Nel dibattito su come saranno le vetture in gara nell’era ibrida che si aprirà dal WRC 2022, Craig Breen si inserisce con un punto di vista diverso rispetto a diversi colleghi. Il pilota ex Citroen infatti non sposa l’idea di auto che privilegino il massimo livello prestazionale a scapito dei costi.
Craig Breen: “Dobbiamo rendere le cose più sostenibili”
Secondo l’irlandese le future Rally1 dovrebbero essere più simili… alle Rally2, l’equivalente delle attuali R5: una eresia per colleghi come Thierry Neuville o Kalle Rovanpera, ma non per Breen, che ha spiegato come l’attuale situazione economica derivata dalla pandemia debba rimettere in discussione i piani intrapresi (ricordiamo che esiste un accordo di massima sulle vetture della massima classe, basate sull’attuale Global Race Engine delle World Rally Car Plus). Riallacciandosi al parere dell’ex team manager di Toyota, nonché direttore sportivo per Subaru George Donaldson, che sulle pagine di DirtFish aveva sostenuto la necessità di considerare le Rally2 punto di riferimento per i massimi livelli rallistici, Breen ha commentato: «Posso comprendere il punto di vista di George. Ok, capisco che questo è il World Rally Championship ed è qualcosa di più elevato, ma se guardi alla formula del TCR, la cosa ha funzionato come base [per il WTCR]». Un modello da seguire quindi anche per il Mondiale Rally: «Non c’è dubbio che come piloti siamo tutti alla ricerca delle auto più veloci, e proprio ora le abbiamo. Allo stesso tempo, tuttavia, dobbiamo rendere le cose sostenibili, sia a livello economico che ambientale». In pratica, il contrario rispetto a quanto vorrebbero piloti come Ott Tanak, per il quale bisognerebbe mantenere l’attuale livello prestazionale (ed anche di affidabilità), pur in un contesto di budget ridimensionati e di apertura all’ibrido.
“Dobbiamo essere pronti ad adattarci”
Breen, che in questo scalcagnato 2020 dovrebbe disputare una stagione nell’ERC con MRF Tyres e la Hyundai i20 R5, ritiene invece che bisogna utilizzare come base le Rally2. «Se guardiamo indietro, una delle epoche d’oro del rally è stata quando i piloti privati potevano avere la possibilità di portare la loro auto nel round WRC di casa e sfidare i campioni del mondo. Sia che parliamo de tempi della Mk2 Escort o delle World Rally Car da due litri, era bello vedere che i privati potessero avere una possibilità. Con queste auto attuali, non ci sono molti privati che potrebbero permetterselo […]. Con le Rally2, facendo qualche lavoro su di esse, la cosa invece potrebbe funzionare». Breen è certo che bisognerà insomma discostarsi da quanto sino ad ora si è convenuto riguardo il WRC 2022: «Una volta che saremo fuori dalla situazione del Covid-19, il mondo sembrerà un posto diverso e dovremo essere pronti ad adattarci».
Crediti Immagine di Copertina: WRC