Intervista esclusiva a Nani Roma dopo l’incidente alla Dakar
Lo spagnolo si racconta ai microfoni di Monster Energy
A 46 anni Nani Roma ne ha viste tante e, a quanto pare, ancora molte avventure lo aspetteranno in questo 2018. Il nativo di Barcellona ha partecipato all’arduo Rally Dakar 23 volte e vanta il primato di essere uno dei pochi ad aver vinto sia sulle due ruote che sulle quattro ruote. Inoltre i nomi dei produttori, passati e presenti, che hanno supportato Roma nella sua corsa verso la gloria delle gare fuori pista sembra essere l’elenco dei migliori team di fabbrica.
Ed all’inizio della quarantesima edizione della Dakar, il 6 gennaio di quest’anno, le aspettative erano alte. Malgrado la sfida finale con il team rivale Peugeot, Roma e il copilota Alex Haro sembravano pronti e capaci di usare a pieno la loro Mini All4 preparata da X-Raid. Nonostante il buon inizio, le loro speranze sono state disilluse alla terza tappa. Dopo aver colpito un banco di sabbia a più di 120km/h, il duo è riuscito a guidare il veicolo per un solo altro chilometro prima di concludere la giornata della speciale tappa cronometrata di 296 km. Dopo un anno di duro allenamento, preparazione e programmazione è stato un momento doloroso. Mentre il copilota ne è uscito relativamente illeso, Roma è stato trasportato in elisoccorso a Lima, con lesioni sospette alla testa e al collo. Per fortuna non ci sono stati danni permanenti e dopo soli tre mesi, Nani è di nuovo in forma. Ma non è finita qui: un fitto calendario di gare lo attende nel 2018, concludendosi con un altro assalto alla leggendaria Dakar.
Prima dell’inizio dei test abbiamo incontrato Nani a Barcellona, per sapere cosa pensa del prossimo anno e della prospettiva della sua 24ª Dakar. Eccolo rispondere ad alcune domande presso i microfoni di Monster Energy, in un’intervista esclusiva sulle nostre pagine.
Come ti senti dopo l’incidente?
Sono un po’ deluso a essere completamente sincero. Sono triste per quello che è successo. Abbiamo lavorato tutti duramente. Il team ha lavorato duramente per preparare la macchina e ho mancato un possibile grande risultato. La Dakar è una gara lunga e difficile e avevamo una macchina buona, un bel gruppo di persone che lavoravano tutte insieme. È dura perdere la gara a causa di un incidente e non poter combattere fino alla fine. È uno sport e dobbiamo accettare quello che è successo, andare avanti e concentrarci sulle nuove sfide che abbiamo davanti.
Cosa è successo? È stato un errore di navigazione o solo sfortuna?
Non c’è nulla di specifico a cui dare la colpa. Il sole era alto in cielo, c’era molta luce, quindi avevamo una buona visibilità. Abbiamo seguito il percorso giusto e qualche secondo prima dell’incidente abbiamo fatto un piccolo salto e nell’atterrare siamo scivolati di lato e la sabbia ha colpito l’auto. Ed è finita lì!
Eri soddisfatto dei route book?
Sì, certo, da questo punto di vista la preparazione andava bene. L’unica modifica che avrei aggiunto è un segno di pericolo nel punto in cui ho fatto l’incidente. È stato un momento sfortunato nel punto sbagliato, ma come ho detto non do la colpa a nulla di specifico per l’incidente!
Come ti senti fisicamente adesso?
Sto molto bene. Abbiamo preso le massime precauzioni subito dopo l’incidente. Sono stato trasportato in elisoccorso a Ica e poi a Lima all’ospedale principale per ulteriori controlli. Ovviamente avevo un po’ di dolore, quindi è stato difficile tornare ad allenarmi, ma sono tornato al 100%. Il prossimo mese riprendo a gareggiare seriamente.
Qual è il tuo programma di test e di gare per questa stagione?
Abbiamo il Rally Kazakhstan, che è parte della Coppa del mondo rally raid della FIA che inizierà a breve. E poi avremo un’auto nuova per questa stagione con delle migliorie, quindi faremo anche dei test. Aspetto Baja a luglio e anche i test che faremo nel frattempo. Poi sarà di nuovo ora della Dakar. È il momento di attaccare, perché il tempo vola ed è perfetto!
Sta bene il tuo copilota Alex? Ha avuto anche lui un incidente durante i test.
Sì, purtroppo anche lui ha avuto un po’ di sfortuna durante l’allenamento. Si è rotto la clavicola e si è lussato delle dita, quindi non siamo stati in grado di fare la corsa che volevamo fare in Marocco. Il Merzouga Rally è molto difficile a livello di navigazione, quindi è un’ottima opportunità di allenamento per noi, ma non possiamo correre rischi. La cosa importante adesso è che Alex si riprenda e sia pronto per le prossime gare.
Cosa ci dici delle corse di cart cross che hai fatto a Barcellona?
È un’ottima preparazione. Devi saltare subito dentro e andare ad alta velocità, che è esattamente la stessa cosa che succede nei rally di lunga distanza. Quattro giri di qualificazione senza alcun test o pratica sono davvero emozionanti! Sono migliorato ogni volta che sono sceso in pista e soprattutto sono stato competitivo. Per me è estremamente importante risollevare la mia autostima tornando a gareggiare dopo l’incidente della Dakar. Soprattutto perché la mia prossima Dakar sarà la mia ventiquattresima ed è davvero emozionante!
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