Il Rally di Turchia 2018 è una landa inesplorata per gli equipaggi del WRC, che scoprono assieme al pubblico una prova già transitata dalle parti del Mondiale, dal quale però manca da ben otto anni: un percorso nuovo, riscritto, su uno sterrato che ricorda competizioni in altrettanti scenari mediterranei come il Rally dell’Acropoli e il Rally Italia Sardegna o al di là dell’oceano come l’Argentina, concentrata nella regione del Marmaris, tanto pittoresca e turistica quanto insidiosa. Beh, a ben vedere ogni tappa del WRC nasconde il diavolo nei dettagli, ma affrontare una gara che non si conosce, in cui bisogna scrivere da zero le note fa la sua bella differenza rispetto alle altre. Ed infatti solo nella prima giornata, ed in particolare nel pomeriggio, è successo un po’ di tutto, segno che questa tappa del WRC ci riserverà una lotta senza quartiere e senza prigionieri. Spoiler: la spunta alla fine Thierry Neuville, ma Sébastien Ogier è tornato ad essere il pilota arrembante con il coltello tra i denti che conosciamo. Il terzo incomodo del campionato,Ott Tanak, è risultato generalmente non pervenuto nonostante la vittoria nell’ultima PS di giornata, ma la gara è spalancata ad ogni risvolto in questo valzer (o meglio, danza turbinante da Dervisci) di piloti che salgono e scendono continuamente nella classifica provvisoria: procediamo con ordine.
Rally di Tuchia 2018: il giro della mattinata
Andreas Mikkelsen riscatta la sfortuna nello shakedown di ieri tornando ai fasti delle prime speciali del Rally Italia Sardegna 2018, e assieme al copilota Anders Jaeger porta la Hyundai i20 Coupé WRC a dominare il primo giro della mattinata sulle PS Çetibeli, Ula e Çiçekli. È vero che nella prima prova di ieri, la Super Speciale di Turkey da 2,00 km il norvegese aveva subito offerto un’ottima performance conquistando il miglior tempo, ma nonostante la gara di apertura di un Rally non sia proprio la cartina tornasole su come evolverà il resto della competizione (almeno generalmente) Mikkelsen ha mantenuto il passo vincente nelle prime quattro PS.
La gloria per il fascinoso pilota è durata però l’arco di una mattinata, anche se per Hyundai la situazione rimane sempre rosea: Thierry Neuville infatti conquista la vetta della prima giornata al Rally di Turchia, seguito da Ogier con soli 0,3 secondi di ritardo. Pensare che l’avvio del Turchia per il francese di M-Sport sulla Ford Fiesta WRC assieme a Julien Ingrassia era stato abbastanza disgraziato, finendo lungo dopo un salto e perdendo per strada oltre sette secondi.
Nella Çetibeli 1, che ha aperto la giornata di oggi, i 38,1 km si sono rivelati ai piloti nella loro difficoltà: strade polverose, disseminate di sassi, un fondo terra che non perdona. Qui però Citroen torna a dominare gli sterrati come avvenne in Finlandia, ma a questo giro ci pensa Craig Breen ad ottenere con la C3 WRC il miglior tempo, mentre il compagno di squadra Mads Ostberg ottiene un buon quarto posto; nel mezzo si piazzano le Hyundai di Hayden Paddon (secondo con un gap di 4”8) e Mikkelsen (terzo a 7.3 secondi). Al quinto spunta la prima Toyota Yaris WRC, con a bordo Jari-Matti Latvala a 10.5; a seguire i ritardi salgono con Neuville che accusa un gap di 17 secondi e 6, Esapekka Lappi (Toyota Yaris) ed Ogier sopra i 20 secondi e a quasi 30 Teemu Suninen, su Fiesta. Decimo Tanak, che non sembrava esattamente quel pilota che a Toyota ha regalato questa estate una soddisfazione dietro l’altra. Poche sorprese nel WRC2 con Jan Kopecký su Skoda Fabia R5 al primo posto di categoria, seguito però da uno sfavillante Simone Tempestini su Citroen C3 R5, indietro di soli 0,5 secondi e che replica la performance di ieri che lo aveva portato al vertice provvisorio del WRC2.
Passiamo quindi al primo giro di Ula, da 21,75 km: nella terza speciale del Rally di Turchia 2018 si rifà vivo Ostberg che si piazza secondo dietro Neuville, leader con 2,1 secondi di vantaggio sul norvegese della Citroen. Ma il balzo più sostanzioso è di Ogier che sfreccia in terza posizione a quasi tre secondi dal belga di Hyundai, così come Tanak che sale al quinto, mentre quarto è Mikkelsen. I compagni di squadra dell’estone, Lappi e Latvala, indietreggiano rispettivamente in settima e nona posizione. Nel WRC2 sempre al top Kopecký, seguito da Pontus Tidemand (anch’egli su Skoda), mentre Tempestini scivola in terza posizione. Nel WRC3 svetta Jean-Baptiste Franceschi sulla Ford.
Il giro mattutino si conclude con la PS4 di Çiçekli, di 12,57 km: qui Mikkelsen vince e si riporta al comando provvisorio scalzando Breen, mentre dietro al norvegese tengono botta Ogier (secondo) e Neuville (terzo), ma a fine mattinata sul podio provvisorio ci salgono Breen ed Osberg. Tanak ottiene un altro quinto posto nella speciale ma nella classifica generale è nono, con un ritardo dal primato di oltre trenta secondi. Scivola Latvala che perde più di dieci secondi ed accusa problemi di grip con la sua Yaris. Nel WRC2 sorpasso di Tidemand sul compagno di squadra Kopecký, conquistando lo scratch di categoria ma restando ancora secondo in generale dietro al ceco. Resiste al terzo posto Tempestini.
