WRC | Neuville ripercorre la sua carriera: le difficoltà economiche, il sostegno della famiglia, la lotta per emergere
Nel podcast del WRC
Nell’attesa che possa prima o poi ripartire il campionato WRC 2020, i piloti, i copiloti e tutti gli addetti ai lavori che ruotano attorno al Mondiale Rally sono, come la stragrande maggioranza del pianeta, confinati in quarantena e senza avere tantissimo da fare vista la pausa dalle corse. Nasce così l’iniziativa del WRC Backstories, un podcast che ripercorre gli inizi e i retroscena della carriera dei protagonisti del campionato, che si raccontano in prima persona.
Becs Williams, giornalista britannica volto del Mondiale WRC, ha intervistato in questo primo episodio Thierry Neuville, l’alfiere di Hyundai Motorsport e quattro volte consecutive vicecampione del mondo rally (e che recentemente ha sostenuto ai media belgi come il coronavirus sia il segno, a suo dire, del sovrappopolamento del pianeta). Oggi lo conosciamo come il pilota di successo che, tra le altre cose, ha conquistato quest’anno la sua prima vittoria al Rallye di Monte Carlo: ma le cose per il belga attualmente in quarantena nel suo appartamento nel Principato di Monaco, assieme alla compagna e alla figlia, non sono state una comoda passeggiata sul velluto, almeno all’inizio.
Neuville ripercorre gli inizi della sua carriera
Neuville, che dice di essere una persona dall’indole tranquilla ma al tempo stesso ben focalizzato sui propri obiettivi, ha rivelato di aver avuto da sempre la passione per il motorsport, meno per gli studi, pur cercando di concluderli con il minimo sindacale pur di non dover ripetere gli anni. Sino all’età di quattordici anni ha giocato a calcio, poi è esplosa la passione per i motori e per il rally, per i quali è riuscito a perdere anche «sei, sette chili», pur di essere al meglio della forma per questa disciplina.
La sua famiglia viveva a circa quindici minuti dal circuito di Spa-Francorchamps, con l’interesse di Neuville partito dagli ATV del padre, per poi puntare ai rally: pur con qualche parente impegnato nelle corse, il belga è stato il primo della sua famiglia a dedicarsi in maniera professionale e continuativa a questo mestiere. La sua carriera poi è stata un avvicendarsi graduale di traguardi, a partire dalla prima gara in Belgio nel 2007 a 19 anni: «È stata dura», ammette Neuville, soprattutto dal punto di vista finanziario. Il belga ha iniziato lavorando con i macchinari CNC, ed investendo i denari del suo stipendio nella sua passione.
Le difficoltà economiche di Neuville: “Avevo solo 256 euro in banca”
Inizialmente però i suoi genitori non erano molto entusiasti del fatto che il giovane Neuville dirottasse i suoi soldi nelle gare. «Ma ho sempre creduto nel mio talento e nelle mie sensazioni», spiega il pilota Hyundai, sapendo che tutti gli sforzi lo avrebbero poi ripagato. I suoi genitori lavoravano entrambi, ma erano divorziati, con Neuville che si divideva tra i due, mentre le finanze della famiglia non erano poi così floride («Non c’erano soldi», spiega): tuttavia entrambi non hanno mai demoralizzato il futuro pilota.
Ma Neuville ricorda, di quei tempi duri, quando scoprì di avere in banca solo 256 euro sul suo conto: «Era tutto ciò che mi era rimasto alla fine del mese», ammette. Inevitabile quindi abbia vissuto momenti di scoramento ma, spiega, non bisogna lesinare sulle proprie forze ed energie, ed ecco che qualcosa improvvisamente può cambiare, magari con la chiamata giusta.
Scopriamo inoltre che la lingua madre del belga è il tedesco, per poi iniziare a parlare in francese dal 2009, e quanto sia stato importante il suo manager per supportare la sua carriera; Neuville ha poi parlato della sua passione per il volo con gli elicotteri e della sua indole da workaholic. Tutto questo, ed anche qualche accenno alla sua vita privata, lo potete ascoltare sul podcast disponibile qui.
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