Il trionfo di Kalle Rovanpera (e del suo navigatore Jonne Halttunen, non dimentichiamolo), laureatosi campione del mondo rally 2022 con la vittoria al Rally di Nuova Zelanda, ha suscitato l’ammirazione dei commentatori e dei colleghi, stupiti dalla crescita impetuosa e dalla maturità del 22enne.
Lappi: “Rovanpera non è una sorpresa, capii tempo fa che sarebbe diventato un campione”
Prendiamo Esapekka Lappi, compagno di squadra in Toyota Gazoo Racing che ha concluso in anticipo la sua stagione per lasciare il suo sedile negli ultimi tre appuntamenti stagionali a Sébastien Ogier (che darà man forte per il titolo Costruttori e cercare di chiudere così in gloria la stagione rallistica del marchio automobilistico giapponese): il finlandese conosce il connazionale sin da quando quest’ultimo era giovanissimo, come riporta Autosport, e come i suoi colleghi è rimasto esterrefatto dalle ottime prestazioni di Rovanpera, in particolare quelle offerte quest’anno.
«Non solo i fan e gli spettatori pensano che sia incredibile, anche la maggior parte dei piloti hanno lo stesso punto di vista. Kalle è un ragazzo abbastanza normale al di fuori dei rally. È difficile capire davvero perché sia così bravo. Da quello che ho visto è sempre molto rilassato. Sale in auto e guida concentrandosi al 100%, poco ma sicuro», è l’analisi di Lappi, che ha anche spiegato come il loro sport abbia bisogno di uno come Rovanpera.
«Il WRC ha bisogno di piloti alla Max Verstappen ed è esattamente ciò che speriamo possa accadere. Kalle non è una grande sorpresa. Sapevo da tempo che sarebbe diventato un campione», ha spiegato l’ex M-Sport, che raccontato un aneddoto con un velo di ironia: «Una decina di anni fa Kalle guidava una S2000 Fiesta a quattro ruote motrici, era la mia vettura, e io gli facevo da insegnante. Ma il punto è che non c’era nulla da insegnargli e in quel momento ho detto a mia moglie “siamo fottuti” per il futuro, e non mi sbagliavo».
Ogier: “Rovanpera è già molto avanti rispetto a me alla sua età”
Anche Ogier ha lodato il suo giovane collega, a cui ha consegnato idealmente la corona di trionfatore del WRC sul podio del Rally di Nuova Zelanda: «Non credo che abbia bisogno di consigli [per il futuro]. Prima di tutto lui è già molto avanti. Quando avevo 22 anni non ero nemmeno seduto su un’auto da rally […]. Finché tiene i piedi per terra e non pensa che tutto sia facile, e continua a lavorare come fa e ha una buona squadra intorno a sé, il futuro sembra molto luminoso», ha sentenziato l’otto volte campione del mondo di rally su Autosport.
Le lodi di Alister McRae: “Anche Colin sarebbe rimasto stupito”
Su Rovanpera ha detto la sua anche Alister McRae, fratello del campione WRC 1995 Colin, che sino allo scorso fine settimana guidava la classifica dei vincitori più giovani del Mondiale Rally. Presente anch’egli in Nuova Zelanda, l’ex rallista per Hyundai e Mitsubishi (e padre del giovane Max, ultimo rappresentante della dinastia che sta iniziando il suo percorso di avvicinamento al WRC) ha commentato, sempre da quanto riporta Autosport: «Se sei abbastanza bravo da riuscirci [ovvero conquistare il titolo, ndr], te lo meriti, e sono sicuro che Colin avrebbe detto la stessa cosa. Quello che Kalle ha fatto quest’anno, tra l’altro sotto pressione in vari eventi, è sorprendente. Se lo merita al 100%. Penso che Kalle sia un pilota naturale e sia in un’ottima posizione in questo momento».
McRae ha quindi spiegato: «Sono sicuro che Colin sarebbe stupito da quanto sia bravo già così giovane. E penso che sia una preoccupazione per tutti gli altri in campionato. Sapevamo che Kalle era veloce, ma la maturità e l’abilità di quest’anno hanno portato molte persone a chiedersi come riesca a farlo alla sua età. È piuttosto sorprendente avere quella compostezza e la capacità di spingere e realizzare i tempi che stabilisce. Sembra molto a suo agio in auto e nella sua guida. Poi è qualcosa di incoraggiante per i piloti più giovani: Kalle ha 22 anni, ma ha anni di esperienza alle spalle e sono sicuro che il suo programma è stato pensato molto tempo fa per portarlo dove è oggi. Il mio Max ha iniziato quando aveva 16 anni, mentre Kalle ed Oliver [Solberg] hanno cominciato prima. Penso che sarà molto difficile per chiunque altro battere il record che Kalle ha appena stabilito. Non credo che accadrà mai. Adesso non bisogna più avere 28 o 29 anni per essere in grado di vincere il campionato, e questo porterà lo sport ad una fascia demografica più giovane».