Rally di Turchia 2018: la cronaca del pomeriggio
Nel pomeriggio si torna sulla Çetibeli dove rinasce Ogier, che vince la prova e si porta nella generale a 12,7 secondi da Mikkelsen (rispetto agli oltre 23 di gap con cui ha chiuso la mattinata). La prova più lunga ha visto anche la decisione della direzione di gara di lasciar depositare l’ingente polverone alzato dalle vetture prima della partenza della successiva auto, in modo da non creare problemi di visibilità agli equipaggi. Di conseguenza abbiamo visto piloti più a loro agio in questo Rally di Turchia, dove bisogna trovare anche la quadra con il set-up delle auto e le gomme. Terzo nella assoluta Neuville, e rialza la testa anche Latvala, che balza al quarto posto, mentre Tanak continua a non venirne a capo con la sua Yaris WRC e langue ancora in nono posto. Non va meglio all’altra Toyota di Lappi, decimo in assoluta.
Una foratura fa perdere secondi ad Ostberg che però riesce a mantenere un quinto posto: va peggio a Breen, che per via di una foratura lenta lascia per strada 45 secondi, crollando dal secondo all’ottavo posto. Nella WRC2 arriva un nuovo leader, ovvero Chris Ingram (ma sempre una Skoda Fabia R5), davanti a Tidemand che soffre anch’esso una foratura, alla pari di Kopecký e Tempestini, il quale buca due gomme una dopo l’altra.
La Ula 2 rimescola nuovamente le carte in tavola e Neuville risponde ad Ogier vincendo la PS e scalzando il francese dal secondo posto della assoluta, dove torna al comando Mikkelsen. Dietro al belga troviamo attardato di 8,7 secondi Lappi, che riscatta la prova sino a quel momento opaca delle Yaris. Il francese pluricampione WRC su Ford si stabilizza però in terza posizione assoluta, a 3 secondi da Mikkelsen, seguito da un indomito Latvala e da Paddon.
Guai per Ostberg ed Elfyn Evans, che accusano problemi alle sospensioni delle loro vetture che hanno la peggio nell’incontro/scontro con i terribili sassi turchi: ritiro per il norvegese. Continua ad andar male anche a Breen, che per evitare i due colleghi inguaiati con i danni alle vetture perde altro tempo, scivolando così ottavo a 50 secondi di ritardo. Nel WRC2 continua a svettare Ingram, seguito da un redivivo Kopecký.
Infine si chiude la prima giornata con la Çiçekli 2 e Neuville si riporta in vetta, seguito dall’arcirivale Ogier a soli tre decimi di secondo. Torna tra noi Tanak che vince la PS e sale alla quinta posizione assoluta, mentre il riscatto Toyota prosegue anche grazie a Lappi, secondo nella speciale e settimo nella generale.
Altro cambio della guardia nel WRC2: sempre Skoda, ma questa volta alla guida c’è Henning Solberg, leader a sorpresa davanti a Kopecký ed Ingram, che recupera dopo la foratura nella speciale numero cinque. Tidemand si pianta per la seconda volta in giornata e perde terreno.
Domani si ricomincia con la seconda giornata: qui per il programma completo con gli orari.
Rally di Turchia 2018: la classifica provvisoria (top 25)
1. | 5 | 1:52:28.2 | |||
2. | 1 | 1:52:28.5 | +0.3 | +0.3 | |
3. | 4 | 1:52:30.8 | +2.3 | +2.6 | |
4. | 7 | 1:52:44.5 | +13.7 | +16.3 | |
5. | 8 | 1:53:00.1 | +15.6 | +31.9 | |
6. | 6 | 1:53:03.3 | +3.2 | +35.1 | |
7. | 9 | 1:53:05.0 | +1.7 | +36.8 | |
8. | 11 | 1:53:18.3 | +13.3 | +50.1 | |
9. | 3 | 1:53:31.1 | +12.8 | +1:02.9 | |
10. | 81 | 1:59:20.2 | +5:49.1 | +6:52.0 | |
11. | 32 | 2:02:53.8 | +3:33.6 | +10:25.6 | |
12. | 39 | 2:03:10.1 | +16.3 | +10:41.9 | |
13. | 37 | 2:05:31.7 | +2:21.6 | +13:03.5 | |
14. | 36 | 2:06:22.3 | +50.6 | +13:54.1 | |
15. | 10 | 2:06:23.0 | +0.7 | +13:54.8 | |
16. | 34 | 2:07:55.9 | +1:32.9 | +15:27.7 | |
17. | 2 | 2:09:05.0 | +1:09.1 | +16:36.8 | |
18. | 41 | 2:09:58.1 | +53.1 | +17:29.9 | |
19. | 65 | 2:12:08.1 | +2:10.0 | +19:39.9 | |
20. | 64 | 2:12:16.0 | +7.9 | +19:47.8 | |
21. | 61 | 2:12:41.0 | +25.0 | +20:12.8 | |
22. | 31 | 2:13:56.1 | +1:15.1 | +21:27.9 | |
23. | 72 | 2:15:44.3 | +1:48.2 | +23:16.1 | |
24. | 62 | 2:18:06.9 | +2:22.6 | +25:38.7 | |
25. | 12 | 2:18:09.8 | +2.9 | +25:41.6 |