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WRC | Hyundai Motorsport, Julien Moncet: “Matematicamente possiamo ancora conquistare il Mondiale”

Nella serata di sabato, quindi prima che Ott Tanak trionfasse al Rally Italia Sardegna, in quel della Hospitality di Hyundai Motorsport situata nel parco assistenza di Alghero il vicedirettore del team Julien Moncet ha risposto a qualche domanda fatta da alcuni giornalisti invitati, tra cui noi.

Rispetto alla precedente gestione Andrea Adamo, in cui non potevi mai sapere cosa ti sarebbe aspettato e come il carismatico ingegnere ti avrebbe spiazzato, l’ex responsabile del powertrain stupisce per la tranquillità che emana, oltre ad una non indifferente dose di umiltà condita da sprazzi di piacevole ironia. E sì che prima di questo sospiro di sollievo del trionfo in Sardegna Hyundai Motorsport era una pentola a pressione, con i problemi di affidabilità delle i20 N Rally1 e il ritardo del lancio della campagna nel WRC2, mentre gli avversari stavano già provando la fuga in campionato.

Moncet: “La Hyundai i20 N Rally1 può essere competitiva”

Per Moncet comunque i progressi stanno arrivando, e in effetti i risultati si sono visti questo fine settimana: «Sin dall’inizio della stagione abbiamo faticato un po’: a Monte Carlo abbiamo pagato il fatto che avevamo finito in ritardo lo sviluppo (la vettura era praticamente terminata a dicembre, a poche settimane dalla gara); ma poi, passo dopo passo, siamo migliorati. Al Rally di Svezia abbiamo dato prova di tempi molto solidi, in Croazia abbiamo conquistato due posti sul podio, un altro piazzamento sul podio nel successivo Portogallo… Quello che abbiamo visto è che la vettura può essere competitiva. Ad oggi abbiamo sempre qualche problema di affidabilità, ma il team lavora giorno e notte per migliorare. Meritiamo una vittoria, i nostri rivali in questa stagione hanno già avuto successo (M-Sport una vittoria, Toyota Gazoo Racing… troppe [ride, ndr])». Poi il vicedirettore del team ha aggiunto: «Continueremo lo sviluppo della vettura anche nei prossimi anni del ciclo di omologazione delle Rally1 [ovvero nel 2023 e nel 204, ndr]», facendo capire che Hyundai intende ancora impegnarsi nel WRC nonostante il periodo che, al netto del Rally Italia Sardegna, è stato un po’ avaro di vittorie. Ma per Moncet questa stagione nel Mondiale si può sempre recuperare: «Dal punto di vista matematico è ancora possibile conquistare il campionato, anche se non siamo nella migliore posizione. Non è finita ancora, e non lo sarà in futuro».

“Con l’ibrido è stato un duro lavoro di sviluppo”

Per arrivare a questo punto Hyundai Motorsport ha dovuto faticare, anche perché il lavoro con la nuova Rally1 è effettivamente partito in ritardo rispetto alla concorrenza: «Con l’ibrido è stato un duro lavoro di sviluppo, avendo a che fare con una nuova tecnologia. Abbiamo dovuto integrare un sistema, quello dell’unità fornita da Compact Dynamics di circa un centinaio di chili, ridisegnare l’impianto di raffreddamento necessario, e riscrivere il software, cercando quindi di creare l’interazione tra il motore a combustione e la parte elettrica. E bisogna anche gestire le capacità di guida dei piloti, che dovevano abituarsi al nuovo sistema», ha puntualizzato Moncet, aggiungendo poi che all’inizio i piloti non erano per niente convinti di questa novità ibrida (qualcuno ha pure proposto di rimuoverla del tutto, rivela il vicedirettore).

