Anna Andreussi si racconta a «Zona 0-100» [VIDEO]

Secondo episodio del nostro nuovo format

È stata Anna Andreussi la seconda ospite di «Zona 0-100», nuovo format video di Motorionline dedicato al Motorsport.
Anna Andreussi si racconta a «Zona 0-100» [VIDEO]

Davanti ai nostri microfoni ed alla telecamera in questa seconda puntata di «Zona 0-100» noi di Motorsport Motorionline abbiamo avuto il piacere di ospitare Anna Andreussi, Campionessa Italiana Rally in carica alla Peugeot in qualità di co-pilota. L’abbiamo incontrata al primo appuntamento del Campionato Italiano Rally disputatosi in Toscana, ossia il Rally Ciocco. Un’occasione per conoscere meglio la compagna – di vettura e di vita – di Paolo Andreucci, ma anche l’importanza del suo ruolo e della donna all’interno dell’ambiente sportivo a quattro ruote. 

Anna si espone da zero…

La co-pilota Peugeot ci ha raccontato subito la decisione di non prendere parte al CIR in questa stagione: «È stata una decisione difficile ed un po’ sofferta, ma una volta presa è arrivato il sereno.  Quale navigatrice di Paolo lo supporterò nel ruolo di coaching. Lui è una persona molto puntigliosa ed io conosco questo aspetto, per cui posso curarmi di istruire sul lato della navigazione, ma non sono esente da altri compiti!».

Abbiamo poi voluto chiedere ad Andreussi cosa significhi esattamente fare da navigatore in una vettura rally. «È una persona che si siede sul lato destro della vettura, ed è l’unico nell’ambiente del Motorsport in quanto solitamente si hanno delle monoposto» – ha risposto prontamente Anna – «Un weekend di corse si disputa sì su strade chiuse, ma con davvero tantissime curve e dettagli che è impossibile memorizzare per un singolo. Il navigatore dunque gliela legge indicandogli la traiettoria ed alla “cieca”, perché spesso non si sa cosa vi sia dopo e chi guida deve fidarsi. A noi navigatori dicono che siamo un po’ pazzi, mentre io sostengo il contrario… Bisogna avere un buon equilibrio, una buona dose di empatia ma anche sangue freddo. Insomma, un bel mix tra le parti».

…a cento!

Abbiamo poi chiesto ad Anna come veda il ruolo delle donne nel Motorsport oggigiorno. «Il Motorsport è un ambiente che potrebbe sembrare ostile per una donna, ma non è così. Io ho trovato un mio spazio e quando esce la classifica io sono in mezzo agli uomini, il che è molto gratificante. Lo stesso vale per la donna pilota: la forza fisica è si importante ma non è tutto. Ci sono talento, tecnica, coraggio, doti che permettono a chiunque di ottenere il successo, indipendentemente dal sesso», ha risposto Andreussi, la quale ha aggiunto: «Ho provato anche io a mettermi al volante di una vettura da rally, ma ho presto compreso che non facesse per me. Principalmente perché mi sono approcciata tardi all’ambiente del Motorsport, e come in ogni disciplina prima si comincia meglio è».

Infine abbiamo cercato di scoprire, attraverso gli occhi di chi ha corso moltissime edizioni, perché il rally ancora oggi sia uno sport molto amato in Italia e nel Mondo. «Per la passione, la passione di vedere uno sport dove il pilota conta ancora moltissimo. Il fattore umano c’è e si percepisce, contrariamente a quanto si vede oggigiorno in pista, dove un pilota seppur forte non può andare molto lontano senza un mezzo adeguato. Penso ad esempio a Fernando Alonso, ma non è l’unico. Il rally invece lo consente ancora perché ci sono molti aspetti che influiscono sul risultato finale: dall’equipaggio alla preparazione, il percorso che si basa su strade aperte al traffico e che è impossibile da analizzare come si farebbe per una pista. Istinto ed improvvisazione fanno parte del gioco e dell’aspetto umano che al pubblico piace». 

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