Il presente ed il futuro del campionato WRC restano ancora incerti, e il colpevole è sempre lui, ovvero il coronavirus. Il Covid non conosce tregua, perché se è vero che da noi ha allentato un po’ la presa (ma i numeri relativi ai contagi degli ultimi giorni iniziano ad essere un po’ più preoccupanti), nel resto del pianeta non cessa di tormentare intere popolazioni.
“Il piano B è chiudere il Rally Estonia al pubblico”
Motivo per cui gli appuntamenti del Mondiale Rally 2020 potrebbero fare a meno del pubblico, o perlomeno questa è la prospettiva che si aprirebbe almeno per il round della ripartenza, programmato in Estonia dal 4 al 6 settembre. Parlando ad una radio nazionale, l’addetto stampa dell’evento Margus Kiiver ha infatti ammesso riguardo la situazione pandemica attuale: «Ritengo che diventerà ancora più difficile. Non ci vuole una sfera di cristallo per vedere cosa sta succedendo. Certo, abbiamo un piano B in quel caso. Non vorremmo usare questa opzione, ma dovrebbe essere fatto se la situazione lo richiede. Il piano B è organizzare l’evento senza pubblico. Siamo pronti anche per questo».
Se, per dire, al Rally di Germania la gara si disputerà in due sole giornate concentrate nella location della base dismessa di Baumholder, per avere un miglior controllo del pubblico, l’Estonia potrebbe farne direttamente a meno: d’altronde ricordiamoci che nel Paese baltico la passione per i rally è molto forte, sospinta anche dal sostegno alla gloria locale Ott Tanak. Lo scorso mese il campione del mondo WRC 2019 ha fatto un po’ di allenamento al Viru Rally, sugli sterrati di casa: ebbene, alcune immagini della gara hanno documentato assembramenti di pubblico lungo le prove speciali. Qualche tempo dopo, lo stesso Tanak ha proposto una via d’uscita agli organizzatori della tappa WRC locale, ovvero consentire solo agli estoni la possibilità di assistere dal vivo alla competizione nella zona di Otepää.
Cosa succederebbe se ci fosse un positivo al Rally Estonia e nel WRC
Kiiver ha poi spiegato che, nel caso ci fosse un positivo tra gli iscritti alla gara, si procederà come è successo con la Formula 1 nel caso di Sergio Perez: «È stato isolato dall’intero paddock e tutti i contatti stretti sono stati rimossi. Adesso è in quarantena da due settimane. Faremo lo stesso», afferma l’addetto stampa, riferendosi alle regole imposte dalla FIA. «L’intera comunità del rally è ormai nella propria bolla. Spettatori e concorrenti non sono in contatto tra loro, né piloti e meccanici quando necessario. Questi contatti sono ridotti al minimo. Se qualcuno ha una positività, possiamo isolare un piccolo gruppo, non l’intera squadra. E se il concorrente fornisce un tampone positivo, allora sicuramente non correrà». Kiiver ha poi rivelato che «gli organizzatori del Rally di Germania ci hanno contattato e ci hanno chiesto di condividere le nostre esperienze. Vorrebbero consentire al pubblico l’accesso alle PS perché gli spettatori portano soldi. Tuttavia, non vorrei essere frainteso: se una gara deve svolgersi senza pubblico, lo faremo».
WRC 2021, priorità alle gare europee
Tra le varie ipotesi portate avanti da esperti e virologi, c’è anche quella che suggerisce la disgraziata eventualità che con il virus ci dovremo convivere per anni: questo clima di incertezza è una cappa che avvolge anche la stagione 2021 del WRC, per il quale sono stati svelati sino ad oggi nove appuntamenti confermati (ovviamente, Covid permettendo). L’ormai ex amministratore delegato del WRC Promoter, Oliver Ciesla, dopo aver lasciato l’incarico alla fine dello scorso mese ha spiegato che nello stilare i round del prossimo anno si è voluto dare priorità all’Europa, vista appunto la situazione globale della pandemia. Spiega il manager tedesco ai microfoni di Motorsport Aktuell: «È importante evitare di dover annullare nuovamente gli eventi. Questo è uno dei motivi per cui potrebbe essere che, a differenza della strategia di internazionalizzazione, la prossima stagione sarà per questa volta soprattutto in Europa».
FIA e WRC Promoter in effetti vorrebbero allargare i confini del campionato, con le ipotesi della Cina e degli Stati Uniti che ogni tanto tornano d’attualità. Prospettive queste che, come sappiamo leggendo le notizie, sono totalmente impraticabili nell’immediato futuro, salvo miracoli tipo improbabile estinzione del virus. Per il momento gli unici appuntamenti fuori Europa nel Mondiale 2021 saranno il Kenya, l’Australia e il Giappone. Per tutti gli altri eventi fuori dal vecchio continente, quindi, le chance sono davvero esigue come d’altronde fa capire lo stesso Ciesla, che apre invece agli esclusi (per ora) Germania e Gran Bretagna: «Almeno uno di loro, se non tutti e due, dovrebbero ancora entrare [nel calendario 2021]. È nell’interesse di tutti».