WRC | Rally Italia Sardegna, Esapekka Lappi: “Spero di poter gestire la pressione” [INTERVISTA]
Lappi a rischio? Ne abbiamo parlato con lui
DA ALGHERO – A poche ore dall’avvio ufficiale del Rally Italia Sardegna, che muoverà i suoi primi passi dallo shakedown di stamattina e dalla prova spettacolo di apertura prevista in serata (qui tutti i dettagli), abbiamo incontrato nel Media Lounge allestito da Citroen Racing Esapekka Lappi, una delle due punte schierate dal Team Principal Pierre Budar a bordo delle C3 WRC per questa stagione (l’altra, ovviamente, è Sébastien Ogier).
Reduce da una prima parte di stagione non stratosferica, se si esclude il secondo posto al Rally di Svezia, il finlandese che divide il proprio abitacolo con il navigatore Janne Ferm si ritrova attualmente in una posizione delicata. Pare, infatti, che il suo sedile inizi a scricchiolare: fondamentale sarà sicuramente il Rally Italia Sardegna. Ne abbiamo parlato con il diretto interessato.
Nel precedente Rally del Portogallo (le cui condizioni sono state da te paragonate ad una specie di Dakar) ha ottenuto dei tempi interessanti nonostante le difficoltà , tra polvere sollevata ed insidie del fondo terra. Questo prima del tuo ritiro. Cosa ti fa andare più veloce, la pressione su di te oppure gli sterrati? Perché al Rally Italia Sardegna troverai entrambi…
«(Ride) Ad essere onesti non è tanto lo sterrato, ma quanto abbiamo modificato nei settaggi della vettura per il Portogallo: già nel venerdì avevamo ottenuto dei buoni tempi, così come il sabato. I cambiamenti apportati, rispetto ai diciamo ultimi cinque mesi, sono andati molto bene, rendendo la vettura molto competitiva. So di avere molta pressione su di me visto che non ho siglato buone prestazioni ultimamente, ma spero di poterla gestire».
Ci si chiede infatti se riuscirai a terminare la stagione da pilota Citroen. Cosa non è andato in questa prima parte di stagione?
«Non penso che sia andato qualcosa storto a livello di team o con la vettura, tutto sommato ho gestito bene il tutto in Svezia e mi sento per il prossimo appuntamento su sterrato al 100% a mio agio con la C3 WRC. Ho avuto qualche problema nel maneggiare la vettura ma poi la questione si è risolta per il Portogallo. In Messico, Argentina e Cile [dove ha chiuso rispettivamente tredicesimo, con un ritiro e sesto, ndr] non sentivo il giusto feeling con la Citroen C3 WRC. Perciò puoi provare ad andare il più forte possibile ma alla fine arrivano i problemi».
Ti vediamo perciò rilassato, per niente preoccupato…
«So che molte persone si chiedono se rimarrò in Citroen, ma che ci posso fare? Posso solo provare a fare meglio e se non mi vorranno il prossimo anno… ma dipende da me e dalle mie prestazioni».
Hai detto di aver imparato qualcosa dal Portogallo, vale a dire di non spingere troppo e avere cura dell’auto almeno nella prima giornata. Sarà così anche in Sardegna?
«Sì, questo è un rally di sopravvivenza in un certo modo, devi pensare alla tua auto e cercare di evitare le rocce che spuntano sul percorso. Ovvio, non puoi andare al 100%, a tavoletta, devi andare un po’ più… lento».
All’inizio della stagione hai detto qualcosa del tipo «io e Ogier partiamo dallo stesso livello». A posteriori, pensi sia stata una dichiarazione un po’ avventata?
«Non penso, ritengo che ricopriamo lo stesso ruolo suo: abbiamo la stessa vettura, sebbene con differenti set-up, ma è una cosa che riguarda i piloti e le prestazioni sono le stesse in termini di motorizzazione ed aspetti del genere. Certo, attualmente lui guida la classifica, mentre nelle posizioni del campionato sono un po’ lontano [al momento è decimo, ndr] e se posso aiutarlo in qualche modo sono la persona che dovrà farlo. Ma all’inizio della stagione siamo partiti sullo stesso livello e chi si sarebbe posizionato meglio avrebbe avuto una mano dall’altro. Ripeto, l’auto è quella per entrambi, e non dipende perciò dalla C3 WRC».
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui