WRC | La delusione di Hyundai, ad un passo dal titolo con Thierry Neuville

Una stagione WRC in chiaroscuro per Hyundai

Dopo aver approfondito il WRC 2018 di Citroen e Toyota, vediamo che stagione è stata per Hyundai Motorsport, avvicinatasi al trionfo mondiale tra i costruttori e i piloti con Thierry Neuville
WRC | La delusione di Hyundai, ad un passo dal titolo con Thierry Neuville

Punto e a capo: Hyundai Motorsport conclude la stagione 2018 nel WRC non raccogliendo quanto sperato, seppur avvicinandosi al traguardo del titolo costruttori e soprattutto piloti. In quest’ultimo caso, le speranze di Thierry Neuville erano in vita sino a quasi la fine del Rally d’Australia, ultimo round del Mondiale.

Paddon sul podio del Rally Australia 2018

Partiamo dalla fine: Hayden Paddon, pilota dirimpettaio della prova in terra aussie essendo neozelandese, sale sul podio dell’ultimo appuntamento stagionale (dove noi eravamo presenti proprio al seguito di Hyundai) con un sontuoso secondo posto, alle spalle del vincitore Jari-Matti Latvala. Una bella soddisfazione per Paddon che realizza il suo miglior risultato del 2018, dopo il terzo posto ottenuto in Turchia: c’è da dire che il pilota, a mezzo servizio giacché non titolare per Hyundai, si stava giocando la permanenza nella scuderia di Alzenau e la possibilità di disputare una stagione completa (le sue speranze di spuntarla sulla concorrenza interna con Dani Sordo erano, prima dell’Australia, all’ottanta per cento, almeno secondo il Team Principal Michel Nandan: decisive saranno le prossime due settimane, come ha ammesso il neozelandese nella conferenza stampa post evento). Sono stati 32,5 i secondi di distanza tra Paddon e Latvala nella classifica finale, mentre all’undicesimo posto del Rally d’Australia si piazza l’altro pilota su Hyundai i20 WRC, ovvero Andreas Mikkelsen, la cui stagione ha visto qualche fugace momento positivo (il terzo posto in Svezia, la partenza sprint al Rally Italia Sardegna) per poi chiudere in maniera opaca la sua partecipazione nei vari eventi del WRC. Alla fine comunque il norvegese strappa un dignitoso sesto posto finale nella classifica piloti. E poi c’è lui, Thierry Neuville.

Le difficoltà di Thierry Neuville

Premessa: il belga ha vissuto una parte di stagione dove ha ricoperto il ruolo di avversario da battere. La gloria l’ha toccata tra il Rally di Portogallo e l’Italia Sardegna, entrambi vinti e che gli hanno garantito il primo posto provvisorio nella classifica piloti. Proprio nell’evento di casa nostra abbiamo assistito ad una spettacolare lotta gomito a gomito tra Neuville ed Ogier, con il primo che ha firmato una stratosferica remuntada ai danni del francese. La i20 WRC sembrava la vettura perfetta per traghettare Hyundai Motorsport verso il trionfo da tanto, troppo tempo atteso; ma poi qualcosa si è rotto, sia in senso metaforico che letterale. Una serie di errori, come in Finlandia, conseguenti danni concreti alla vettura, le difficoltà che improvvisamente si sono fatte largo sul fondo terra che la squadra aveva dominato in Portogallo e in Sardegna hanno compromesso pesantemente la stagione. L’unico risultato di rilievo per Neuville nella seconda metà di stagione è stato il secondo posto in Germania: per il resto, il belga ha vissuto un proseguo di campionato da cahiers de doléances. Testacoda in Finlandia con rottura di paraurti, diffusore e ruota; rottura della sospensione anteriore sinistra in Turchia (ma rientro in gara per l’ultima giornata e grande rimonta, anche se non è stato abbastanza per Neuville); vittoria sfumata per uno scivolone dentro un affossamento al Rally del Galles e rottura della ruota posteriore nella Power Stage in Catalogna: il povero pilota belga ha patito insomma un tributo salatissimo alla sfortuna in questa seconda parte di stagione. Malasorte che non l’ha lasciato in pace neppure nel gran finale dell’Australia.

