WRC3 | L’ascesa, il periodo buio, il riscatto: Chris Ingram sul suo ritorno alle scene rally

Il pilota si racconta

Chris Ingram ha commentato l'opportunità di correre nel WRC3 con un nuovo team, ma ha parlato anche delle difficoltà vissute ultimamente prima di questa occasione
WRC3 | L’ascesa, il periodo buio, il riscatto: Chris Ingram sul suo ritorno alle scene rally

Non c’è dubbio che la vicenda di Chris Ingram sia l’emblema di quanto la vita possa sorprenderti e riservarti un’altra occasione quando pensi di non avere più altre chance: dopo aver vinto il titolo europeo rally nel 2019, rischiando pure di non arrivare a giocarsela sino in fondo a causa dell’esaurimento del suo budget a due gare dalla fine (poi le cose si sono sistemate grazie anche ad una raccolta fondi popolare lanciata dalla madre: e già questo basterebbe per capire l’eccezionalità della storia del primo britannico a conquistare l’ERC dall’impresa del connazionale Vic Elford nel 1967), nel 2020 il giovane pilota è rimasto fermo. Niente campionato europeo, a parte la comparsata nell’ultimo round delle Canarie su una vettura valida ma cui non era abituato e di livello inferiore rispetto a quella che aveva utilizzato per vincere l’ERC, niente difesa del titolo, nessun progetto all’orizzonte anche a causa della pandemia e del lockdown.

Il ritorno di Chris Ingram

Insomma, la carriera di Ingram sembrava giunta ad un binario morto. Ma lui non ha smesso di crederci, ha pensato anche a modalità alternative di raccolta fondi per sostenere il suo sogno di rallista, e alla fine ecco che ti piomba l’opportunità: potrà finalmente disputare una stagione nel WRC3, porta d’ingresso al Mondiale Rally che tanto brama, assieme all’altrettanto campione europeo alle note Ross Whittock e a bordo della Skoda Fabia Rally2 Evo, grazie alla squadra belga SXM Competition. Non solo: il programma del 26enne prevede l’avanzamento di carriera nel WRC2 il prossimo anno, motivo per cui questa stagione nel WRC3, che per lui partirà dall’imminente appuntamento del Rally di Croazia, sarà principalmente di apprendimento.

Ingram ha parlato di questo e toccato anche altri argomenti ai microfoni di AutoSport. «L’ultima volta che siamo saliti sull’auto [si riferisce alla Skoda Rally2, ndr] è stato quando abbiamo vinto l’ERC, quindi ho bisogno di riprendere quella stessa energia. Penso che tutto si riduca a credere sempre che con le giuste possibilità e con il giusto supporto si possano vincere titoli», ha spiegato il britannico. «Ho sempre avuto questa convinzione e non smetterò mai di lavorare sodo… si tratta ora di un altro livello di competizione, perché la lista degli iscritti è piena di così tanti piloti talentuosi e veloci che sanno come vincere».

“Se penso che lo scorso anno non sapevo neppure di poter tornare ai rally…”

Se non altro, la struttura che lo ha accolto potrà garantirgli il giusto grado di preparazione: «Prima di ogni rally godremo di almeno 100 km di test, cosa non abbiamo mai avuto nella mia carriera prima d’ora», ammette Ingram, che come riporta AutoSport ha già svolto il suo primo test assieme all’ex navigatore nel WRC (dettava le note Freddy Loix qualche decennio fa) Fred Miclotte, oggi a capo di SXM Competition. «Ci siamo sempre presentati abbastanza poco preparati durante tutta la mia carriera, quindi questa è la prima volta che possiamo dire di avere tutto ciò di cui abbiamo bisogno, sul serio». Nel 2019 si prese l’ERC senza vincere neppure un appuntamento del calendario.  «L’auto ha davvero gli ultimi aggiornamenti e un motore nuovo di zecca che è davvero potente e suona in modo incredibile!», spiega poi riguardo l’ultima versione della Fabia Rally2 Evo a propria disposizione, ben diversa dalla Fabia R5 del 2019. «Sono così grato al nostro piccolo team che ha voluto supportare Ross e me, credono pienamente in noi e hanno fatto un lavoro straordinario. È un sogno che si avvera se penso che l’anno scorso in questo periodo non sapevo nemmeno se avrei potuto guidare di nuovo un’auto da rally, figuriamoci tutto questo!»

Fiducioso per il Croazia, come come spiega egli stesso sarà qualcosa di inedito per tutti gli equipaggi, così come l’Acropolis in Grecia e il format del Rally di Spagna che quest’anno sarà completamente su asfalto, Ingram ha ben chiaro anche il fatto che servirà «un po’ di slancio» in questi eventi nuovi per tutti in modo tale da poter affrontare al meglio appuntamenti in cui gli altri hanno più esperienza, come il Rally Italia Sardegna da lui espressamente citato.

L’impegno di Chris Ingram per la salute mentale

Arrivare a questo punto, però, non è stato facile. Come abbiamo accennato, Ingram si è ritrovato senza punti di riferimento nel 2020, e non è semplicissimo per un pilota di rally trovare un’altra occupazione, come ha riconosciuto il diretto interessato. «So quanto è stato difficile per la maggior parte di noi», spiega riguardo le difficoltà di collocamento per la sua categoria. «Mi piace pensare di rappresentare tutti noi che abbiamo passato questo anno molto difficile e abbiamo cercato di trovare una via d’uscita». Difficoltà che possono avere conseguenze anche sulla salute mentale, come lo stesso Ingram sa avendo vissuto sulla propria pelle dei momenti bui. Un tema, questo, su cui c’è ancora un certo stigma sociale ma che colpisce sportivi anche di alto livello, ed è anche per questo motivo che il Rally Warrior supporterà HUMEN, ente non profit britannico che sostiene gli uomini che soffrono di problemi psicologici, tali a volte da spingerli anche al suicidio. «C’è sempre stata la sensazione che noi sportivi non possiamo permetterci di essere in alcun modo aperti su come ci sentiamo, per via di quello che la gente potrebbe pensare – o lo sponsor oppure il team – e questo non è giusto, davvero. Tutti nascondono qualcosa e penso che sia un modo di essere forti dimostrare di essere dei libri aperti, senza nulla da celare: lasciare che sia la mia guida a parlare, e magari aiutare chi soffre in silenzio».

Crediti Immagine di Copertina: Facebook Chris Ingram

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