Siamo quasi alla fine della cavalcata del campionato WRC 2019, che prima di chiudersi nell’emisfero australe fa un’ultima tappa in Europa per il Rally RACC – Rally di Spagna, noto anche come Rally Catalunya (come nostra consuetudine lo chiameremo da qui in poi Rally di Catalogna), unico evento del calendario che si corre sia su asfalto che su terra.
Il Rally Catalunya e il riaccendersi della protesta degli indipendentisti
Sarà un anno particolare questo per l’evento catalano su fondo misto, visto che nella prossima stagione non comparirà tra le quattordici gare selezionate per il WRC 2020. Tuttavia il Rally di Catalogna tornerà nel 2021 per consentire una maggiore rotazione degli eventi iridati, perciò bando ai sentimentalismi; certo è che sempre quest’anno la gara cade in un momento molto delicato per la questione politica e sociale legata alle proteste indipendentiste, rinfocolate dalle recenti pesantissime condanne emesse nei confronti dei leader catalani protagonisti del referendum che dichiarò unilateralmente l’indipendenza della regione dalla Spagna.
Le scene di guerriglia viste in questi giorni non alimentano certo un clima sereno anche intorno al Rally, ma gli organizzatori assicurano che la gara si svolgerà normalmente. «Tutto sta procedendo come sempre», il succo delle parole del direttore dell’evento, Aman Barfull, proferite nella conferenza di presentazione (a Madrid!) dei giorni scorsi, assicurando inoltre che il RACC è in perenne contatto con la FIA, il promoter del WRC, le autorità e i Mossos d’Esquadra catalani. Inoltre il presidente della Federación Española de Automovilismo ha aggiunto che la situazione è addirittura migliore rispetto a quella che si era venuta a creare nel 2017, quando il Rally cadde nel periodo del referendum per l’indipendenza.
Breve storia del Rally Catalunya
L’embrione del RACC (da Royal Automobile Club of Catalonia) inizia a svilupparsi dal 1916, anno della prima edizione della Volta de Catalunya che pone le basi della futura tappa spagnola (o catalana, fate voi) del Mondiale. La Royal Automobile Club of Catalonia prende le redini dell’evento organizzandolo dal 1957, con la gara che iniziò a chiamarsi Rallye Cataluña – Vuelta a Cataluña nel 1962. Passo dopo passo l’evento iniziò a conquistare palcoscenici sempre più ampi, passando dal Campionato Europeo (nel 1975) al WRC nel 1991 quando la tappa spagnola si era già unita tre anni prima con il Rally Costa Brava per trasformarsi nel Rally Cataluña-Costa Brava, dal nome della zona in cui si trova la turistica Lloret de Mar. Questa fusione contribuì all’ingresso nel Mondiale, mentre dal 2002 la cittadina nella provincia di Tarragona, Salou, diventa il fulcro dell’evento rimasto tale tutt’oggi. Nel 2005 termina il connubio con la Costa Brava e così nasce il Rally Catalunya – Costa Daurada. Nel 2010 un’altra tappa importante nella storia dell’evento, che adotta il fondo misto (già usato nel 1992) dopo essersi svolto prima di quel momento solo su asfalto. Il detentore del record di vittorie è Sébastien Loeb, trionfatore in maniera ininterrotta dal 2005 al 2012, per poi regalarsi il nono successo in Catalogna giusto l’anno scorso.
Le caratteristiche del Rally Catalunya
Il solo ed unico evento su fondo misto riserva la prima giornata allo sterrato e le due successive all’asfalto, costringendo i team a modificare i set-up delle vettura nella sera di venerdì, oltre a fare i conti con un cambio radicale nella scelta delle gomme. Si passa infatti dal fondo terra che presenta delle velocità medie al cemento abrasivo con caratteristiche quasi da pista e velocità più sensibili, che gli equipaggi affronteranno sabato e domenica.
Il grip cambierà completamente, e di conseguenza i meccanici al parco assistenza serale di venerdì avranno un’ora e quindici minuti a disposizione per sostituire parecchia componentistica delle vetture, ad esclusione praticamente del motore (ovviamente) e la carrozzeria. Quindi dallo sterzo al telaio, passando dalla trasmissione, l’impianto frenante, il cambio e le assi: saranno tutti adattati per il nuovo fondo in tempo per la partenza di sabato mattina.
A disposizione delle squadre inoltre 32 pneumatici Michelin, di cui 16 da sterrato (suddivisi in 10 medium e 16 hard) e 16 da asfalto, di cui 12 soft, 16 hard e 8 da pioggia.
Il programma del Rally Catalunya 2019
Come da tradizione la partenza sarà dalla cittadina costiera di Salou giovedì 24 ottobre, ma la gara comincerà il giorno dopo con il giro mattutino di tre prove speciali da ripetere poi nel pomeriggio, intervallate dalla sosta in assistenza nel parco tematico di PortAventura, nelle prossimità di Salou. Rispetto all’anno scorso è stata introdotta una PS che sostituisce la Pesells, ovvero la Horta-Bot, che si inserisce tra la Gandesa, che apre entrambi i giri ed è stata ripristinata nel 2018 dopo essere comparsa l’ultima volta nel 2014, e La Fatarella-Vilalba, una novità dello scorso anno che recupera buona parte della vecchia ed iconica prova speciale di Terra Alta ed è stata quindi riconfermata. Una PS che rappresenta forse la prova più impegnativa del Rally di Catalogna 2019, se non è altro perché è la più lunga del programma e si caratterizza per una serie di cambi nel fondo, tra settori sterrati che lasciano poi spazio a quelli su asfalto (6,6 km su quasi 39 totali, per la precisione).