Nonostante avesse perso la leadership tra i piloti, Neuville era pur sempre secondo in classifica a soli 3 punti da Ogier: tutto era quindi possibile nella prova dell’emisfero australe. E così è stato sino quasi alla fine, perché il belga si stava giocando le sue chance per il titolo con la grinta e il talento che lo contraddistinguono. Ma poi la beffa nella PS22, la penultima, dove il povero pilota impatta la sua i20 contro un albero. Fine della corsa, definitivamente, con un mesto ritiro e l’impossibilità sia di vincere nuovamente in Australia come avvenne l’anno scorso, nonché di impedire ad Ogier il sesto trionfo nel WRC.
Neuville convive da molto tempo con un rischio: quello di diventare eterna bella promessa, mai concretizzatasi. Questo era l’anno giusto, con tutto il supporto possibile da parte di Hyundai Motorsport che proprio prima del Rally di Turchia aveva esteso il contratto del pilota e del suo navigatore, Nicolas Gilsoul, sino al 2021. Neuville è l’uomo immagine della squadra di Alzenau, il talento cristallino che negli ultimi tre anni si è sempre classificato secondo nel Mondiale Rally: il vicecampione iridato 2016, 2017 e 2018 ha dimostrato anche una notevole dote di fairplay congratulandosi con Ogier, alla pari di Hyundai (l’ambiente rallistico a livello mondiale non è un campo di Agramante: non ci sono rivalità fuori dalle competizioni, e il rispetto pervade tra tutti gli equipaggi).

Le incertezze della nuova stagione

Adesso Hyundai Motorsport ha due mesi di tempo per riorganizzare le truppe in viste della tradizionale apertura del Mondiale a Montecarlo il prossimo anno. C’è però un imprevisto: la competizione per il 2019 si prospetta molto più tosta, giacché Citroen si è aggiudicata i servigi del sei volte campione del mondo, e che torna quindi nella suo vecchio team rafforzatosi per la nuova stagione, e Toyota ha dimostrato ad appena un anno dal suo ritorno nel WRC di essere estremamente competitiva, nonché avversario valido e non più outsider per il titolo.
Neuville e soci, insomma, non dovranno più vedersela solo con Ogier (e chissà cosa potrà combinare a bordo della C3 WRC), ma anche con Ott Tanak, ormai maturato completamente come pilota di razza come ha dimostrato quest’anno, alla pari di una Yaris WRC molto competitiva dove salirà a bordo anche il ritrovato Kris Meeke.
Insomma, di carne al fuoco per il prossimo anno ce n’è tanta, e dalle parti di Hyundai Motorsport sanno che dovranno lottare senza quartiere per succedere a Toyota Gazoo Racing nell’albo d’oro del Mondiale Costruttori e regalare a Neuville la soddisfazione del primo titolo tra i piloti.

Michel Nandan, nel congratularsi con Hayden Paddon per il podio in Australia e con Ogier e Toyota per i loro trionfi iridati, non nasconde un minimo di delusione, ma il clima nel team non è certo di rassegnazione, anzi. «Per quanto riguarda il campionato, ovviamente siamo delusi ma abbiamo dato tutto ciò che avevamo – spiega il Team Principal – Sarebbe stato sempre difficile per Thierry conquistare il titolo; non aveva altra scelta che spingere. Questo è il rally e accettiamo tutte le emozioni che ne derivano. Questo è stato uno dei campionati più combattuti di sempre. Il fatto che sia stato combattuto fino alla mattina della giornata conclusiva dimostra quanto sia stata competitiva questa stagione». Una stagione dove, per la cronaca, Hyundai Motorsport ha ottenuto 3 vittorie, 11 podi e 68 primi posti nelle prove speciali. «Ora guarderemo agli alti e ai bassi della nostra stagione mentre ci prepareremo per tornare a combattere nel 2019», conclude Nandan, che si coglie l’occasione anche per congratularsi con Gabriele Tarquini, fresco campione mondiale WTCR proprio con la Hyundai i30 N TCR.

 

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