A qualche giorno di distanza dalla conclusione del primo round del WRC 2021, il Rallye di Monte Carlo, DirtFish ha affidato al neo team principal di Toyota Gazoo Racing uno spazio in cui fare un bilancio del suo esordio in questo ruolo. Jari-Matti Latvala, fino all’altro ieri di mestiere pilota (seppur appiedato e in cerca di nuova sistemazione), oggi guida l’armata delle Yaris WRC vincendo e convincendo al debutto di Monte Carlo.
Il segreto di questo successo? Di sicuro partire con una buona base di partenza: pur non vincendo il titolo costruttori da due anni, Toyota dal suo ritorno nel WRC nel 2017 ha dimostrato di essere una squadra solida, con una vettura prestante (forse un po’ meno nella seconda metà della scorsa stagione) ed abbastanza affidabile, e soprattutto di aver puntato sui cavalli vincenti, ovvero il fresco di settimo titolo mondiale Sébastien Ogier, vincitore dell’ultimo Monte Carlo per l’ottava volta in carriera, un Elfyn Evans che sulla Yaris WRC è sbocciato ed un giovane che ha dimostrato di non essere un fuoco di paglia, ma un potenziale fuoriclasse quale è Kalle Rovanpera. In più, il jolly Takamoto Katsuta, che in questa prima uscita stagionale ha dato prova di margini di crescita, anche a livello mentale.
Latvala: “I metodi urlati non fanno per me”
Insomma, Latvala aveva già la strada spianata («Dobbiamo ricordare che questa è ancora la squadra creata da Tommi Mäkinen [suo predecessore, ndr]. […] La vettura, i piloti, i copiloti, tutto il team sono stati costruiti prima che diventassi team principal. Tutto quello che ho fatto è apportare alcune piccole modifiche. Forse questo cambierà in futuro, con il progredire della stagione. Vediamo»): e difatti, come ha raccontato, «non c’è stato bisogno di dire molto alla squadra», ma guidarla con modi garbati e gentili. «Quello che ho cercato di fare è dare ulteriore motivazione – racconta -. Questo è il modo in cui cerco di lavorare. Ho imparato che quando si tratta di questi discorsi, farlo in maniera gridata non è il mio stile. Non credo sia il modo migliore». Il finnico ha così parlato con tutti gli equipaggi, in maniera individuale «per dare loro supporto e una spinta se ne avevano bisogno. A Monte Carlo non credo che avessero bisogno di così tanta spinta, ma ho cercato di assicurarmi che fossero tutti fiduciosi e felici». E si riserva pure una piccola frecciatina, chissà rivolta a chi: «Penso che ai vecchi tempi ci fossero delle urla e personalmente, credo che sia più consono invece uno stile di supporto».
“Quando ho visto l’incidente di Suninen ho provato di nuovo un senso di adrenalina”
Ecco quindi il metodo Latvala, o forse meglio parlare di stile, imposto con gentilezza alla squadra nonostante lo straniamento nel vivere una gara dall’altra parte della barricata. «Quest’anno è tutto diverso». prosegue il team principal nel suo racconto affidato a DirtFish. «Certo, ora controllo tutto e sono davvero motivato nel vedere come sta andando la squadra. E sono davvero davvero sorpreso dalle emozioni che ho provato. L’ho capito quando ho visto Teemu [Suninen] subire l’incidente nella prima PS. Onestamente, ho sentito di nuovo l’adrenalina scorrere nel mio sangue. Mi sono sentito così male per lui […]. Nel momento in cui ho visto questo incidente, l’emozione era un po’ irreale».
“Incredibile la differenza che può fare Ogier nelle condizioni del Monte Carlo”
Continua poi Latvala: «L’unica cosa che ho potuto fare in questo rally è stato aiutare con la mia esperienza nella scelta delle gomme, ma la realtà è che – anche per un Monte Carlo con condizioni così mutevoli – non sono state poi così tante le volte in cui la scelta delle gomme è stata molto complicata: in realtà questa volta è stato abbastanza semplice». Infine rende onore ai suoi equipaggi: «Voglio dire un grande grazie a tutto il team e tutti gli equipaggi, hanno fatto tutti un lavoro fantastico. Taka-san è stato davvero bravo. […]. Kalle ha fatto un altro grande passo in avanti rispetto allo scorso anno e per lui correre questo evento è stato fantastico. Elfyn, ne sono abbastanza sicuro, è stato l’unico pilota a non commettere errori. È stato così maturo[…]».
Infine una parola per Ogier, con tanto di aneddoto che spiega quanto il francese sia di un altro pianeta. «Séb ha fatto un altro lavoro fantastico. […] È stato davvero uno dei migliori. La differenza che può fare in questo tipo di condizioni è incredibile. Ha una tale sensibilità per i freni. Ricordo di averlo osservato quando eravamo compagni di squadra [ai tempi di Volkswagen Motorsport, ndr]. Mettevamo insieme i dati e potevo vedere dove frenavo rispetto a lui. Il problema per me era che dovevo frenare così forte per avere un’idea dei freni, ma avrei bloccato le ruote dove Séb non l’avrebbe mai fatto. Séb ha una sensazione reale; inserisce il freno con la giusta pressione ed è istintivo per lui capire dove sia la sensazione dei freni. Non puoi imparare questo genere di cose, o ce l’hai o non ce l’hai: si tratta di provare l’aderenza dell’auto attraverso il tuo corpo. Séb ha quella sensazione. Ora che sono dall’altra parte vedo quanto sia difficile per chiunque batterlo a Monte Carlo…».
Crediti Immagine di Copertina: Toyota Gazoo Racing