Dakar | Come sarà l’edizione 2021 alla luce del coronavirus?
Quindici giorni per decidere le Dakar 2021
L’uragano COVID-19 che ha travolto il pianeta e di conseguenza anche il mondo dello sport potrebbe avere conseguenze su un bastione fino ad ora intangibile, anche perché parliamo di un evento in programma a gennaio. Parliamo della Dakar, il più grande e leggendario rally raid al mondo, costretto anch’esso a fare i conti con il coronavirus.
La Dakar e i rischi coronavirus nel Golfo
In questo 2020 l’evento, vinto da Carlos Sainz tra le Auto e da Ricky Brabec tra le Moto, per citare le categorie in gara più in vista, è stato disputato per la prima volta nella sua storia in Arabia Saudita, regno in cui si sono registrati ad oggi 17.522 contagi ed un totale di 139 vittime (dati scaturiti da una politica di tamponi a tappetto portata avanti nelle monarchie del Golfo). Un evento come la Dakar, inoltre, presenta l’insidia di coinvolgere grandi masse di persone tra addetti ai lavori ed eventuale pubblico (anche in un Paese abbastanza chiuso come quello saudita) provenienti da ogni angolo del globo, che potrebbero a loro volta importare dei casi di COVID-19. Sempre che nel frattempo non avvenga un miracolo, come una estinzione del virus cinese – ipotesi però ritenuta poco probabile dalla comunità scientifica – o l’arrivo anzitempo di un vaccino o una cura che possa dare il colpo di grazia a questa piaga globale.
Dakar 2021: David Castera fa il punto della situazione
Nei piani iniziali degli organizzatori dell’ASO, la Dakar 2021 avrebbe dovuto aprirsi a due o tre Paesi come ulteriori sedi della gara (si vociferava dei vicini Emirati Arabi Uniti e della Giordania, ma di sicuro non il Qatar, i cui rapporti con l’Arabia Saudita non sono esattamente amichevoli), secondo quanto trapelato ultimamente, poi ulteriormente confermato dal direttore del rally raid David Castera ai microfoni di AutoSport. Considerata la pandemia, una soluzione del genere potrebbe essere accantonata, ma lo stesso Castera parla di «diverse opzioni» sul tavolo, tra cui quella di un singolo Paese ospitante per la prossima edizione. Tutto dipenderà ovviamente da come si evolverà la situazione legata alla diffusione del virus. «Al momento non abbiamo preso la decisione finale», spiega il direttore della Dakar. «È chiaro che [la pandemia] ha complicato un po’ i negoziati, in special modo per quanto riguarda le misure che dovremo prendere in seguito. [Penso] se ogni Paese ci chiedesse cose diverse ai valichi di frontiera, nei bivacchi; inoltre, in questo momento le misure [di contenimento] cambiano quasi ogni giorno in ogni Paese». Ogni realtà nazionale di quasi tutto il pianeta, infatti, ha imposto le proprie regole per arginare il contagio, oltre a chiudere i propri confini – e si spera che si possano aprire le frontiere un po’ prima del prossimo anno.
L’opzione della sola Arabia Saudita resta anche per il 2021
Nelle prossime due settimane dovrebbe essere presa una decisione definitiva «su come sarà la Dakar 2021»: Castera però sa che l’Arabia Saudita, vista la sua vastità , consente di organizzare una «Dakar inedita al 100%». «Posso creare un rally completamente diverso rispetto allo scorso anno, partendo da zero, cosa che in Giordania o in altri Paesi è impossibile. Con un Paese quattro o cinque volte più grande della Francia – spiega infatti il direttore dell’evento – nel caso peggiore in cui non potessimo visitare nessun’altra nuova location, sono sicuro che avremo ancora una buona Dakar».
Castera infine conclude: «Siamo alla fine di aprile e abbiamo otto mesi per continuare a lavorare. Sono molto tranquillo riguardo la nostra capacità di organizzarlo, anche se sicuramente con speciali misure sanitarie. Ma tutto ciò che facciamo oggi e nei prossimi mesi sarà diverso: andare al ristorante, fare una passeggiata, in metropolitana, in aereo, e nei rally raid sarà esattamente lo stesso. Dovremo trovare misure affinché eventi come la Dakar possano avere luogo, ma le troveremo di sicuro».
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