Tra gli eventi WRC confermati per il 2021, scaturiti dall’ultimo Consiglio Mondiale del Motorsport, non figura al momento il Rally di Nuova Zelanda e difficilmente potrà esserci. Infatti nella prossima stagione ci sarà il ritorno dopo un anno di pausa del Rally Australia, perciò sembra improbabile che nello stesso calendario possano esserci due round in Oceania.
“Tenere fuori il Rally Nuova Zelanda dal WRC sarebbe insensato”
Gli organizzatori kiwi hanno colto l’antifona ed iniziano a fare i conti su come poter riproporre la loro gara nel WRC: quest’anno infatti il Nuova Zelanda è saltato causa coronavirus, proprio nel momento in cui sarebbe stato riproposto l’evento dopo l’ultima volta nel Mondiale avvenuta nel 2012. Considerato poi che nel 2021 non ci sarà certo spazio per più di dieci-dodici appuntamenti e nove sono già stati annunciati, tutto sembra congiurare contro la gara nell’emisfero australe. Come ha spiegato l’amministratore delegato del rally Michael Goldstein ai microfoni di AutoSport: «Non c’è dubbio che qualche organizzatore di eventi rimarrà molto deluso quando verrà annunciato il calendario finale. Abbiamo lavorato a lungo con il WRC Promoter per riportare il Rally della Nuova Zelanda nel Mondiale; tutti sanno che abbiamo dovuto recuperare il tempo perduto per prepararci al 2020». Arriva poi la stoccata: «Per noi lo sport è qualcosa che va oltre i soldi e sarebbe una decisione insensata da parte della FIA e del WRC Promoter di tenere nuovamente il Rally della Nuova Zelanda in bagnomaria per altri 3-5 anni. Siamo fiduciosi, ma non ottimisti, che WRC Promoter e la FIA guarderanno nel profondo del loro cuore prima di prendere le decisioni finali sul calendario 2021».
I piani a lungo termine del Rally Nuova Zelanda
Nell’attesa che FIA e WRC Promoter rispondano “sì sì, mo’ me lo segno”, Goldstein ha rivelato invece su DirtFish che esiste un piano pluriennale di finanziamento sostenuto dal Governo, e che l’obiettivo minimo è che la Nuova Zelanda rientri nel WRC fra due anni. «Per il 2022, avremmo bisogno di ridiscutere i finanziamenti e di intavolare queste discussioni con i nostri partner – abbiamo solamente questo tempo limite in cui le persone possano mantenere un investimento. Senza certezze è molto difficile per un organizzatore di eventi. Stavamo cercando di avere una certa sicurezza per un periodo da 8 a 10 anni per avere una lunga rotazione con l’Australia: questo avrebbe dei vantaggi sia per loro che per- noi». In pratica, Goldstein ha parlato di un piano ambizioso che per circa un decennio avrebbe garantito all’Oceania una tappa nel Mondiale Rally, alternando Nuova Zelanda ed Australia. «Avrebbe aiutato uno sponsor che guardava ad entrambi i Paesi per ricavare un impegno a lungo termine, sicuramente avrebbe aiutato i governi. Senza quella certezza, la vita è difficile per noi e credo che la vita sia difficile anche per il Rally in Australia», ha sentenziato il manager.
Goldstein ha poi parlato di una accordo raggiunto «in linea di principio» con le autorità governative per una rotazione che avrebbe visto il Nuova Zelanda sostenuto per il 2020, poi per il 2024 e per il 2028: un impegno a lungo termine messo a repentaglio dal coronavirus. «Non sei disposto a spendere tutto quel tempo e fatica quando sai di non poter più tenere la gara in futuro». Scopriamo insomma che il Rally di Nuova Zelanda aveva piani non per una sola stagione, l’attuale, ma qualcosa spalmato nel tempo per dare rappresentanza ad un evento assente nel WRC da ben sette anni. Nel frattempo, Goldstein e i suoi dovranno affrontare i costi della cancellazione dell’evento di questa stagione, con investimenti non più recuperabili.