Sabato e domenica, come abbiamo anticipato, si corre sul cemento, dirigendosi anzitutto a nord est e riproponendo nella seconda giornata di gara lo stesso percorso del 2018: quindi sette prove speciali in tutto, di cui tre da ripetere il pomeriggio (con la conferma della Querol, tornata nel programma nella stagione precedente) e la conclusione con la speciale-spettacolo cittadina di Salou, con il mare sullo sfondo, a deliziare il pubblico. Domenica le ultime quattro prove speciali e la novità de La Mussara, valida nel secondo giro come Power Stage e che ritorna nel Rally di Catalogna dopo essere apparsa l’ultima volta nel 2014: questa volta però si percorrerà in senso inverso.
In totale quindi avremo 17 prove speciali per 325,56 km competitivi.
Rally Catalunya 2019: percorso ed orari
-Giovedì 24 Ottobre
09:01 – 13:00 – Shakedown 2,00 km
19:00 – Cerimonia di Partenza (Salou)
-Venerdì 25 Ottobre
09:23 – SS 1 Gandesa 1 7,00 km 10:03 – SS 2 Horta – Bot 1 19,00 km
11:13 – SS 3 La Fatarella – Vilalba 1 38,85 km
13:23 – Service A (PortAventura)
15:26 – SS 4 Gandesa 2 7,00 km 16:06 – SS 5 Horta – Bot 2 19,00 km
17:16 – SS 6 La Fatarella – Vilalba 2 38,85 km
19:51 – Service B (PortAventura)
-Sabato 26 Ottobre
07:30 – Service C (PortAventura)
09:00 – SS 7 Savallà 1 14,08 km
09:41 – SS 8 Querol 1 21,26 km
10:38 – SS 9 El Montmell 1 24,40 km 12:10 – Service D (PortAventura)
14:01 – SS 10 Savallà 2 14,08 km
14:42 – SS 11 Querol 2 21,26 km
15:38 – SS 12 El Montmell 2 24,40 km 17:30 – SS 13 Salou 2,24 km 18:00 – Service E (PortAventura)
-Domenica 27 Ottobre
06:45 – Service F (PortAventura)
07:41 – SS 14 Riudecanyes 1 16,35 km
08:38 – SS 15 La Mussara 1 20,72 km
09:48 – Service G (PortAventura)
10:54 – SS 16 Riudecanyes 2 16,35 km
12:18 – SS 17 La Mussara 2 [Power Stage] 20,72 km
13:41 – Service H (PortAventura)
14:01 – Cerimonia del podio finale (Salou)
Rally Catalunya 2019: dove vederlo
Il Rally di Catalogna sarà trasmesso su DAZN, la piattaforma streaming che offrirà highlights e la diretta delle prove speciali selezionate per il live. Altrimenti, sempre sul web e tramite app, l’alternativa è il canale ufficiale WRC + All Live, che offre a pagamento (su canone mensile) la più ampia copertura possibile tra dirette (anche dal parco assistenza), camera car, interviste, conferenze stampa e così via. Anche Red Bull TV ritaglia una finestra dedicata al Mondiale con highlights disponibili sul proprio sito, gratuitamente.
Il punto sul campionato e i protagonisti del Rally Catalunya 2019
Per Ott Tanak può esserci già in Catalogna la possibilità di laurearsi campione del mondo WRC 2019 con una gara di anticipo, diventando il primo estone a conquistare il titolo ed interrompendo la lunga sequenza di iridati francese (tra Sébastien Loeb prima e Sébastien Ogier poi non c’è stata storia per i piloti delle altre nazionalità). Tanak in pratica tiene in ostaggio, detto in maniera non letterale ma bonaria, il campionato 2019 ma al tempo stesso anche il 2020, visto che l’infinita telenovela sul suo immediato futuro – rinnova o non rinnova con il team? – tiene banco e blocca i principali movimenti di mercato delle altre squadre.
Nel team di Toyota Gazoo Racing si mantiene comunque un profilo basso, ma è innegabile che la situazione è positiva in questa fase finale del campionato, con Tanak sei volte sul gradino più alto del podio quest’anno nel WRC e un vantaggio di ben 28 punti sull’attuale secondo nella classifica piloti, Ogier, e 41 sul terzo posto occupato da Thierry Neuville. Non solo: lo stesso team guidato da Tommi Mäkinen si è portato, dopo l’ennesima vittoria di Tanak quest’anno (al precedente Rally del Galles) a soli otto punti dai detentori della leadership nel campionato costruttori, ovvero Hyundai Motorsport. Insomma nel weekend catalano ci sarà da divertirsi, con i team che non attenderanno l’ultimo evento in Australia per dare il massimo.
