Giusto tre anni fa nelle prime ore di un’assolata mattina Robert Kubica veniva estratto dalle lamiere, possiamo dire, vivo per miracolo, dopo il terribile impatto contro un guard rail mentre stava disputando il Rally Ronde di Andora. Da allora una travagliata riabilitazione fisica e psicologica e il ritorno nella disciplina che gli ha spazzato via o quasi il sogno di diventare un campione del mondo di formula uno, ma che potrà regalargliene un altro.
Promosso nel 2014 a semi-ufficiale nella massima serie del traverso il polacco vorrebbe infatti essere sempre della partita per il successo ma i tanti svarioni che ancora commette indicano per sua stessa ammissione che la strada è ancora lunga per farcela.
“Il mio obiettivo è un giorno poter lottare per la vittoria, purtroppo ora come ora il mio passo e la mia esperienza non vanno d’accordo e ne sto pagando il prezzo – ha detto all’asssitenza svedese di Karlstad – Alla fine solo spingendo impari ad essere veloce, se vai a passo blando non incontri le criticità utili per apprendere. Va considerato che su sterrato in particolare queste auto devono andare a pieno regime perché altrimenti non metti carico sulle ruote e il grip diminuisce portandoti all’errore. Il fatto è che non posso neppure usare le mie abilità di formulista visto che è un mondo completamente diverso, lì puoi sfruttare al massimo tutta la pista, mentre qui devi tener presente che l’aderenza varia di tratto in tratto, quindi non è facile capire dove spostarsi”.