In uno scenario attuale quanto più incerto che mai, nonostante il propagarsi del Covid-19 consenta al momento qualche allentamento nelle restrizioni, gli eventi sportivi provano a riorganizzarsi (ma non è facile, come abbiamo visto in Italia). In questo senso si inseriscono le proposte dalla Federazione Australiana, Paese dove si contano al momento 6.927 casi e 97 decessi dall’inizio dei contagi.
Il documento “Return To Race”
Motorsport Australia, l’ente che sovraintende tutte le attività e le discipline legate al mondo delle corse, ha stilato un documento dall’eloquente titolo – Return To Race – da presentare alla FIA e al Governo locale, affinché si possano riprendere in sicurezza le gare e tutto ciò che ruota attorno: ricordiamo che proprio a Melbourne si sarebbe dovuto aprire lo scorso marzo il Mondiale di F1, poi annullato in corsa per l’esplodere della pandemia. Inoltre nel Paese australe sino all’anno scorso si è tenuta anche la tappa del WRC, giusto per citare gli eventi motorsportivi più in vista, poi cancellata per via degli ingenti roghi divampati nel sud-est.
“Non possiamo tornare a gareggiare come facevamo in passato”
Il documento si compone di otto pagine ed è frutto del contributo dato non solo della FIA, ma anche del Motorsport Australia National Medical Advisory Committee e di altri enti sportivi (Supercars, Motorsport UK, Australian Institute of Sport). Eugene Arocca, amministratore delegato di Motorsport Australia, ha dichiarato presentando Return To Race: «Il motorsport è diverso da qualsiasi altra disciplina sportiva. Riteniamo sicuramente che sia uno sport a basso rischio nel momento in cui parliamo di qualsiasi potenziale trasmissione di Covid-19, dato che parliamo di una disciplina praticata all’aperto, di solito su vaste aree. Tuttavia, ciò non significa che possiamo semplicemente tornare a come gareggiavamo come abbiamo fatto in precedenza. Return to Race delinea chiaramente tutti i passi che i nostri organizzatori, funzionari e concorrenti dovrebbero intraprendere per rendere i nostri eventi il più sicuri possibile in base al quadro presentato dal governo federale».
I tre livelli per una ripartenza nel motorsport in sicurezza
Anzitutto nel documento si precisa che il motorsport, nella sola Australia, genera un impatto economico di 3 miliardi di dollari, creando inoltre 30.000 posti di lavoro; per preservare al massimo tutto ciò ed ovviamente la sicurezza sanitaria che viene al primo posto, vengono presentati tre diversi livelli di una strategia di ripresa: il primo (si parte dalla A, quindi lettere e non numeri, come consuetudine anglosassone) possiamo paragonarlo alla Fase 1 dell’emergenza, quindi con il massimo distanziamento ed il divieto totale di assembramenti di più di due persone. Il livello B consente il ritorno di molti eventi, inclusi quelli rally ed offroad: si raccomandano comunque alcune accortezze, come il fatto che gli equipaggi siano composti da membri della stessa famiglia, ovvero pilota e navigatore imparentati o comunque che soggiornano sotto lo stesso tetto. Inoltre non si possono assembrare più di dieci persone in uno spazio di quattro metri quadri a disposizione per individuo, cosa da rispettare nei parchi assistenza, box e così via. Infine, al livello C cadono tutte le restrizioni e gli obblighi per quanto riguarda i copiloti, ma devono essere comunque rispettate le norme sanitarie, aggiungendosi alle prescrizioni del Federal Government’s Resumption of Sport and Recreation Activities pubblicate ad inizio maggio.
Spiega Arocca: «Questa strategia sottolinea l’importanza di evitare incontri o riunioni, utilizzando invece la tecnologia come Zoom [app di videoconferenze, ndr] per ospitare i briefing dei piloti, ad esempio. Stiamo anche fornendo altri passaggi chiave che gli organizzatori di eventi, i funzionari e i concorrenti devono adottare per garantire la salute e la sicurezza di tutti, a seconda del loro ruolo. Mentre i piloti possono essere “isolati” nei loro veicoli quando sono in pista o in una prova speciale, ci sono ovviamente molte altre cose che devono essere considerate prima che un evento possa andare avanti». In pratica, nell’immediato futuro i briefing dovranno essere tenuti in remoto, le conferenze stampa saranno ripensate per evitare affollamenti di giornalisti, spariscono (o al limite pesantemente ridimensionate) le sessioni autografi e così via, oltre a venire limitato il numero di personale al seguito dei team e dell’organizzazione ad avere accesso all’evento. Che sia questa la strada che dovrà seguire il motorsport ad ogni latitudine in tempi di pandemia?