WRC | Rally Argentina 2020, spunta l’ipotesi autunnale. Ma i margini per un recupero sono stretti
Le ipotesi al vaglio per il Rally Argentina
La cancellazione definitiva del Rally del Portogallo causa coronavirus ha scosso il mondo del WRC, come dire che i rischi di una stagione mandata a carte quarantotto per colpa delle conseguenze del COVID-19 sono ormai una realtà. Il fatto poi che getti la spugna un evento in territorio europeo, in teoria tra quelli più approcciabili dal punto di vista logistico, dovrebbero far tremare le vene ai polsi degli organizzatori delle gare oltreoceano: pensiamo al Rally Argentina, primo evento del Mondiale ad essere posticipato sine die per colpa del virus. Ma dal comitato organizzatore sono pronti ad una serie di opzioni per cercare di salvare l’evento.
Rally Argentina 2020: si recupera o si rinvia al 2021?
In una serie di dichiarazioni rilasciate ai media locali e riportate da RallyeSport.fr le fonti dal Rally Argentina sembrano recitare le parti del poliziotto buono e quello cattivo, in bilico tra pessimismo (è il punto di vista del direttore dell’evento, Carlos García Remohi) e maggior fiducia per l’immediato futuro (come dimostrano le parole di David Eli, coordinatore del rally). Secondo Remohi potrebbe essere difficile che si possa organizzare il round del WRC, previsto ad aprile e disputato solo virtualmente, entro l’anno. «Allo stato attuale, speriamo di poter organizzare la gara nel 2021» ha confessato il direttore del Rally Argentina. «Immagino che il WRC cambierà in quanto dovremo fissare un programma per questa stagione, ma penso che sarà molto difficile per l’Argentina seguire questo programma. Penso che sia praticamente escluso. Almeno per quest’anno, ritengo che non avremo una data sul calendario WRC».
Queste parole suonano come una pietra tombale sul round argentino, che quest’anno celebra il quarantennale. Ed invece il coordinatore Eli apre a sua volta uno spiraglio: «La porta non è ancora chiusa per la manifestazione di quest’anno. Durante il mese di marzo, con i promotori della WRC, abbiamo sempre parlato di rinvio e non di cancellazione. Pertanto, l’evento è ancora rinviato, non cancellato. Stiamo ancora esplorando alternative e se si verificasse la cancellazione finale, inizieremo a pensare a cosa faremo l’anno prossimo». Andando nei dettagli, David Eli svela anche le possibili date alternative: «Per il momento, stiamo valutando l’opportunità di organizzare il Rally Argentina l’ultima settimana di ottobre o le prime due settimane di novembre. Queste sono le date che abbiamo proposto e richiesto pubblicamente. Ma è qualcosa che deve essere accettato non soltanto da noi, perché abbiamo bisogno dell’approvazione dei governi municipali, provinciali e nazionali. Tuttavia, i team e la FIA hanno l’ultima parola. In primo luogo, i costruttori esprimeranno la loro opinione, ma chi alla fine deciderà come sarà sviluppato il calendario, sarà la FIA. La cosa più importante ora è l’apertura dei confini, ma come si fa a sapere quando accadrà? Non possiamo ancora determinare fino a quale data avremo il tempo di sapere se la manifestazione avrà luogo quest’anno oppure no».
Il problema dei confini aperti e dei viaggi
Per quanto si possa essere ottimisti, il realismo in questa storia mantiene una posizione di forza: sono troppe le incognite per cercare di ricollocare il Rally Argentina, come abbiamo visto. «Se i confini non saranno aperti per il periodo tra ottobre e dicembre, non saremo in grado di organizzare l’evento per il campionato WRC e dovremmo farlo solo a livello nazionale», chiosa Eli, esponendo uno dei problemi che hanno tutti gli eventi sportivi, motoristici e non, da qui alla fine dell’anno. Resta quindi la speranza di poter comunque correre, anche oltre la naturale conclusione della stagione: «Penso che le nostre chance potrebbero arrivare sino alla prima settimana di dicembre – spiega Eli – Sappiamo che è la stagione delle piogge a Cordoba [sede dell’evento, ndr], ma almeno potremmo contare su temperature più piacevoli. Inoltre, avendo molte più ore di luce in quel periodo dell’anno, forse avremo anche più ore per la trasmissione in diretta. Alla fine, avremmo più fattori a favore che contro».
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