Il 2022 sarà l’anno in cui il WRC subirà un importante salto quantico nella tecnologia delle auto che parteciperanno al campionato, ma per il momento solo quelle di vertice, vale a dire le attuali World Rally Car che dalla prossima stagione si chiameranno Rally1 e avranno, come novità principale, l’inserimento dell’unità ibrida.
Matton: “Dobbiamo essere flessibili con le richieste dei costruttori”
Questo nuovo capitolo tecnico nel Mondiale Rally non è certo all’insegna di una tranquilla passeggiata sul velluto, visto che i team ufficiali derivati dai grandi costruttori devono implementare nelle loro auto da gara un sistema nuovo, con una aerodinamica rivista, un rapporto peso/potenza diverso, una cella di sicurezza standard definita dalla FIA ed incognite prestazionali (le vetture saranno più prestanti di quelle attuali o subiranno sempre di più la concorrenza delle Rally2, inferiori sulla carta ma già da adesso molto performanti?). Yves Matton, direttore Rally per la Federazione, ha perciò ammesso che sarà necessaria una certa «flessibilità» di fronte alle necessità e alle richieste dei costruttori. Una strada praticamente obbligata, visto che almeno la stagione 2022 rischia di avere in gara solo Toyota come marchio ufficiale, con Ford presente con il suo team semiufficiale M-Sport e Hyundai che invece sembra molto in dubbio se proseguire o meno nell’era ibrida.
Verso un prossimo ciclo di omologazione di tre anni
«Sicuramente se i costruttori ad un certo punto ci diranno che vogliono essere coinvolti in qualcosa, li ascolteremo», ha spiegato Matton su DirtFish. «Stiamo lavorando con loro. Il livello più alto del campionato, attualmente, non sono le auto dei clienti. Stiamo realizzando questo ibrido insieme ai costruttori. Se le cose cambiano e i costruttori ci dicono: “Possiamo darti la nostra strategia per i prossimi tre anni…”, allora sicuramente lavoreremo con loro». Il responsabile rally in pratica apre alla possibilità che il ciclo di omologazione delle nuove Rally1 ibride, anziché di cinque anni, possa limitarsi a tre: stando così le cose, già dalla prossima stagione si potrà iniziare a ragione sul futuro prossimo delle vetture rally che si aprirà dal 2025. «Credo che prima avremo il 2022 e poi, una volta raggiunto questo obiettivo, sarà tempo di iniziare a pensare per i tre anni successivi. Quello che otterremo ora per il 2022 si baserà su ciò che i costruttori hanno chiesto. Di sicuro, come FIA, vogliamo più sostenibilità all’interno del campionato e vogliamo nuove tecnologie; vogliamo avere vetture al vertice del campionato che siano un laboratorio e portino nuove tecnologie», asserisce Matton.
Prossimamente ibrido ed elettrico anche per le altre classi rally
Se nel presente stanno per partire i primi test con le nuove Rally1 ibride, con M-Sport che si è portata molto avanti e che dovrebbe essere tra le prime realtà impegnate nelle sessioni di prova, il futuro potrebbe quindi riservare un nuovo cambio tecnologico e regolamentare dal 2025 (forse con l’elettrico al 100%?). Entro questa data l’ibrido e l’elettrico dovrebbero essersi già propagate nelle classi minori, almeno a partire dalla Rally2 (in questo caso si stima nel 2023): «Stiamo introducendo una roadmap completa sull’elettrificazione e l’ibridazione di tutta la piramide delle auto da rally. Stiamo lavorando a stretto contatto con i produttori sull’intera piramide rally», conclude Matton.
Crediti Immagine di Copertina: Toyota Gazoo Racing