Il campionato WRC è appena ripartito e siamo già al terzultimo appuntamento di questa stagione rattoppata alla bene e meglio causa Covid: archiviato il Rally Estonia dello scorso weekend, da cui è ricominciato il Mondiale, la competizione si sposta nei completamente differenti sterrati della penisola anatolica, con la tredicesima edizione del Rally di Turchia.
Sopravvissuto ai rischi di cancellazione che gli avrebbero fatto seguire la sorte di altri nove appuntamenti inizialmente previsti nel 2020, l’appuntamento che è tornato nel WRC nel 2018 dopo otto anni di stop è stato però anticipato al 18-20 settembre, anziché 24-27 dello stesso mese, in modo da agevolare l’ingresso nel calendario di lì a poche settimane dell’Ypres Rally (ma poi le cose sono andate diversamente, con il Belgio che è andato a rimpiazzare il Giappone in coda alla stagione e la Turchia che è rimasta comunque nel weekend modificato).
Cenni storici sul Rally di Turchia
Sia come sia, l’appuntamento su terra torna anche quest’anno per il ventennale della sua giovane storia: nato nel 2000, l’evento attualmente basato nella località di Marmaris, sul Mar Egeo, ha preso il testimone della tradizione non proprio consolidatissima dei rally in Turchia, con gare che si disputano dagli anni Settanta. Nel 2003 l’ingresso nel WRC, con il fulcro nelle zone di Kemer, nei pressi di Antalya, zona sudoccidentale del Paese. Fermatosi nel 2007 e poi nel 2009, il Rally di Turchia ripartì nel 2008 per poi subire un’altra battuta di arresto nel 2010, questa volta dal WRC per entrare nell’IRC e con un trasferimento a nord, in prossimità di Istanbul. Poi il ritorno nel Mondiale nel 2018 con una nuova veste e la base fissata a Marmaris.
Nell’albo d’oro spicca Carlos Sainz come vincitore della prima edizione inserita nel WRC, mentre il recordman è Sébastien Loeb con tre successi, nel 2004, 2005 e 2010; Citroen invece è il costruttore con il maggior numero di centri, ben cinque. L’ultimo trionfatore, in ordine di tempo, è Sébastien Ogier, proprio con la C3 WRC.
Caratteristiche del Rally di Turchia
Passiamo quindi dai velocissimi sterrati, abbastanza soffici ed abbastanza compatti, del Rally Estonia a quelli più lenti, insidiosi e rocciosi del Rally di Turchia. Se nel Baltico bastavano le gomme medie, qui meglio optare per le hard. Siamo in una zona montuosa del Paese, dove tra la canicola di fine stagione che può mettere sotto sforzo motori e componenti delle vetture (come l’impianto trasmissivo e i freni) e lo stato delle strade gli imprevisti attendono dietro ogni curva e in ogni rettilineo, perciò la velocità del round precedente passa in secondo piano rispetto all’accortezza che questa gara richiede.
Rally di Turchia 2020: le novità del percorso
La base quindi sarà ancora una volta la ridente città costiera di Marmaris, mentre il parco assistenza verrà collocato ad Asparan, a sud-ovest e nei pressi dell’altra località turistica Içmeler. Con lo shakedown di Asparan da 4,70 km previsto nella mattinata di venerdì 18 settembre partirà il weekend del Rally di Turchia, a cui seguirà la cerimonia di partenza di Marmaris nel primo pomeriggio: ricordiamo che questo sarà il primo evento del WRC a porte chiuse e quindi senza spettatori ammessi al parco assistenza, cerimoniali e prove speciali.
Nello stesso giorno avremo le due prime PS, la Içmeler, che come lo scorso anno compare subito nel percorso, e la Gökçe salendo più a nord. Nessun cambiamento per la tappa di sabato 19, uguale allo scorso anno con la Yeşilbelde, che rispetto allo scorso anno perde circa due chilometri, la breve Datça e la Kizlan, novità del 2019 in un percorso che porterà i concorrenti nelle panoramiche zone costiere. Domenica 20 si chiude con le ultime quattro prove speciali ma che presentano una PS monstre per la sua lunghezza, ovvero la Çetibeli che conferma ancora una volta i suoi 38,15 km ma si sposta nella giornata conclusiva, aprendola. La ripetizione della Marmaris invece sarà la Power Stage.
In tutto 223 km competitivi rispetto ai 309,86 dello scorso anno, in un percorso rivisto e ridotto (solo dodici prove speciali, più o meno quanto una gara europea, ma con alcune PS davvero lunghe) per questioni di sicurezza, in linea con le direttive FIA per evitare rischi legati al virus.
Rally di Turchia 2020: percorso ed orari italiani
-Venerdì 18 Settembre
08:01 – Shakedown (Asparan) 4.70 km 08:01
15:30 – Cerimonia di Partenza (Marmaris)
16:08 – SS 1 İçmeler, 13,90 km
17:21 – SS 2 Gökçe, 11,32 km
19:06 – Service A (Asparan)
-Sabato 19 Settembre
06:57 – Service B (Asparan)
07:50 – SS 3 Yeşilbelde 1, 31,79 km
09:08 – SS 4 Datça 1, 8,75 km
10:06 – SS 5 Kızlan 1, 13,15 km
12:32 – Service C (Asparan)
13:50 – SS 6 Yeşilbelde 2, 31,79 km
15:08 – SS 7 Datça 2, 8,75 km
16:06 – SS 8 Kızlan 2, 13,15 km
17:27 – Service D (Asparan)
-Domenica 20 Settembre
05:27 – Service E (Asparan)
06:30 – SS 9 Çetibeli 1, 38,15 km
08:08 – SS 10 Marmaris 1, 7,05 km
08:43 – Service F (Asparan)
10:10 – SS 11 Çetibeli 2, 38,15 km
12:18 – SS 12 Marmaris 2 [Power Stage], 7,05 km
Rally di Turchia 2020: come vederlo in tv e sul web
Anche il Rally di Turchia sarà visibile per gli abbonati a DAZN, che potranno godere degli highlights e delle dirette delle selezionate prove speciali. Inoltre, sempre a pagamento, ricordiamo il pacchetto completo offerto dal canale ufficiale in streaming WRC + All Live, con tutti i live, le interviste, le conferenze stampa, camera car ed altri contenuti esclusivi. Sul versante gratuito, invece, l’opzione è Red Bull TV, raggiungibile tramite sito, smart tv ed app, con una programmazione che partirà con gli highlights di venerdì 18 alle ore 21:00, mentre sabato 19 ci sarà una diretta a partire dalle ore 15:00. A fine giornata altra sintesi, prevista sempre alle ore 21:00, stesso orario per gli highlights di domenica 20. Il giorno dopo, lunedì 21, appuntamento alle 19:00 con il resoconto del Rally di Turchia 2020.
Rally di Turchia 2020: la start list
Qui la lista iscritti completa del Rally di Turchia 2020.