Non inganni l’aspetto dolce e aggraziato, Alessandra Neri ha grinta da vendere e i suoi avversari ne sanno qualcosa. Nata a Bertinoro, in provincia di Forlì, il 10 aprile 1988, Alessandra ha da sempre praticato molti sport, dalla pallavolo al nuoto, ma solamente uno ha accompagnato la sua vita: i motori. L’amore per le corse e per la velocità le fa battere il cuore sin da bambina e non l’abbandona più, come ci spiega lei stessa nel corso di una piacevole intervista concessa al nostro sito internet.
“La passione per i motori è nata con me: sono romagnola e ogni ragazzino da noi ha provato almeno una volta una moto o un gokart da piccolo – racconta Alessandra –. Inoltre, avendo il papà motociclista (enduro) quasi tutti i weekend andavo a vederlo correre con la mamma. Sono cresciuta in mezzo al rumore dei motori e sin da bambina, a volte, andavo con lui in officina e giocavo con cacciaviti e brugole”.
Niente Barbie per Alessandra e mentre le sue coetanee giocano con le bambole, lei si diletta con le macchinine, anzi, con le moto. “Avevo 4 anni quando papà mi ha portato a casa una mini moto. L’ho provata e poi sono caduta. Avevo tutte le protezioni necessarie ma la paura è stata tanta e mia mamma da quel momento mi ha vietato le due ruote – ricorda –. A 8 anni papà ha ovviato al divieto regalandomi un gokart e da quel momento è scoccato l’amore. Non posso più fare a meno di questa passione e dell’adrenalina che trasmette”.
Una passione perseguita nonostante le difficoltà in quanto donna in un mondo principalmente composto da uomini. “Sei sempre sotto i riflettori perchè sei la mosca bianca, quindi se un weekend va male, magari per sfortuna o magari per un errore, per quelli dell’ambiente accade perché sei una donna – spiega Ale -. Se invece vai bene, conquisti un podio o addirittura vinci, sei un mito per tutti, per quelli dell’ambiente, per i media e per i tifosi”.
“Ormai ho quasi 24 anni e da 15 frequento kartodromi e autodromi, quindi mi conoscono, non sono più la ragazzina timida di qualche stagione fa. Ora mi rispettano sia in pista che fuori – prosegue -. C’erano più “problemi” quand’ero adolescente, dove i miei avversari non accettavano che una ragazza gli stesse davanti, ero la “femmina”… ora sono “la Neri”, una di loro”.
Alessandra, però, non si è mai scoraggiata e con allenamenti mirati è sempre riuscita a competere con i colleghi perchè “se si è ben allenati, la differenza tra uomo e donna non c’è. E questo non lo affermo io, anzi, escludendomi, lo dimostra il fatto che di ragazze che le “suonano” ai ragazzi ce ne sono eccome nel motorport, vedi l’americana Danica Patrick o l’altra azzurra Michela Cerruti, ma anche tante altre”.
Quanto conta l’allenamento, dunque, in uno sport come quello motoristico? “Davvero molto – spiega –, sia in formula che a ruote coperte. In entrambi i casi, non potendo provare molto in pista, ci si allena in palestra, puntando sulle gambe con la pressa per riuscire a dare per tutta la gara e/o prove la stessa intensità di forza sui pedali, soprattutto quello del freno, e con i pesi sulle braccia per riuscire a mantenere sempre saldo il volante. Ma alleniamo anche la resistenza fisica con tanta corsa”.
“Io mi alleno tre volte a settimana, quasi senza pause perché, come ho sempre sostenuto, una gara in macchina, non è come gli altri sport – prosegue –. Bisogna rimanere concentrati e sempre al top per tutta la mezz’ora dello stint di gara, non ci sono cambi palla o pause, se ci si distrae o si cala fisicamente si è in ghiaia”.
