afflosciamento del pneumatico». Al documento, si specifica, sono allegate le riprese della camera car a testimonianza di quanto è avvenuto, oltre al fatto che «gomme e cerchioni» sono stati poi consegnati alla Direzione Gara, opportunamente sigillati.

Le richieste del reclamo

Fin qui abbiamo visto l’antefatto al reclamo, ma adesso si entra nel vivo: secondo gli avvocati di Orange1 Racing «sino alla prova speciale numero 5 compresa, il risultato dell’intera manifestazione […] non venne alterato nel rispetto del principio consacrato dagli articoli 8.2 e 219 del Regolamento Sportivo Nazionale e della norma fondamentale di ogni attività sportiva formando così una classifica assolutamente genuina», si legge. Perciò si chiede «l’annullamento» della classifica finale del Tuscan Rewind 2019 modificata dalla decisione della Giunta Sportiva dei giorni scorsi, oppure l’assegnazione a Campedelli e Canton («in ossequio al divieto di alterazione dei risultati sportivi di cui agli artt. 8.2 e 219 del RSN») dei tempi imposti nelle prove speciali dove hanno subito i presunti atti di sabotaggio: questo tempo è indicato dai legali come 16:48.1”, tale da posizionare l’equipaggio Orange1 Racing in testa sia alla PS6 che alla PS8 e, contestualmente, vincere il Tuscan Rewind ed il titolo Tricolore 2019.

In buona sostanza, la tesi posta dai legali è questa: se la classifica è cambiata per un equipaggio colpito dai presunti tentativi di sabotaggio come quello di Citroen, deve cambiare allora per tutti coloro che hanno subito gli atti vandalici che hanno minato la loro gara, ovvero Campedelli e Canton.

Il precedente di Scandola al Rally San Martino

A sostegno di questa richiesta lo studio legale Baroncini riporta il caso del Rally di San Martino di Castrozza del 2012, «in cui la Skoda Fabia S2000 di Umberto Scandola e Guido D’Amore venne fermata da una doppia foratura […] mentre era in testa alla classifica assoluta». L’allora CSAI (oggi ACI Sport), si legge ancora, decise di omologare i risultati della gara sino alla PS10, cioè prima dell’ultima prova speciale in cui l’equipaggio Skoda subì le forature. A quest’ultimo venne attribuita a posteriori la vittoria finale, «vista la presenza di atti di natura chiaramente antisportiva e criminale».

«La genuinità del risultato sportivo va sempre difesa e garantita, nel rispetto del divieto di alterazione dello stesso e dei principi di lealtà e correttezza che stanno alla base di ogni settore sportivo e, prima ancora, del nostro ordinamento generale», prosegue il reclamo che cita a sostegno della tesi la sentenza n.3/12 della Corte Sportiva di Appello. «La Giunta Sportiva ACi avrebbe dovuto – si legge più avanti – rifarsi al suo unico precedente anche in forza del secondo comma dell’art.12 delle disposizione sulla legge in generale, per cui “se il caso rimane dubbio, si decide secondo i principi dell’ordinamento giuridico dello Stato”; principi già fatti propri dal Comitato Esecutivo CSAI con la decisione sulla vicenda del Rally di San Martino di Castrozza a Primero 2012».

Quindi il cosiddetto “tempo equo”, secondo lo studio legale, va dato non solo all’equipaggio Rossetti e Mori ma anche a quello Campedelli e Canton, basandosi sulle «precedenti prestazioni di “ciascun equipaggio coinvolto nell’interruzione”»: nel caso del duo sulla Fiesta R5, il reclamo afferma che ci si deve basare sulla prestazione della PS3, la Torrentieri-Castiglion del Bosco che poi è stata ripetuta nella PS6 ed 8 e che l’equipaggio aveva già vinto.

Il caso del parco chiuso

Ed arriviamo così al motivo per cui la Giunta Sportiva ACI aveva stabilito, nella decisione del 22 gennaio, di non accogliere la richiesta di Orange1 Racing poiché Campedelli e Canton non avevano condotto la vettura al parco chiuso al termine del Tuscan. Citiamo quanto si legge nel reclamo: «La Giunta, organo super partes per eccellenza, non dovrebbe tutelare l’interesse, ancorché “attuale e diretto”, di un singolo concorrente piuttosto che di un altro, essendo il suo unico scopo quello di ristabilire, omologandola, una classifica assolutamente genuina ed epurata da ogni alterazione del risultato sportivo; alterazione dovuta, per di più, ad “atti di natura chiaramente antisportiva e criminale”».

La tesi dello studio legale Baroncini è che la decisione di escludere dalla modifica dei tempi in classifica per un mancato adempimento (in questo caso, il non aver condotto la vettura al parco chiuso), spetti non alla Giunta ma «al Collegio dei Commissari Sportivi su reclamo dei diretti interessati», mentre la prima dovrebbe, si legge ancora, «preoccuparsi esclusivamente di formare» la classifica “depurata” dai casi controversi. «E poi che adempimento si può pretendere se quello stesso atto vandalico lo ha impedito!», prosegue il reclamo abbandonando i toni formali.

«Una vettura rovinata nel bosco [e viene messa a corredo la foto della Ford Fiesta R5 uscita fuori strada, ndr], a causa di una foratura dovuta ad un’azione criminale che ha messo a repentaglio l’incolumità e la vita dei conduttori Campedelli e Canton, può essere recuperata in tempo utile e ricoverata in parco chiuso per osservare il precetto di cui all’art.147 RSN?», è la domanda dal sapore retorico che si pone l’avvocato Baroncini, che sottolinea il fatto che l’equipaggio abbia osservato il riordino alla prova speciale 7, nonostante la foratura nella PS precedente. Riordino che avviene in «regime di parco chiuso», prosegue il reclamo citando l’articolo 1.7 delle Norme Generali Rally 2019: perciò, sostiene la tesi, l’adempimento del parco chiuso è stato osservato dall’equipaggio.

La richiesta di sospensione delle premiazioni del CIR 2019

Presentando il reclamo e le prove a sostegno, come i filmati della camera car, lo studio legale chiede infine «l’annullamento» della classifica definitiva del Tuscan Rewind 2019 e l’omologazione di quella dopo la PS5 «non tenendo in alcun conto quanto accaduto successivamente, data la presenza di atti di natura chiaramente antisportiva e criminale», oppure il tempo imposto nelle PS6 ed 8. Non solo: a latere viene avanzata la richiesta di sospendere le premiazioni relative al CIR 2019, anche quella che il prossimo mese vedrà la consegna del riconoscimento da parte di ACI Sport al costruttore vincente della stagione appena conclusa. Questo è quanto si legge nel reclamo datato 27 gennaio 2020: come sempre, noi di Motorionline siamo aperti ad ogni contribuito e a chiunque voglia poter esprimere il suo parere su questa controversa vicenda.

Crediti Immagine di Copertina: ACI Sport

Luca Santoro:
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