In questo momento di crisi globale innescata dalla pandemia e che ha toccato anche i settori dell’automotive, Andrea Adamo ha spesso sottolineato il fatto che il campionato WRC debba assolutamente rivedere al ribasso i propri costi. Il team principal di Hyundai Motorsport ha anche affermato che il mondo del rally non può far lievitare le spese come se fosse la Formula 1, altrimenti sarà a rischio la sostenibilità di competizioni come il Mondiale e la partecipazione di costruttori e team.
“Il vero budget cap è il limite di spesa dei costruttori”
Tuttavia, la stessa F1 ha imposto nell’immediato futuro un tetto alle spese, e se ci sta riuscendo la massima serie motorsportiva al mondo – per volume di affari e visibilità – potrebbe anche il WRC seguire queste orme, alla luce soprattutto delle mutate condizioni economiche globali e il salto quantico verso la tecnologia ibrida e i nuovi regolamenti tecnici del 2022? Il dibattito si è aperto sulle pagine di DirtFish, coinvolgendo i team principal dei tre team ufficiali in gara nel Mondiale. Adamo ha sentenziato come ci siano già gli strumenti per evitare spese fuori controllo: «Il limite di spesa sarà sempre il budget che tutti i costruttori hanno a disposizione: questo è il vero budget cap. Non capisco davvero come puoi gestire un limite di spesa o come puoi controllarla. Quando vedrò il limite di spesa in futuro, mi fiderò di esso. [Per ora] non ci credo. Penso che ci siano regole [sportive e tecniche] create in modo tale che uno possa gestire correttamente i soldi».
I dubbi di M-Sport e Toyota
Dal canto suo M-Sport accoglierebbe con favore un budget cap, anche perché tra i tre team rimasti attualmente in competizione nel WRC è la realtà con meno risorse, essendo praticamente una squadra semiufficiale. Il team principal Richard Millener però riconosce che una iniziativa del genere ha la propria ragione di essere «dal punto di vista teorico», ma tra il dire ed il fare ce ne passa e anzi, «è molto difficile».
«Se guardiamo alla F1 com’è attualmente, stanno persino lottando per capire come implementeranno il tetto alle spese e come dovranno impiegare un sacco di altre persone per svolgere effettivamente tutte le pratiche burocratiche, oltre a assicurarsi che le persone aderiscano al budget cap», spiega. «Probabilmente ci possono essere sempre dei modi per aggirare un limite di spesa, ma penso che ci siano sicuramente alcuni elementi che potremmo cercare di controllare un po’ di più. E penso che, ancora una volta, ci stiamo effettivamente lavorando nel miglior modo possibile dietro le quinte». Ma secondo Millener un vero e proprio tetto alle spese «sarà molto difficile da controllare». Riconosce comunque che negli ultimi tre anni la competizione nel WRC è stata piuttosto bilanciata, pur senza imporre limiti di budget, «perciò bisogna anche guardare ai lati positivi». Certo, stringi stringi il team che schiera le Ford Fiesta WRC è parso comunque come il vaso di coccio tra vasi di ferro come Citroen (finché è rimasta nel Mondiale), Hyundai e Toyota. Per Millener comunque non è detto che «impedire alle persone di spendere i soldi» possa comportare un ulteriore allargamento della platea di team in gara nel WRC.
Scettico anche Tommi Mäkinen per il fronte Toyota Gazoo Racing, che si è detto poco sicuro riguardo ad un eventuale tetto alle spese. «È difficile da dire e non posso affermare dove [il budget cap] possa o potrà essere utile in qualche modo»