Dakar 2021: confermata l’Arabia Saudita, ma con un nuovo percorso. Novità anche per la sicurezza
Tutte le novità della Dakar 2021
Con una presentazione in diretta streaming l’ASO ha svelato la fisionomia della Dakar 2021, che avrà luogo ancora una volta nell’Arabia Saudita. La 43esima edizione del rally raid più leggendario al mondo conferma così la location mediorientale che ha debuttato quest’anno, introducendo però un percorso inedito che globalmente si svilupperà ad anello.
Dakar 2021: il percorso. 11 tappe confermate
La partenza è fissata anche per il 2021 da Gedda, uno dei centri più importanti del Paese subito dopo la capitale Riad, che darà il via alla competizione il 3 gennaio; successivamente la gara si svilupperà per altre dieci tappe sino a concludersi nella stessa città di Gedda: nel mezzo un giorno di riposo, previsto il 9 gennaio nella città oasi di Ha’il, nel nord del Paese e già sede di arrivo e partenza nell’edizione 2020. Inoltre è previsto un prologo che servirà a stabilire l’ordine di partenza per la prima tappa ed una sola Marathon Stage, ovvero senza assistenza da parte dei team. Tutto il percorso è inedito rispetto alla Dakar di quest’anno, che ha inaugurato il terzo capitolo nella storia di questo rally raid partito dall’Africa, per raggiungere l’Europa e poi spostarsi in Sudamerica, sino alla recente conquista dell’Arabia Saudita (che detiene un contratto di cinque anni con ASO per organizzare l’evento nei suoi confini). Nel 2021 scopriremo quindi le zone di Al-Jawf nel nord del Paese, la regione centrale di Qassim e quelle sudoccidentali di ‘Asir ed Al-Baha; la corsa però non si spingerà più a sud, dove è presente lo sconfinato deserto del Quarto Vuoto, il mitico Rubʿ al-Khālī che è stato sede delle tappe finali della Dakar 2020. Tutti i dettagli del percorso, inclusi i chilometraggi per le varie categorie in gara – Auto, Moto, Side by Side, Quad e Camion – saranno poi svelati a novembre.
Dakar 2021: le novità per la sicurezza dei concorrenti
Sono state inoltre svelate altre novità che riguarderanno il versante del format e della sicurezza, un aspetto quest’ultimo tornato prepotentemente di attualità con la scomparsa in gara di Paulo Gonçalves e di Edwin Straver, che hanno listato a lutto l’edizione 2020. Sono previsti infatti nel percorso 2021 delle zone in cui i concorrenti dovranno rallentare con un limite di velocità sui 90 km/h, avvisati da dei segnali acustici. Questo anche per venire incontro alle lamentele di alcuni piloti, tra cui il nostro Jacopo Cerutti, sui ritmi troppo eccessivi in alcuni settori della Dakar araba, giudicati nell’ultima edizione abbastanza pericolosi. Inoltre dal 2021 saranno obbligatori i giubbotti airbag tipo quelli utilizzati nella MotoGP, e che saranno oggetto delle verifiche tecniche pregara.
I road book saranno consegnati sempre al mattino
Inoltre, nella Marathon le auto non potranno contare sul cambio ruote, neppure tra di loro, mentre per ogni moto saranno a disposizione sei ruote posteriori per l’intera durata della competizione. Dopo l’esperimento felice di quest’anno, viene confermata la consuetudine di consegnare i road book al mattino per far sì che la gara possa essere equilibrata: nella 43esima edizione però le mappe saranno messe a disposizione al mattino in ogni tappa, non in alcune selezionate e per alcune categorie come è avvenuto nel 2020. A proposito delle categorie, per qualcuna di esse il road book sarà disponibile anche in versione digitale, in una edizione 2021 concepita per porre più enfasi alla navigazione visto anche il percorso generale ad anello. Infine, si farà un passo avanti nelle penalizzazioni per il cambio motore nelle moto: se l’unità rimane comunque la stessa, verrà in ogni caso applicata una penalità a partire dal secondo cambio di pistone; in più nella stazioni di rifornimento i piloti non potranno mettere mano alle loro moto.
Impossibile aprire ad altri Paesi la Dakar 2021
Insomma, la Dakar 2021 prosegue nel solco dell’avventura ma dando una decisa sterzata per una competizione più equilibrata e sicura. Sarebbe dovuta essere anche più variegata, visto che nei piani originari la prossima edizione doveva tenersi non solo in Arabia Saudita ma sconfinare eventualmente in Giordania ed Egitto, ma poi il coronavirus ha ridimensionato le aspettative degli organizzatori. «Non avremo il percorso che ci aspettavamo, perché avevamo in mente due o tre paesi, ma con il Covid-19 e le restrizioni non c’era modo di uscire e visitare quei territori», così si è espresso il direttore della Dakar, David Castera, con dichiarazioni riportate da Autosport. «Non c’era altra scelta che mantenere l’intera Dakar in Arabia Saudita. […] Tuttavia nei prossimi anni [aggiungeremo altri Paesi]». L’effetto novità in ogni caso è preservato: «Il che comunque ha [implicazioni] molto valide per la gara – prosegue Castera – perché l’Arabia Saudita è molto grande e ha molte opzioni a disposizione riguardo il percorso. Abbiamo creato un tracciato nuovo al 100%. Non attraverseremo quasi nessuna strada dell’edizione 2020, ci saranno solo 50-80 km che ripeteremo. Penso che avremo una buona Dakar».
Introdotta la Dakar Classic
Infine, una novità dal sapore vintage, visto che nel prossimo anno debutterà la Dakar Classic, sorta di rievocazione storica delle auto e dei camion che hanno corso nel rally raid prima degli anni 2000. Il percorso sarà ad hoc ma in ogni caso sarà gara vera anche per questi mezzi: «Vogliamo sfruttare il fatto che vediamo ovunque da 10 anni vetture storiche che hanno già corso», ha spiegato Castera, riportato da AutoSprint. «Alcuni piloti mi hanno chiesto recentemente di dar vita ad una competizione di questo tipo ed ho pensato di introdurla alla Dakar. La presenza di Jackie Ickx e Huber Auriol al bivacco ha creato un’atmosfera speciale nell’edizione di quest’anno, perché la Dakar ha la sua essenza negli anni ’80, ed abbiamo deciso di seguire questa natura. Mettere insieme i mezzi attuali con quelli storici lo trovo interessante, ci permette di dare uno sguardo al passato e di goderci l’eredità, in un passaggio storico tra i mezzi. La storia della Dakar deriva da questi mezzi storici che noi adesso cerchiamo di far correre di nuovo, un bivacco composto da mezzi storici e quelli moderni sarà interessante da vedere».
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