A dare man forte in Toyota Gazoo Racing le due spalle di Tanak, ovvero Kris Meeke e Jari-Matti Latvala, i quali stanno vivendo dei momenti diametralmente opposti: il britannico è tornato nelle grazie di Mäkinen dopo i rimbrotti post Rally di Finlandia, lodandolo per non aver commesso errori negli ultimi tre appuntamenti, aver gestito al meglio la pressione e portato in dote alla squadra punti importanti dalla Germania in poi. Non è un caso che Meeke potrebbe essere tra i riconfermati in Toyota il prossimo anno, a differenza di Latvala che invece sta percorrendo una china in discesa dopo l’ultimo podio conquistato in Germania e che comunque ha offerto prestazioni un pelo inferiori ai compagni di squadra. Si vocifera perciò che non verrà riconfermato in Toyota nel 2020, sostituito dal campione WRC2 Pro 2019 Kalle Rovanpera, e che addirittura questo possa essere il suo ultimo anno nel WRC. Ma ancora non abbiamo riscontri certi. Il team di Mäkinen, nel frattempo, schiera in Catalogna ben quattro Yaris WRC, affidando la quarta a Takamoto Katsuta, alla sua seconda uscita stagionale (dopo il decimo posto in Germania) con la vettura della massima classe. Il giapponese si giocherà le sue chance per impressionare i vertici di Toyota Gazoo Racing, prima che prendano una decisione definitiva sugli assetti della squadra che verrà.
Attualmente secondo nella classifica piloti, ad Ogier non rimane altro che tentare l’impresa di spodestare Tanak dalla vetta e lanciarsi verso il settimo titolo WRC. Impresa che vede al momento il francese meglio posizionato rispetto a Neuville, che dovrà faticare non poco per non classificarsi anche quest’anno vicecampione, se non vice del vice.
Gli asfalti sono il tallone d’achille della Citroen C3 WRC, come ha ammesso lo stesso Ogier qualche giorno fa. «Era abbastanza lampante il fatto che non avevamo il giusto ritmo al Rally di Germania», ha sentenziato il francese ai microfoni di WRC.com. Ecco quindi che il team ha svolto una intensa sessione di test pre-evento in Spagna dopo quelli preliminari sulla pista del quartier generale di Satory, dove Ogier ha iniziato a capire dove e come si potessero inserire dei miglioramenti alla vettura: test che sono cruciali per la corsa al titolo. Tornando agli schieramenti, al via con Citroen ovviamente anche Esapekka Lappi, al suo quarto Rally iberico (l’anno scorso terminò settimo, un risultato in linea con la media dei piazzamenti di quest’anno).
L’attenzione però si rivolgerà anche su Sébastien Loeb, nove volte vincitore in Spagna, di cui l’ultima volta è stata nella scorsa stagione come abbiamo accennato. L’alsaziano è uno dei favoriti e potrebbe cercare la prima vittoria stagionale con Hyundai Motorsport, nell’ultima gara prevista per lui in questa stagione dal team. La terza i20 Coupé WRC sarà affidata al pilota di casa Dani Sordo, fresco di rinnovo con la scuderia di Alzenau nonché quinto lo scorso anno, preceduto dal “capitano” Neuville. Per Hyundai uno schieramento quanto più centrato possibile per la Catalogna, con piloti che hanno fatto anche pratica negli ultimi mesi al di fuori degli eventi WRC, per tentare la fuga nella classifica costruttori dove al momento son sì primi, ma con soli otto punti di vantaggio su Toyota. Intanto Neuville si è preparato al meglio vincendo il Rallylegend di San Marino di due weekend fa, davanti al compagno di squadra Andreas Mikkelsen (nell’evento speciale era presente anche Craig Breen, a bordo però della iconica Subaru Impreza 555 che regalò in passato la gloria a Colin McRae).
M-Sport si affida ad Elfyn Evans, rientrato al Rally del Galles dopo l’infortunio e sul podio in Catalogna nella stagione precedente. La seconda Ford Fiesta WRC sarà affidata a Teemu Suninen. Per quanto riguarda il WRC2 Pro, troveremo al via Kalle Rovanpera, fresco campione della categoria e la solita ristrettissima start list tra Skoda, Ford e Citroen con Jan Kopecký, Gus Greensmith e Mads Ostberg.
Nel WRC2 spazio all’attuale leader su Fabia R5 Pierre-Louis Loubet e agli altri protagonisti della stagione, ovvero Benito Guerra, Kajetan Kajetanowicz, Nikolay Gryazin, Marco Bulacia, Paulo Nobre, Ole Christian Veiby, il pilota di casa e campione Junior WRC 2019 Jan Solans, Alberto Heller, Adrien Fourmaux, Eric Camilli, Guillaume De Mevius ed i nostri Fabio Andolfi, Simone Tempestini e “Pedro”. Al via anche Fabrizio Arengi, Mauro Miele, Carlo Covi e Roberto Antonucci. In tutto 64 iscritti per il Rally di Catalogna 2019.