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WRC | Le regole sull’ordine di partenza non dovrebbero cambiare

In tempi di sconvolgimenti pandemici il campionato WRC ha introdotto obtorto collo un diverso format di gara, a partire dalla seconda metà di stagione, con weekend concentrati in due giornate e chilometraggi ridotti. Questo è stato vero per il Rally Estonia e il successivo Rally di Turchia, ma solo in parte per il Rally Italia Sardegna, che ha avuto sì meno chilometri di gara e meno prove speciali rispetto alla norma, ma si è disputato in tre giornate anziché due.

La novità nell’ordine di partenza nelle gare più brevi

Non è una questione di lana caprina giacché 1) sono tutti eventi su sterrato; 2) nei primi due elencati si è sperimentata una novità nell’ordine di partenza: norma vuole che il primo giorno di gara chi è in testa al campionato scatti per primo, seguito da tutti gli altri dietro di lui in classifica in quel dato momento. Ora, se ci ricordiamo il punto 1, parliamo di round su terra, in cui partire per primi significa dover pulire le strade e avere un grip non vantaggioso rispetto a quelli che scatteranno successivamente. Dal momento che in Estonia e in Turchia la prima giornata di gara copriva buona parte del programma, c’era il rischio che chi si trovava in testa alla classifica del WRC si sarebbe ritrovato nello svantaggio di disputare gran parte del rally in condizioni ostiche, chiamato ad aprire gran parte delle strade.

La FIA perciò ha introdotto la novità dell’ordine inverso a partire dal pomeriggio della prima giornata: nel mattino le regole restavano le stesse, ma nella seconda parte della tappa c’è stato il capovolgimento delle posizioni di partenza dei piloti P1. Novità che al Rally Italia Sardegna (evento da tre giornate, e non due) non si è vista, con il ripristino delle procedure canoniche: cosa che ha fatto sbottare Sébastien Ogier, attuale secondo della classifica WRC dietro al compagno di squadra Elfyn Evans, che ha definito il Mondiale Rally una roba «dilettantesca», generando così un piccato botta e risposta con il Direttore Rally in FIA Yves Matton.

La puntualizzazione di Yves Matton

Quest’ultimo è tornato sulla vexata quaestio sulle pagine di DirtFish, spiegando che nella prossima stagione le cose non cambieranno. «Non abbiamo ricevuto lamentele da molti piloti. Come ho spiegato, non ricevuto critiche dal leader del campionato [Evans, un punto su cui Matton ha insistito lanciando una velata frecciatina ad Ogier, ndr] e non credo che sia meno influenzato dall’ordine di partenza. Ho una e-mail, un telefono, posso essere raggiunto sull’argomento. Ma […] dato che sono alla FIA, [la questione] è stata sul tavolo almeno due volte nella commissione [WRC] e la decisione è stata quella di mantenere l’ordine che abbiamo ora. L’unica decisione, l’ultima, è stata quella di cambiarla per i rally con il format più corto, quando abbiamo una giornata [di apertura breve], e una giornata normale con due giri delle stesse PS con un passaggio [al mattino] e un secondo uguale [nel pomeriggio]». E si smarca: «La commissione è un mix tra organizzatori, costruttori ed è rappresentativa del campionato. Non gestisco il campionato: porto proposte alla commissione che poi vanno al Consiglio Mondiale del Motorsport e loro poi decidono. Non è il mio campionato»

In soldoni, l’ordine di partenza vale solo per eventi da due giornate, con una delle quali ad occupare buona parte del programma, come è stato il caso dell’Estonia e della ancor più breve Turchia, ma non della Sardegna. Ed in buona sostanza, le cose dovrebbero perciò rimanere uguali per il 2021. Come ipotesi alternativa che invece potrebbe mettere però quasi tutti d’accordo, segnaliamo che tempo fa si era parlato della possibilità di reintrodurre nel WRC la Qualifying Stage, attualmente in uso nell’ERC e che è stata sfruttata l’ultima volta nel Mondiale 2013.

 

Luca Santoro:
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