“I piloti devono essere più prudenti con le dichiarazioni”

A tal proposito, abbiamo poi voluto fare una piccola provocazione: prima del Rally Italia Sardegna i due capitani Hyundai Neuville e Tanak avevano l’abitudine di criticare l’affidabilità della i20 N Rally1, o per essere indulgenti far notare i problemi di affidabilità e di sviluppo dell’auto. Inizialmente la cosa rientrava nel normale diritto di critica, ma poi abbiamo assistito alla frecciatine del belga che in Portogallo si congratulava con Toyota per il loro successo «e per la loro affidabilità», mentre l’estone diceva che andava tutto migliorato con la i20, e il livello era ancora troppo lontano dai rivali. La nostra domanda, quindi, è: considerando che l’obiettivo è quello sportivo ma anche quello di vendere auto e supportare il marketing Hyundai, non sarebbe meglio tenere questi rilievi all’interno della squadra anziché renderli pubblici? «Ho colto il punto, è una domanda interessante – ha risposto Moncet -. Quando si compete ad alto livello nello sport, in generale, atleti come in questo caso i piloti hanno delle aspettative e quello che potremmo chiamare “ego”, ed è una cosa importante. E poi lavorano molto, si svegliano presto per fare le gare stando fuori tutto il giorno, ed è molto difficile. Quando perciò le cose non tornano o non si hanno i risultati sperati può essere frustrante, e a volte penso che tutti noi quando siamo travolti da certe emozioni possiamo volere qualcosa di più. Tuttavia, penso che tu abbia ragione, ed è qualcosa con la quale ci stiamo confrontando con i piloti per evitare… diciamo per far capire loro di essere più prudenti riguardo ciò che dicono. È molto importante, è qualcosa di cui parliamo regolarmente: certo, uno si può esprimere, ma senza danneggiare né il team né il brand. Stiamo cercando di tenere il più possibile sotto controllo la cosa».

Suninen, la pressione e la Hyundai i20 N Rally2

Questione Teemu Suninen: la punta principale scelta da Hyundai Motorsport per rappresentarli nel WRC2 con la i20 N Rally2 (l’altro pilota è Fabrizio Zaldivar, che invece rispetto al più esperto collega deve imparare il più possibile da questo contesto in cui il paraguaiano debutta da titolare ufficiale di un sedile), in due gare affrontate ha collezionato due ritiri, anche se diversi tra loro. All’esordio in Portogallo l’ex M-Sport era quasi arrivato alla vittoria, prima di doversi ritirare nell’ultima prova speciale per colpa di un errore suo, mentre in Sardegna ha pagato problemi meccanici alla vettura, ritirandosi nella prima giornata e terminando alla fine 25esimo con una cinquantina di minuti di ritardo dal vincitore nel WRC2, Nikolay Gryazin. Ma in generale, questa la nostra domanda a Moncet, Suninen ha un problema serio nel gestire la pressione, considerando poi che la i20 N Rally2 sta andando comunque forte? «Sì, la vettura in Portogallo è stata incredibile, ha vinto la maggior parte delle prove, ed è stato un peccato non ottenere la vittoria dopo essere stati in lotta per i primi posti. In Portogallo è stato un errore suo, sì, ma in Sardegna ci sono stati problemi tecnici. Perciò la cosa è 50 a 50. Penso stia facendo bene, e almeno qui in Italia non è stata colpa sua».

Infine, così come il suo collega di Toyota Jari-Matti Latvala, anche Moncet si è detto scettico che l’elettrico completo possa essere la strada futura per i rally, per aspetti come il suono delle vetture (certo, con l’ADAC Opel e-Rally Cup hanno messo a punto un sistema per far produrre un rumore alle Corsa-e Rally, utilizzando anche delle amplificazioni, ma se già ci si accapiglia nel WRC sull’ibrido…) o il fatto che alle persone potrebbe non interessare. «Ma è la mia opinione e può essere completamente sbagliata», aggiunge con la consueta umiltà, sottolineando invece la bontà del lavoro con l’ibrido, cercando di far combinare aspetti vecchi e nuovi, la precedente visione di mobilità con la transizione sostenibile, mantenendo l’attuale livello di prestazioni per creare le attuali Rally1.

Crediti Immagine di Copertina: Brojanigo Press Office / Silvio Gandolfo

Luca Santoro:
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