Se non è stata la notizia dell’anno in ambito rallistico, poco ci mancava: Sébastien Ogier poche settimane fa, ex abrupto, ha annunciato la decisione di ritirarsi dal WRC dopo la stagione 2020 e di appendere il casco al chiodo per dedicarsi ad altro, in primis alla famiglia.
Inevitabilmente, la volontà del sei volte campione del mondo rally scombina qualche piano sul tavolo di Citroen Racing e del team impegnato nel WRC guidato da Pierre Budar. La squadra sta vivendo il suo anno di rilancio aggrappandosi proprio alla presenza di Ogier e al fondamentale apporto che può dare al team, non solo in termini di risultati ma anche di esperienza e supporto nello sviluppo della vettura. Con l’altro pilota della scuderia, Esapekka Lappi, che ultimamente ha dato qualche segnale positivo ma pur sempre reduce da una prima parte di stagione sotto le attese, come sarà il futuro nelle corse iridate del WRC per Citroen Racing, nell’imminenza tra l’altro della nuova era ibrida che dovrebbe partire dal 2022?
Citroen e l’era ibrida nel WRC
Prova a mettere ordine davanti questi interrogativi Linda Jackson, amministratrice delegata di Citroen che a microfoni di Autosport parla della situazione che si sta creando per la casa francese su questi fronti (anche noi avevamo avuto modo di rivolgerle qualche domanda pochi mesi fa, ma riguardo solamente il settore automotive), concentrandosi però sul medio termine. Da parte del CEO, infatti, non arrivano né conferme né smentite sulla permanenza di Citroen nel WRC dopo la conclusione del contratto di Ogier. La casa francese, infatti, potrebbe continuare a correre nel Mondiale Rally con una svolta ibrida ed elettrica, ma questo dipenderà dal come avverrà questo cambiamento.
Partendo perciò dalla rivoluzione nei propulsori che partirà nella stagione 2022 e che inizialmente coesisterà con i motori endotermici, la Jackson afferma che sarebbe paradossale per un costruttore impegnato nella produzione di veicoli elettrici di serie non adattarsi a questa novità del WRC (lei stessa si è sempre detta favorevole a questo tipo di tecnologie a zero emissioni nel mondo rally), ma sarà necessario prima capire le normative che la FIA adotterà al riguardo. Ma a suo dire è ancora presto per parlarne in maniera specifica. «In questo momento voglio concentrarmi sul 2019 e 2020 per massimizzare il nostro investimento. Non parlerò di ciò che verrà dopo. Voglio che la motivazione del team sia focalizzata sui prossimi due anni, in questo momento devono concentrarsi al 100% su quello che stanno facendo adesso», sentenzia l’amministratrice delegata. E aggiunge che, alla pari degli altri costruttori, anche Citroen attenderà «fino all’ultimo minuto per comprendere le regole» sino in fondo. Inoltre non conferma l’ipotesi che vedrebbe la casa francese non competere nel WRC 2021 per prepararsi al meglio per la stagione successiva e sviluppare la vettura ibrida.
Gli investimenti di Citroen nel WRC e il nodo della terza auto
Altro punto focale è la questione budget: nel campionato mondiale di quest’anno abbiamo visto come il forfait dello sponsor Abu Dhabi abbia costretto Citroen Racing a schierare due vetture anziché tre (una questione di cui ci ha parlato direttamente anche lo stesso Pierre Budar durante l’ultimo Rally Italia Sardegna). Jackson conferma che anche il prossimo anno le C3 WRC schierate saranno due («Non ci sono rimpianti riguardo questa decisione. Abbiamo intrapreso questa strada e la seguiremo. Sarà la stessa politica il prossimo anno») e riconosce che c’è stato un limite di investimento nel 2018, ma rispedisce al mittente le accuse di scarsi fondi a disposizione del double chevron per sviluppare la C3 WRC. «Dire che non abbiamo i soldi per sviluppare l’auto non corrisponde al vero. Ovviamente lo abbiamo fatto lungo tutta la stagione, facendo piccole modifiche, con il sostegno dell’esperienza che Sébastien ci sta dando […] altrimenti non ci sarebbe stato modo di arrivare a questo punto», spiega l’amministratrice, chiarendo il fatto che ci sia un budget stabilito di cui il team può usufruire in stagione.
Tra i costi, anche l’ingaggio – non certo a prezzo di favore – di Ogier, che viene ritenuto da Linda Jackson un investimento che valeva ogni singolo centesimo speso per farlo ritornare in Citroen. «È come con Sébastien Loeb; i social sono impazziti ancor prima che Ogier potesse mettere il piede sul pedale, ed inoltre il lavoro che sta svolgendo nell’aiutarci a sviluppare l’auto è fantastico». Se però ci sarà la possibilità di schierare una terza vettura, questo dipenderà esclusivamente da un accordo commerciale con uno sponsor interessato, altrimenti la volontà di Citroen rimarrà salda sulle due auto, ribadisce la CEO.
Il campionato 2019 di Citroen e la fiducia a Lappi
Linda Jackson conferma la fiducia nei confronti di Esapekka Lappi («Il fatto è che è molto giovane, promettente e veloce e sta imparando per il futuro. Crediamo veramente che possa farcela e gli daremo tutto il nostro supporto»), ma il presente parla di una Citroen che langue al terzo posto nel campionato costruttori del WRC 2019, a 40 punti dal secondo posto occupato da Toyota Gazoo Racing e 64 dai leader Hyundai Motorsport: avversarie che schierano tutte tre vetture.
L’amministratrice si dice soddisfatta della prima metà di stagione, dove i propri equipaggi sono andati a podio in otto appuntamenti su nove, ma «come ha detto Budar, possiamo fare meglio. Sebastien ha davvero motivato il nostro team e so che alcuni giornalisti ci hanno chiesto come abbiamo gestito la situazione quando si è dimostrato abbastanza critico nei confronti della vettura, ma in realtà questo ha davvero motivato la squadra. Questo team è sempre stato una famiglia e ha sempre lavorato bene insieme. Perciò sono contenta di come è andata, ma vorrei più vittorie. La gente chiede perché facciamo i rally? Siamo appassionati di questo sport, ma sono una donna d’affari e mi occupo di avere riscontri sugli investimenti. Più vinciamo, più voi parlerete di noi. La sfida ora è ottenere più vittorie», conclude Linda Jackson.