Dopo una lunga ed eccellente carriera kartistica Alessandra passa all’automobilismo all’età di 16 anni, frequentando con successo la Scuola Federale CSAI e la Scuola di Pilotaggio Henry Morrogh. Gareggia nel 2006 e nel 2007 in F. Azzurra, una della più agguerrite categorie del panorama automobilistico italiano, ottenendo numerosi eccellenti piazzamenti sul podio. Nel 2007 viene scelta dalla Ferrari quale protagonista del video di lancio della “430 Scuderia”, mentre nel corso del 2008 è protagonista assoluta del campionato EGTS con una Ferrari 430 GT3. Nel 2009 gareggia con successo nel Campionato Italiano GT (classe GT Cup) con una Porsche GT3 RSR del team Antonelli Motorsport, mentre il 2010 e il 2011 vedono la giovane forlivese al via della serie SUPERSTARS GTSPRINT con una Ferrari 430 del team Vittoria Competizioni.
“Sicuramente sono fiera di tutta la strada fatta dal ’97 ad oggi. Sono partita in questa grandissima “avventura” per gioco e da bambina. Agli inizi non potevo nemmeno immaginare ciò che poi è accaduto in questi anni: emozioni a mille, adrenalina a più non posso, felicità, amarezza, gioia, delusione e fierezza. Sono cresciuta in mezzo all’odore di olio di ricino, e questo mondo mi ha fatta maturare – racconta Alessandra –. In questi anni mi sono presa tante soddisfazioni, ma anche altrettante delusioni, ma la vita è così ed è giusto che sia così. Non ho nessun rimpianto, anzi sono soddisfattissima di tutto ciò che ho fatto, nel bene e nel male, in quanto, questo non è uno sport come tutti gli altri, dove basta iscriversi in una società e si fa lo sport che ti appassiona. E’ un mondo a sè, tutto ruota attorno al business e non è facile “rimanere a galla” per tutti questi anni quando non si è figli di milionari. Non ho rimpianti e non ho mai avuto delusioni tali da farmi pensare di smettere, anzi, sono sempre più ‘affamata’”.
Mentre nel 2010 Ale si piazza seconda in campionato, la fortuna non la aiuta nella stagione successiva dove, pur terminando terza, deve affrontare qualche inconveniente di troppo. Lei, però, guarda avanti e pensa al futuro. “Mi piacerebbe correre in America, sarebbe la realizzazione di un sogno – rivela –, se, invece, rimango con i piedi per terra, il mio obiettivo è quello di superare questa grande crisi che sta mettendo in ginocchio me e lo sport che tanto amo”.
Alessandra, nel frattempo, si è laureata alla facoltà di Design Industriale presso l’Università di San Marino . “Amo progettare e quindi sto provando anche a fare questo, mi sto mettendo in gioco anche in questo campo lavorativo e, proprio per questo motivo, mi sono trasferita da un paio di mesi a Milano – racconta dimostrando di avere le idee chiare -. Spero di proseguire la mia vita facendo ciò che mi appassiona di più, quindi continuare a correre, ma sono consapevole che è molto dura. Magari, perché no, se non fossi più un pilota, un giorno mi piacerebbe poter conciliare le mie due passioni, quella del design e del motorsport, inventandomi un mestiere per poter continuare a respirare quell’odore che solo in un autodromo si respira”.
D’altronde, per una come Alessandra che è cresciuta con il mito dell’indimenticabile Ayrton Senna ma è stata accompagnata dall’altrettanta importante figura di Michael Schumacher, è davvero difficile rinunciare a tutto questo. A questo punto, ci nasce una curiosità: com’è Alessandra al di fuori di un autodromo? “Sono una ragazza come le altre, ho il ragazzo e amo trascorrere del tempo con lui – risponde -. Sono anche molto attaccata alla mia famiglia, quindi quando posso sto con i miei genitori ma mi piace anche trascorrere il tempo con le mie amiche”.
L’ultima domanda la riserviamo al Mondiale di Formula 1 appena iniziato. Da pilota le chiediamo un parere: chi vede favorito e per chi tifa? “Oggi il mio pilota preferito è Fernando Alonso. E’ un fuoriclasse che mi piace perché è determinato, concentrato, fortissimo e modesto: spero che vinca lui il campionato, ma ho qualche dubbio – ammette -. E’ vero che il Mondiale è molto lungo, è vero che può mutare e che è tutto ancora da vedere, però diciamo che i pronostici non sono certo a suo favore, al contrario, ad esempio, di Vettel”, conclude.