Diciamoci la verità, ce lo aspettavamo. L’Ypres Rally, penultimo round del campionato WRC 2020 inserito in corsa nella seconda metà della stagione per ovviare ad un calendario ridotto ai minimi termini, è stato cancellato.
Il Belgio rischia il lockdown
L’appuntamento in Belgio, che sarebbe stato una delle novità nel Mondiale di quest’anno, non si terrà a causa di una situazione legata al Covid che nel Paese sta diventando insostenibile, come abbiamo raccontato in questi giorni. Non sarebbero bastate le porte chiuse, decise qualche giorno fa: il Belgio rischia il lockdown considerato anche il fatto che i ricoveri stanno toccando cifre record, e così il Comitato di Crisi belga riunitosi oggi per fare il punto sulle misure intraprese dal Governo per arginare i contagi potrebbe operare per una ulteriore, decisiva stretta. Ed era inevitabile che venissero sacrificati grandi eventi che, pur a porte chiuse, avrebbe comportato spostamenti e ingressi di persone (e poi diciamocelo, il rischio assembramenti c’è anche senza pubblico: lo abbiamo visto noi stessi al precedente Rally Italia Sardegna, anch’esso a porte sigillate, ma con alcuni nostri colleghi giornalisti che non rispettavano le distanze e un pubblico che si accalcava sulle transenne che perimetravano il parco assistenza). Di conseguenza, gli organizzatori hanno comunicato ufficialmente l’annullamento della gara che si sarebbe dovuta tenere il prossimo 19-22 novembre.
“Irresponsabile organizzare l’Ypres Rally”
Emily Talpe, sindaco della città di Ypres, ha dichiarato: «Abbiamo sempre sostenuto pienamente il Renties Ypres Rally, ma questa volta non possiamo permettere che il rally abbia luogo». Il governatore della regione delle Fiandre, dove si sarebbe dovuto tenere l’evento, Carl Decaluwé, ha spiegato: «In stretta consultazione con l’organizzatore, le autorità amministrative e con il Ministero dell’Interno, e sulla base dell’evoluzione della pandemia nella nostra regione, è stato deciso che, nelle attuali circostanze, sarebbe stato irresponsabile autorizzare il rally valido per il campionato del mondo».
Per Ypres si sarebbe trattato del coronamento di un lavoro durato decenni, il riconoscimento di una gara che nacque nel 1965 e che ha fatto parte dell’ERC prima della promozione, per quest’anno non andata poi in porto, nel WRC. Da notare che nel calendario 2021 questa gara non appare nella lista ufficiale, ma rappresenta uno degli eventi di riserva in caso di cancellazioni. Alain Pénasse, presidente degli organizzatori Club Superstage, ha commentato inevitabilmente amareggiato: «È ovviamente una grande delusione per tutti i nostri volontari che hanno dimostrato la loro capacità di organizzare un round WRC a breve termine. Si spera che i nostri sforzi e investimenti non siano stati vani. Abbiamo dimostrato alla FIA e al promotore WRC che possiamo adattarci rapidamente e che possiamo correre il Renties Ypres Rally a livello WRC. Questa cancellazione era inevitabile, ma continuiamo la nostra ambizione di essere nel WRC. Si spera che questa cancellazione sia solo un rinvio».
Cosa resta del WRC 2020
Facendo il punto della situazione, il campionato WRC 2020 tocca quota nove appuntamenti cancellati, dieci se contiamo il depennamento del Cile avvenuto prima che il Mondiale entrasse nel vivo, dettato da motivi politico-sociali (ovvero l’approvazione di una nuova Costituzione, le cui votazioni si sono svolte in questo periodo). Solo un evento è stato rinviato entro la stagione senza subire la mannaia dell’annullamento, ovvero il Rally Italia Sardegna tenutosi proprio al limite del precipitare della situazione legata al virus in Europa. Quindi, per ora abbiamo sei round già disputati, più un settimo che concluderebbe questo assurdo 2020, ovvero l’ACI Rally Monza di dicembre. Sempre che pure questo non venga cassato.
Il punto sul campionato
La cancellazione dell’Ypres Rally potrebbe generare diverse reazioni tra i team: Hyundai Motorsport è quella che aveva il vantaggio di schierare piloti di casa (Thierry Neuville) o che avevano comunque un buon curriculum in questa gara (Craig Breen). Toyota Gazoo Racing invece non aveva molta esperienza di Ypres con i suoi equipaggi, e Sébastien Ogier aveva pure colto l’occasione per parlare di un presunto vantaggio in odor di slealtà da parte degli avversari (il già citato Pénasse è anche team manger di Hyundai): grazie al cielo, ci siamo risparmiati questa polemica. Ironia della sorte, proprio in vista di Ypres M-Sport aveva stabilito di riprendere con i test ufficiali dopo mesi senza svolgere alcuna sessione, e che a quanto pare potrebbero essere utili invece per Monza. Test che ha già svolto Hyundai, che in questa volata finale del campionato punta su Neuville per il titolo piloti, il quale parte più lanciato rispetto al compagno di squadra Ott Tanak se ci limitiamo a guardare le loro posizioni in classifica e la matematica che li inchioda. Toyota invece ha dalla sua Elfyn Evans, attuale leader del campionato, ed Ogier, subito dietro lui, ma che non hanno grossa esperienza neppure sulle strade brianzole, e meno chilometri su asfalto quest’anno con la Yaris WRC. Nei costruttori, Hyundai è in testa ma con un vantaggio di soli sette punti su Toyota.
Ma su tutti questi ragionamenti, come sempre, incombe un convitato di pietra quale è il Covid. Sarà lui, ancora una volta, a decidere le sorti di questa stagione nel WRC.
Crediti Immagine di Copertina: Hyundai Motorsport