Dakar | Cyris Despres si unisce a Red Bull Overdrive ed entra anch’esso in gara
Despres a sorpresa alla Dakar 2020
Questione di una manciata di giorni e la Dakar 2020 partirà ufficialmente da Jeddah, in Arabia Saudita, per dodici tappe che per la prima volta saranno ambientate nel Paese mediorientale. Intanto, una vecchia conoscenza della corsa si unisce alla competizione.
Cyril Despres, da coach a pilota in gara alla Dakar 2020
Parliamo di Cyril Despres, uno che la Dakar l’ha vinta cinque volte con KTM nella categoria Moto prima di passare alle Auto con Peugeot, più una parentesi lo scorso anno con X-Raid Mini. Il 45enne ritorna a sorpresa al rally raid per sostituire il giovanissimo Seth Quintero nel team frutto della collaborazione tra Red Bull ed Overdrive (partner tecnico) e che sarà alla Dakar per lanciare una squadra cross country con piloti junior (qualcosa di simile al programma giovani che l’azienda austriaca porta avanti con successo nella F1).
Despres tanto junior non è, ed infatti inizialmente il suo ruolo era di coach per i piloti che avrebbero esordito alla Dakar: ora la sostituzione quasi in corsa, con il francese che si metterà alla guida – alla pari dei suoi compagni di squadra Blade Hildebrand ed Mitch Guthrie Jr – dell’Overdrive OT3, che competerà nella categoria dei leggeri Side by Side. Ancora non si sa chi sarà il copilota di Despres, mentre sono noti quelli che affiancheranno Hildebrand (nel suo caso sarà Francois Cazalet) e Guthrie jr (Ola Floene, navigatore d’esperienza nel mondo WRC già al fianco di Andreas Mikkelsen e Mads Ostberg).
Despres promuove gli OT3 di Overdrive
«Gli OT3 mi hanno sorpreso», ha commentato a suo tempo Despres. «Anzitutto la stabilità dei veicoli, con gli ingegneri che hanno lavorato sulle regolazione per avere un mezzo ampio 2,08 metri, cosa che gli conferisce molta stabilità. Ed hanno sfruttato le loro conoscenze per realizzare un telaio davvero solido e rigido, qualcosa che difficilmente riscontri nei buggy side by side. È anche preciso quando corri nelle sezioni più tecniche, che è la cosa di cui ha più bisogno. Il motore è potente – ha concluso il cinque volte vincitore della Dakar – e la visibilità dall’abitacolo è fantastica».
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